Migliaia di lavoratori sono scesi in piazza ieri, a Roma, per manifestare contro il precariato e le politiche di stabilità nel nostro Paese. Ad organizzare la manifestazione dal titolo ‘Il lavoro prima di tutto’, il sindacato Cgil, che ha visto in prima fila con i manifestanti il suo segretario, Susanna Camusso. «Non c’era bisogno di mettere dei professori al governo – ha detto durante la manifestazione la segretaria della Cgil – ; per fare così non c’era bisogno…Torneremo in piazza il 14 novembre, con tutto il sindacato europeo». Sì perché le collaborazioni con il resto dell’Europa non sono mancate neanche ieri. In contemporanea a Londra il Tuc, sindacato inglese con segretario Brendan Barber, ha organizzato una manifestazione sullo stesso tema, ‘A future that works’ durante la quale sono stati letti messaggi in italiano.
Dal palco in piazza San Giovanni «La politica del rigore e dell’austerità non solo è fallita ma è la grande colpevole delle difficoltà di questo paese – ha denunciato la Camusso -. In Italia si è scelto di investire nella finanza invece che nella produzione e nell’industria. La responsabilità è dei governi che negli anni hanno guardato da un’altra parte e di chi nega e che dice che non debba esserci un intervento pubblico nel comparto». E ha continuato: «Oggi è tempo di scegliere. Se il tempo continua a passare, ogni giorno ci sarà qualche speranza in meno. La luce in fondo al tunnel c’è se ogni giorno curiamo e difendiamo il lavoro, altrimenti il Paese non si salva. In Italia bisogna difendere la legalità e la trasparenza. Il governo ha condizionato il presente – ha insistito – e se con la legge di stabilità crede di condizionare anche il futuro, noi lo impediremo».
Sulla legge anti-corruzione «Si reintroduca il falso in bilancio. Il governo non può essere tanto forte con i deboli e poi tirarsi indietro sulla corruzione. C’è troppo rigore per i lavoratori e troppe cortesie per i corrotti – ha detto ancora il segretario -; bisogna combattere una politica che sta determinando un progressivo impoverimento del Paese. Perché non si può dire a due generazioni che il loro futuro è la precarietà».
Forse si inizia a muovere qualcosa!!!!!
Chissà!!!
Staremo a vedere.
Mancano tutte le altre sigle Sindacali, ed è un male, che ci lascia riflettere, e perplessi.