«Cento minuti di emozione, riflessione e leggerezza». Queste le parole con cui il regista Carlo Fenizi ha presentato, ieri sera, al Cinema Teatro Roma, “Effetto paradosso”, il film da lui stesso scritto e girato, in programmazione da venerdì 12 ottobre nelle sale cerignolane. Sul palco, al fianco del regista, si sono presentati al pubblico nostrano l’aiuto-regista Maria Antonietta Di Pietro, Denisio Esposito, noto fumettista italiano e qui alla prima esperienza con il cinema, avendo realizzato per Fenizi la “satanella” (mascotte di un partito politico immaginario) e girando una piccola parte nel film. A seguire, alcuni membri del cast: Konrad Iarussi, Alina Mancuso, Mirna Kolè, Maria Rosaria Vera e Francesco Ricciardi. Una creazione ‘tutta pugliese’, assicura il regista, che mette in scena la nostra terra in modo diverso da come viene solitamente presentata: non una Puglia arretrata e bigotta, ma «magica e progressista».

Una fiaba ambientata ad Orsara, piccolo centro della Daunia con leggi e dinamiche autonome e, addirittura, «con aspirazioni politiche indipendentiste»: un paese che basa la sua fortuna e peculiarità sulla coltivazione dell’ipazia, un’erba magica che i cittadini sono pronti a difendere a tutti i costi, un paese che fa da scenario al viaggio nel sud Italia della protagonista Demetra (Julieta Marocco), e che diventerà un viaggio dentro se stessa. È una storia, continua il regista, che mette in scena le donne e un mondo quasi completamente al femminile dove, dalla ‘ingegnera’, alla ‘sindaca’ e alla ‘consigliera’, sono rosa le cariche e i ruoli più importanti. Una sarabanda di personaggi, più che bizzarri sicuramente ‘particolari’ affollano Orsara. Ma, tiene a chiarire il film, si tratta di unicità e non, come dice chi non ha il coraggio di esprimersi, di stranezza; ed è su questo punto che si è concentrato l’intervento finale di Francesco Ricciardi (che nel film riveste il ruolo di padre di Demetra e nonno attento alla libertà d’espressione del nipote) che lo unisce a una riflessione sulla settima arte: «il cinema è lo strumento di comunicazione più importante di tutti perché veicola un messaggio non soltanto con le parole ma anche con suoni e immagini e, per questo, è il mezzo comunicativo che più condiziona il pubblico. È quindi necessario che un film, dalla sceneggiatura ai testi, mandi un messaggio e, sicuramente, quello di Effetto Paradosso è che ognuno deve essere se stesso».

Testi di parole pugliesi e sceneggiatura di colori accesi (nonostante Fenizi si sia presentato all’evento in total black come nel miglior immaginario che disegni un regista-sceneggiatore), con una fotografia dalle tinte forti che segue l’andamento interiore dei personaggi. Ottima la ricezione del pubblico, che ha riso (ma anche pianto) e riempito di applausi gli attori in sala e che ha percepito l’evento meglio del prevista, a detta degli organizzatori. A chiudere l’evento al cinema teatro roma ci ha pensato il concerto dei Terranima «una delle band di punta del panorama etnofolk italiano», come recita il sito web del gruppo che, autore dell’intera colonna sonora di Effetto Paradosso, aveva già collaborato con Fenizi per le musiche de “Le luci dell’ombra”, il primo film del giovane regista foggiano. A ristorare  gli attori e il pubblico in sala, che i Terranima hanno fatto ballare al ritmo della taranta garganica, ci ha pensato, a fine concerto, il rinfresco offerto dagli organizzatori dell’evento Simona Sala e Francesco Cicolella, un gesto che ha consolidato quell’idea di familiarità, già instauratasi sul set fra regista, tecnici e attori e che si è ricreata ieri sera con il pubblico, come ha mostrato l’aiuto-regia Maria Antonietta Di Pietro, che ha ringraziato la Sala e chi, come lei, fa la differenza fra «i venditori di film e gli amanti del cinema».