Domenica scorsa, 11 maggio, l’appuntamento con Indiegesto, un evento artistico pensato dal Laboratorio sociale Resurb per provare a dare una sterzata culturale ad una città appisolata e adagiata culturalmente su un comodo letto di piattume. Il tutto attraverso l’incontro, in una giornata, delle proposte giovanili culturali più interessanti all’interno di 10 laboratori. Oltre 150 partecipanti, tra musica, arti, cucina e creatività. «Indiegesto – ha dichiarato a margine dell’iniziativa Vincenzo Colucci, animatore del Laboratorio ResUrb – è la dimostrazione che i ragazzi di questa città non vogliono più stare ad aspettare che le cose cambino grazie a qualcun’altro, ma sono disposti ad incidere sul cambiamento».
Interessante è ciò che i ragazzi stessi hanno da dire su quello che oramai da qualche anno è un appuntamento fisso. «Un modo per esprimere la nostra creatività e provare ad aprire la propria mente» afferma Ruggero, 16 anni. «Dal pretesto dei laboratori è nata una bell’esperienza di partecipazione, unica in questa città» sostiene invece Gaetano, di soli 14 anni. Per il diciottenne Francesco invece è «un modo per noi ragazzi per fare qualcosa di diverso, uscire fuori di casa, abbandonando Facebook e la tv, e incontrare gli altri». «La possibilità attraverso i laboratori di scoprire i propri talenti, tramite la creatività». Questo l’Indigesto di Alessandro, 16 anni. Annasiria, 15 anni, invece fa il bilancio delle sue partecipazioni ad Indiegesto. «Dal mio primo indiegesto sono cambiata tanto, non voglio più sentirmi inutile ma dare il mio contributo a rendere migliore questa città». «La fuga dalla banalità per tanti ragazzi sulla strada dell’espressività e di scelte indipendenti», questo l’Indigesto di Antonella, 23 anni. Ciò che affiora dal pensiero dei giovanissimi partecipanti è il bisogno di spazi d’espressione. «Non vetrine in cui mostrarsi», specifica Antonio, ma luoghi di crescita. Così la volontà di cambiare l’esistente prende forma sulle ali della partecipazione e del senso di comunità.
Altro che i 7/8 ragazzini viziati di Metta.
Cavoli è vero sono in tanti questi ragazzi.
Non come quei quattro sparaquaglie dei seguaci di Frango.
Si Frango, quello del movimento politico di quell’uccello che porta i bambini.