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    Caso Sia, si rischia un Asia-bis?

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    La situazione del ciclo rifiuti della provincia di Foggia si avvia a una nuova stagione di profonde difficoltà, dai crediti dei principali comuni, a una gestione abbastanza complicata per una partecipata che sta mostrando tutte le criticità delle aziende di settore così strutturate; lo spauracchio di una differenziata mai realmente avviata e, soprattutto organizzata, disegna un quadro assai più complesso proprio per il comune di Cerignola. Nel primo Consiglio comunale è stato il Sindaco Franco Metta ad esternare la grande preoccupazione per i debiti che la città ofantina ha con la Sia, azienda depositaria di tutto l’indotto rifiuti di alcuni dei principali comuni del basso tavoliere e altri della Bat. Ancora ieri il Sindaco scriveva su facebook: «Cerignola è sporchissima. La SIA è incapace di tenere la città pulita. Per quanti sforzi si vogliano fare. Questa è la realtà. Poco personale. Pochi mezzi e quei pochi sempre sfasciati. Chissà come mai. Per me è una grande amarezza. E la conferma che bisogna fare qualcosa».

    Il peso, in termini di costi vivi dell’azienda partecipata, è talmente elevato che evidenzia due problemi essenziali: da una parte le spese mensili, con circa un milione di euro; dall’altra – ed è collaterale al primo problema – l’impossibilità dei contratti di servizi, troppo bassi, di investire economicamente in ampliamenti vari o progetti, come ad esempio la differenziata; inoltre, Sia vanta crediti da molti dei comuni serviti, con cifre in taluni casi consistenti (solo Cerignola deve 4,8 milioni di euro circa, ndr). In relazione all’ultima Legge di Stabilità si precisa che le partecipate, come Sia, non possono avere un costo stipendi superiore al 50% del fatturato totale. L’azienda, con a capo l’architetto Vasciaveo, ha un monte stipendi che arriva quasi al 70% dell’intero bilancio e non per gli emolumenti d’oro o per la presenza di numerose unità lavorative, ma semplicemente perché i contratti di servizio di Sia sono ampiamente sotto la media nazionale dei costi.

    lanotiziaweb.it
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    Ai problemi di gestione aziendale si aggiungono, in modo assai pesante, quelli logistici del Consorzio, proprietario di Sia: la discarica Forcone-Cafiero, di proprietà del Consorzio, ormai è al collasso e prima di settembre dovrà bloccare la propria attività perché, avendo accolto (negli anni) rifiuti da tutti i comuni del Gargano che nel periodo estivo triplicano la produzione, il tutto affrontato con leggerezza dagli amministratori del consorzio stesso (ovvero da tutti i sindaci dei comuni interessati, ndr), risulterà satura; non c’è possibilità di ampliamento per questioni economiche, poiché l’autorizzazione concessa da Regione Puglia alla costruzione del sesto lotto, si è limitata al solo “si” e non al co-finanziamento del nuovo comparto: il consorzio dovrebbe quindi investire in proprio. Su questo punto il Sindaco è intervenuto, affermando: «finché ci sarò io non si costruirà alcun nuovo lotto in discarica», anche se la decisione è in capo al consorzio, del quale Cerignola detiene il 44% delle quote. Inoltre il Prefetto di Foggia, intervenuto sull’argomento ha riferito, come affermava Metta in Consiglio comunale, che si potrà scaricare, momentaneamente, presso la discarica di Foggia (con un aumento della tassa rifiuti per i cittadini, ndr), anche se Sia sembra essere allo scuro della manovra e il rischio Taranto persiste. La situazione al momento, con ogni probabilità, sembra una procedura tesa a un possibile fallimento della Sia, propedeutico a un riordino ma cieco, a quanto pare, di fronte alle numerose problematiche che una manovra di questa portata, una sorta di Asia-bis, comporterebbe, su tutti i circa 300 dipendenti che sconterebbero colpe di una cattiva gestione passata e presente. Giannatempo, nella scorsa amministrazione, utilizzava gli anticipi di cassa per far fronte all’emergenza e cercare di mantenere il servizio di Sia in città piuttosto costante; oggi sanare i debiti pregressi sembra fatto complesso e le immagini dei cassonetti a Cerignola, in questi giorni, assediati da colonie di ratti e cumuli di immondizia, lasciano spazio a poche interpretazioni.

    1 COMMENT

    1. Adesso che per smaltire i rifiuti di altri centri la mega discarica Forcone è esaurita noi cittadini dobbiamo pagare aumenti, quando se fosse stata utilizzata solo per noi avremmo potuto tirare avanti per decenni, e senza nel frattempo aver avuto abbassamenti in bolletta.
      Praticamente cornuti e mazziati.

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