A Radio Kabul non c’è un conduttore: c’è un sultano. Al suo fianco nessun co-conduttore: solo fedeli guardiani del tempio. Di co-conduttrici ancora meno: a Kabul va bene la donna…ma fino a un certo punto. A Radio Kabul non si esprimono opinioni…si lanciano fatwe: decidendo chi è buono e chi è cattivo, cosa leggere e cosa non leggere. A Radio Kabul le spie funzionano, ma pure loro fino a un certo punto: riferiscono al sultano, qualche volta sbagliano il soggetto, altre volte scambiano un articolo con un post su un social network…E il sultano va in confusione. Radio Kabul ogni tanto ospita qualcuno: sono gli emiri. Quelli che non contano una cippa, ma che se invitati a Kabul…Come quando l’Arabia Saudita invita l’emiro del Kuwait…e che puoi non andarci?
A Radio Kabul si sono inventati un gioco, così per intrattenimento, come ogni buona trasmissione radiofonica…Si chiama “spara tu, che sparo io”: ogni guardiano del tempio ne spara una, anche più di una, anche ad occhi chiusi…poi, soltanto poi, si vede se hanno centrato l’obbiettivo…spesso non viene centrato, ma a Radio Kabul non te lo dicono: il pubblico già si è divertito, il gioco è finito…e poi, tanto, che ce ne fotte? Per ascoltare Radio Kabul non è che dovete essere per forza di Beirut o di Ramallah…il sabato e la domenica sembra che, per qualche strano fenomeno di frequenze radiofoniche, anche a Cerignola arrivi Radio Kabul…E se vi sembra di sentire parlare “cerignolano” invece che arabo, non preoccupatevi…mò i sultani sò moderni…e pure multilingue!