Due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Giuseppe Corriero e Lanfranco Tavasci, amministratori Gema, per peculato aggravato: in questo l’immagine (presente e futura) di una Cerignola povera.
«Secondo indiscrezioni Chicco Tavasci – scriveva l’8 luglio Ernesto Tardivo su La Gazzetta del Mezzogiorno -, come lo chiamavano gli amici avrebbe versato soldi riscossi per conto dei Comuni non su conti di tesoreria, ma propri, determinando una appropriazione indebita debordata verso il peculato nelle vesti di un pubblico ufficiale, tale la veste dell’esattore per gli enti. Somme non riversate ai Comuni nei termini di legge. Tavasci […] affermerebbe che dietro il crac vi sarebbe la decisione delle banche di trattenere la debitoria di Gema. Il resto fa parte della cronaca: un arrestato e un ricercato per la fine, amara e tristissima, di un impero (quello di Gema) durato oltre cento anni».
Tavasci non è rintracciabile, così come il denaro del comune di Cerignola (8 mln di euro circa), che rischia insieme a San marco in Lamis e Torremaggiore il dissesto finanziario. Il finale non si conoscerà prima di aver terminato il film, ma di certo non sarà lieto. Povera Cerignola!