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    ESCLUSIVA/ Dinisi: “Capisco la delusione dei tifosi, ma una norma federale impone quelle condizioni”

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    Prosegue la marcia di avvicinamento al match di spareggio valevole per la promozione in serie D tra Cerignola e Martina. In esclusiva per lanotiziaweb.it, abbiamo ascoltato il presidente Dinisi, impegnato ieri in una convulsa giornata per chiarimenti e proposte migliorative a proposito della sede della gara che, come da indicazioni federali, si giocherà a Bitonto. Tuttavia ciò non è bastato; ieri c’è stato un incontro in Comune tra una nutrita delegazione di tifosi (chiaramente delusi dalla notizia degli appena 700 posti disponibili) e lo stesso Dinisi, il quale ha spiegato le ragioni dell’impossibilità a cambiare località e le condizioni di accesso per l’incontro. Nell’intervista, il massimo dirigente affronta sia la questione succitata, sia gli aspetti più propriamente tecnici di questo importante evento, quali fra gli altri l’avvicinamento della squadra e i suoi pronostici.

    Presidente, oggi (ieri, ndr) la scelta ufficiale di Bitonto come sede della partita: può essere una scelta penalizzante per la società ed i tifosi soprattutto?

    «Non è una scelta penalizzante sul versante calcistico, quanto piuttosto sulle aspettative della città: Cerignola da anni vuole dimostrare di essere una realtà sportiva importante. La tifoseria, vista la nostra volontà di non mollare ed inseguire l’obiettivo, ha l’intenzione di supportarci in maniera visibile e tangibile. Non a caso, la loro richiesta di settemila tagliandi per “invadere” lo stadio era legittima; ma l’Osservatorio ha deciso le modalità. Per una gara del nostro campionato infatti, in caso di spareggio, la capienza dello stadio è ridotta del 50% e da quest’ultima c’è la pari suddivisione tra le tifoserie, in questo caso 700 per parte. E’ una norma federale, che dovrebbe essere inappellabile: credo che tutto questo sia molto riduttivo e costrittivo per una città come Cerignola. L’apporto di così tanti tifosi sarebbe stato molto importante anche per la squadra».

    Dopo Maruggio il discorso promozione sembrava chiuso, ora il destino ha concesso un’altra possibilità: qual è stata la sua reazione?

    «Dopo quella sconfitta, c’è stato un crescendo di convinzioni. A Maruggio abbiamo avuto la certezza che la squadra non era concentrata; chi si propone per vincere un campionato non deve farsi prendere dalle facili euforie, nemmeno se giochi in casa alla penultima come nel tarantino. E’ un torneo davvero equilibrato, difficile ed imprevedibile: vedi ad esempio per il Martina, i casi di Sogliano e l’ultimo di Vieste che ci ha rimessi in corsa».

    Pensa che sia un vantaggio dal punto di vista mentale aver agguantato lo spareggio? Come vede la squadra?

    «Sicuramente essere stati definiti “finiti” dopo Maruggio ha generato molta delusione per quel risultato. Sono stato uno dei protagonisti nel risollevare il morale, quando ai ragazzi ho detto che non era scritto il nostro primo posto, ma che l’avevamo guadagnato gara dopo gara con sacrificio e lavoro. Abbiamo avuto un calo fisico e mentale fisiologico e ripeto, non ci è stato regalato nulla. Ora il morale è davvero ottimo. Anche dopo quella sconfitta, ero sempre convinto di potercela fare».

    L’attesa per l’incontro sale di giorno in giorno. Il calore dei tifosi crede possa essere una risorsa o troppa pressione influirà negativamente?

    «La squadra ha vissuto un periodo contrastante: a quel calo cui mi riferivo poco prima, è seguita una fase di rinnovato entusiasmo e lo dimostrano i numerosissimi manifesti affissi per le strade. Loro sanno che hanno la città al loro fianco e ne hanno la certezza; i tifosi possono certamente essere il dodicesimo uomo in campo e anche più».

    Che avversario è il Martina?

    «E’ un avversario quotato, ostico, una squadra che sa muoversi bene in campo e fuori».

