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    “Letture al chiaro di Luna” con “Il Barone Contro”

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    Al via, ieri, con Raffaele Vescera e la sua ultima fatica, “Il Barone contro”, la serie di appuntamenti estivi con i libri e con le stelle, “Letture al chiaro di Luna”, promossa dall’associazione di promozione sociale “OltreBabele Aps” e il Club Unesco, in collaborazione con GAL Piana del Tavoliere, Comune di Cerignola e Masserie. «Un progetto -commenta Giovanni Martiradonna, Presidente del Club Unesco Cerignola- nato da un’idea di Rossella Bruno di OltreBabele, che si inserisce a pieno titolo nello spirito delle nostre attività, ovvero promuovere la lettura e la cultura con un’attenzione particolare alla promozione del nostro territorio». «Un’iniziativa, la nostra -aggiunge la Bruno-, che va a riempire, almeno in parte, il vuoto culturale che ormai da anni la nostra città lamenta, specie durante la stagione estiva. Anche quest’anno, vi è la clamorosa assenza di un cartellone estivo di iniziative promosso dalla nostra Amministrazione Comunale, per i tanti cerignolani che, causa crisi, non andranno in vacanza. E allora, abbiamo pensato di proporre un’offerta culturale estiva e di intrattenimento, con ben quattro appuntamenti, a costo zero. Dimostrazione che quando si vuole, si può». Protagonista della serata di apertura di “Letture al Chiaro di Luna”, moderata da Pasquale Braschi, Raffaele Vescera, scrittore e giornalista foggiano, che ha presentato anche ai cerignolani, nel Chiostro dell’ExOpera, la sua ultima fatica letteraria, “Il Barone Contro”.

    Il romanzo, “antistorico e antieroico” – come lo ha definito l’autore stesso- è incentrato sulla vicenda dei baroni Lombardo di San Chirico, famiglia dell’aristocrazia illuminata napoletana che si è battuta contro il feudalesimo e per la trasformazione costituzionale della monarchia. Nobili che hanno messo in gioco la propria esistenza, rinunciando alle prerogative di ceto e pagando con l’esilio, la confisca del patrimonio e a volte con la stessa vita, l’aspirazione per il nuovo patto sociale che i tempi imponevano. I baroni Lombardo di San Chirico, liberali per tre generazioni, vivono tutte le vicende rivoluzionarie del Regno di Napoli, dal 1799, al 1820, al 1848, fino all’Unità d’Italia, un momento storico che delude il loro iniziale entusiasmo poiché, anziché favorirne l’inclusione, il nuovo stato italiano considera l’ormai ex Regno delle Due Sicilie al pari di una colonia, emarginando i liberali e associando al potere i conservatori trasformisti. Don Felice Lombardo, quarto barone di San Chirico, è il più avventuroso della sua stirpe. «Don Felice – scrive Pino Aprile nella prefazione del romanzo- è un uomo di passaggio fra una direzione della storia e un’altra (…) è una sintesi della tragedia dell’Unità d’Italia”. L’opera traccia resoconti storici ‘dell’Unità malfatta del nostro Paese’ ed esprime il punto di vista dell’autore sul presente attraverso l’indagine del passato, con il suo gusto per la ricerca d’archivio e per la documentazione. Dichiara in modo inequivocabile il pensiero di Vescera sul Sud, sull’Italia, sulla sua unità incompiuta. 

    «Il mio è un romanzo antistorico e antieroico – commenta Vescera a lanotiziaweb- perchè racconta un’altra storia. Non quella ufficiale scritta dai vincitori e riportata nei libri di scuola, ma la storia raccontata dal punto di vista dei vinti. Quello che volevo era riportare alla luce una verità storica misconosciuta e quelle storture e quelle brutture alle quali noi meridionali andammo incontro per favorire un processo, a tratti forzato, di unità con il resto della penisola. Un Mezzogiorno messo a ferro e a fuoco dalle truppe di occupazione sabaude. Un milione di morti su nove milioni di abitanti del Regno delle due Sicilie. Con l’invasione fu ridotto in miseria il terzo stato più industrializzato di allora dopo l’Inghilterra e la Francia. Furono svuotate le ricche banche meridionali, furono messe in ginocchio le grandi fabbriche per spostarne le produzioni al nord. Intere città furono saccheggiate e rase al suolo, l’unità si raggiunse con le armi, con il sangue e con il saccheggio e il Sud fu reso una colonia del nord». Un divario che ancora oggi esiste e sembra allargarsi sempre di più. «Se il Sud produce il 25% del Pil nazionale e consuma il 95% dei beni prodotti al Nord – aggiunge Vescera-. Se riceve solo il 3% dei finanziamenti destinati alle scuole, se registra il 60% di disoccupazione e guadagna il 40% in meno. Se per la tratta Roma-Bari vi sono solo tre treni al giorno e si viaggia in carrozze obsolete». Sembrano profetiche le parole di amarezza affidate al protagonista de “Il Barone Contro”: «L’Italia, se si farà, diventerà una nazione fondata sull’opportunismo; e la torre di Pisa, che pende a destra o a sinistra, secondo la posizione di chi guarda, sarà la sua bandiera». 

    Dopo il tuffo nella storia dell’Unità d’Italia con Raffaele Vescera, a breve i prossimi appuntamenti di “Letture al Chiaro di Luna” in alcune delle più belle masserie del nostro agro.

    18/07: “A sud-il racconto del lungo silenzio” di Gianni Rinaldi.

    25/07: “Olivo e olio: quesiti e curiosità” di Danilo Tavano.

    22/08: “Il segreto della Torre” di Pasquale Braschi.

    29/08: “C’era una volta…fiabe per ogni mese” di Nicola D’Andrea.

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