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    Il Liceo “Einstein” ed il Club per l’Unesco c’invitano a…prenderla con filosofia

    Celebrata la Giornata Mondiale della Filosofia in un partecipato incontro

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    Si è svolto nel tardo pomeriggio di martedì 22 novembre, presso l’Auditorium del Liceo Scientifico “Albert Einstein” di Cerignola, il convegno “Fa’ la scelta giusta: prendila con filosofia”, evento organizzato nel periodo della giornata internazionale della filosofia, che per convenzione cade il terzo giovedì di novembre, e patrocinato dal Club per l’UNESCO di Cerignola. L’incontro si poneva l’obiettivo di rispondere agli interrogativi concernenti il rapporto fra la filosofia ed il mondo del lavoro, focalizzando l’attenzione proprio sul fatto che negli ultimi tempi vi siano spazi non indifferenti aperti a ragazzi provenienti da percorsi di studio filosofici. A fare gli onori di casa nei confronti di un pubblico accorso numeroso ed interessato, la dottoressa Loredana Tarantino, dirigente scolastica del Liceo, che ha aperto l’incontro con una delle massime di Socrate che più le stanno a cuore: «La filosofia inizia col meravigliarsi». Ai saluti della dirigente scolastica seguono quelli del dottor Giovanni Martiradonna, presidente del Club per l’UNESCO di Cerignola, che tiene a sottolineare come sia importante che nel mercato del lavoro vi siano figure provenienti anche da percorsi di studio umanistici e, con soddisfazione, che «il Club per l’UNESCO di Cerignola è l’unico, oggi, a celebrare la giornata della filosofia in Italia».

    La discussione entra nel vivo con la dottoressa Dorella Cianci, Dottore di ricerca presso l’Università LUMSA di Roma, direttrice della Rivista “Amica Sofia Magazine”, nonché firma de “La Domenica del Sole 24 ore”, che parlando dei suoi studi (Laurea in Filologia Classica) e delle sue esperienze in campo lavorativo, rimarca che è bene proporre la filosofia ai bambini non come ulteriore disciplina da aggiungere alla altre, bensì «come base di sviluppo, quindi da non banalizzare. La filosofia ha il compito di potenziare lo spirito critico». Parlando anche della rivista che dirige, dichiara che fra gli obiettivi della stessa vi è quello di «aiutare il bambino, poi ragazzo, poi uomo, a leggere la realtà in modo in cui prima non era abituato a fare». Di notevole interesse il tema del mito maieutico (conosciuto anche come “mito socratico” o “della levatrice”, perché con esso si mirava a far “partorire” all’altro ciò che realmente pensava), il cui uso da parte del mondo occidentale è stato definito dalla dottoressa Cianci, senza mezzi termini «una delle più grandi fesserie partorite». Socrate basava questo metodo su domande e risposte tra lui e il suo interlocutore, confutandone una per una quelle che riteneva infondate, per poi portare gradualmente alla luce l’infondatezza delle convinzioni che si è abituati a considerare come scontate e che invece, dopo un attento esame, si rivelano essere nient’altro che pure opinioni. «Prendendo così Socrate, noi occidentali ci siamo arrogati il diritto esclusivo di pensare – ha proseguito -, quando invece la filosofia serve a mettere in discussione la filosofia stessa! Socrate c’ha fatto comodo, perché siamo diventati maieutici solo con il nostro di pensiero». «La filosofia – continua Cianci – è prettamente maschile, almeno nelle origini, perché nasce da un’invidia ancestrale dell’uomo che, non potendo generare fisicamente figli, partorisce idee».

    Parola poi al dottor Michele Merlicco, da poco laureato in Filosofia ed ex studente proprio del Liceo “Einstein”. Egli pone l’attenzione sul rapporto intercorrente fra lettura e pensiero, asserendo come la prima rappresenti «un tentativo di instaurare una conversazione “colta”, evidentemente immaginaria, che nella vita di tutti i giorni difficilmente potremmo fare». Proseguendo, il dottor Merlicco ha preso ad esempio Benedetto Croce, a suo avviso, il più grande filosofo che l’Italia abbia avuto, sottolineandone la figura di anti-accademico. Alla domanda sul perché parlare di filosofia a Cerignola, ha risposto evidenziando che la nostra realtà «ha bisogno di cultura e di tutto ciò che ad essa si collega. E questo è un impegno che Cerignola deve assumersi e che non può più rimandare», concludendo con un invito a tenere sempre stimolata la propria curiosità.

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    Sul finire del convegno, si sono registrati interessanti interventi di alcuni dei docenti dell’Istituto, i quali hanno messo in evidenza come l’attuale sistema scolastico renda molto complicato attuare un tipo di formazione come quello filosofico che, per sua natura, dev’essere spontaneo e non incastrato dai troppi vincoli di programmi, e che anche la vita della realtà cittadina circostante non funge da stimolo in tale direzione. In particolar modo, ha colpito un’osservazione fatta da una docente seduta in prima fila, che lancia il cosiddetto “sasso nello stagno”: «Oggi nulla aiuta a pensare, a sviluppare il pensiero. La città ancora meno. Il numero di librerie dovrebbe essere almeno pari a quello delle pizzerie. Si fa fatica a far comprendere il valore della filosofia perché, a volte, si ha a che fare con soggetti con tasche piene e teste vuote». E, rivolgendo un appello a tutti, anche a sé stessa, conclude: «Riappropriamoci della nostra arte, che è quella del dare e ricevere!». Cerignola è stata invitata a scuotersi, a stimolare sé stessa, a rivedersi sotto una prospettiva con la quale non era abituata a fare. Insomma, da quest’incontro sono stati gettati dei “semi”: sarà il nostro un “terreno” capace di dimostrarsi fertile, tanto da farne generare nuovi frutti?

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