    Nei due precedenti in stagione, una sconfitta ed un pareggio. Facendo i dovuti scongiuri, la vittoria giungerebbe nella partita più importante…

    «Facendo i dovuti scongiuri ed analizzando la situazione del momento, il Martina viene da una serie di euforie e di delusioni molto vicine. Anche l’Audace ha attraversato questo periodo, assorbito nel giro di quattro-cinque partite. Loro sembravano già in serie D: adesso si trovano nella condizione di lottare ancora per la promozione. Secondo me psicologicamente stanno peggio di noi. Personalmente mi auspicavo un loro calo, avvenuto in parte anche domenica; quindi almeno a livello mentale dovremmo partire avvantaggiati».

    Che incontro si aspetta domenica?

    «Probabilmente sarà l’unico match nel quale le formazioni non avranno paura di affrontarsi. Sono convinto che già dal riscaldamento si noteranno gli atteggiamenti in campo. Dopo una fase di studio, chi vorrà vincere la partita dovrà insistere e mettere in campo tutta la voglia, la rabbia di portare a casa un anno di sacrifici».

    Sperando di non finire ai rigori, con i quali quest’anno c’è stato un rapporto per così dire conflittuale…

    «Su quest’aspetto ritengo che la cabala possa esserci favorevole per molti motivi: se così fosse, e penso sia ipotesi abbastanza remota, non ci saranno problemi per chi dovrà andare sul dischetto. Anche coloro che in stagione hanno sbagliato, per il solo fatto di ripresentarsi sarebbero esenti da critiche».

    Da quale suo giocatore le piacerebbe venisse decisa la partita?

    «Dal portiere Leuci, che peraltro ha disputato un grande campionato. E’ uno dei ragazzi che sicuramente può essere in lizza per essere tra i più decisivi».

    Per un presidente è sempre scomodo fare queste valutazioni, ma secondo lei, chi merita un plauso particolare per questa stagione?

    «Tutti i ragazzi, nessuno escluso. A testimonianza che essi sono un gruppo molto unito ed affiatato».

    Un pregio ed un difetto di mister Di Corato.

    «La scaramanzia, sia come pregio sia come difetto».

    Le giovanili dell’Audace stanno conseguendo risultati di rilievo. Juniores in testa al proprio girone, Giovanissimi secondi per un punto solo. Come procede il progetto di un Cerignola fatto da calciatori locali?

    «Quattro anni fa non esisteva nulla, oggi la realtà è che il progetto ha una base solida. Abbiamo un gruppo di ragazzi che cominciano ad essere seguiti da società importanti; siamo tornati ad essere una società capace di sfornare ed elargire in giro talenti».

    Cosa sente di dire ai tifosi, varie volte sotto osservazione degli addetti ai lavori e non solo (vedi ad esempio trasferte vietate ecc.)?

    «Si sta scontando un retaggio, una reputazione ormai datata. Oggi abbiamo una tifoseria matura, di alto spessore sportivo ed è un mio grande orgoglio personale l’aver imparato assieme a loro a voler bene a questa città. Il loro attaccamento si desume dall’incontro che ho avuto in Comune: dopo avergli spiegato la situazione, l’iniziale delusione e rabbia ha lasciato spazio alla comprensione dei motivi del numero esiguo di posti riservato alle società. Vorrei sottolineare che le prime tifose sono le mogli e fidanzate dell’intero staff della società, che pazientemente sopportano tutti questi nostri impegni».

    Da quanto ormai sembra certo, molti sostenitori non potranno seguire dal vivo la partita. C’è la possibilità di allestire una diretta televisiva per non far perdere questo importante appuntamento?

    «Ci stiamo attivando per tale scopo, anche se non c’è ancora la piena ufficialità. Nonostante ciò, quasi certamente ci sarà l’installazione di un maxischermo al “Monterisi” dal quale verrà trasmessa la partita. Per chi non può o non riesce ad essere a Bitonto, con un minimo contributo per sostenere il noleggio delle attrezzature, sarà possibile non perdersi l’incontro».

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