«Appendere la divisa al chiodo non è mai una cosa semplice e non lo è stato nemmeno per me. Lo scorso 3 luglio ho messo la parola fine a un percorso fatto di momenti di grande entusiasmo, di successi, sconfitte, delusioni e, perché no, tante vittorie. E chi mi conosce sa bene di cosa parlo». Con queste parole Giuseppe Marinaccio, per 28 anni in servizio presso il Commissariato di Cerignola, si racconta a lanotiziaweb.it, a poco più di un mese dalla quiescenza per sopraggiunti limiti di legge.
«Arrivai al Commissariato di Cerignola l’1 gennaio 1989 da Milano; una città complessa e difficile Cerignola, specie in quegli anni, ma la cosa fin dai primi momenti non mi ha mai spaventato ma, piuttosto, spronato nel fare sempre meglio. Questa città mi ha adottato fin da subito e la stima e le amicizie che conservo a Cerignola sono parte integrante della mia vita». Già dai primi anni giungono i successi in campo lavorativo: «Difficile elencare tutte le operazioni e le indagini alle quali ho preso parte ma, sicuramente, ci sono alcune che conservo nella memoria con più evidenza, come l’omicidio presso l’Ospedale cittadino del dott. Francesco Ferruccio. Intervenimmo subito e proprio io catturai il responsabile, tanto che nella successiva Festa della Polizia venni promosso per meriti speciali».
Dal lavoro alla famiglia, cresciuta e ormai integrata nel centro ofantino. «Felicemente sposato dal dicembre del 1998, e padre di due splendide bambine, Federica e Vittoria, conservo anche un episodio abbastanza singolare: proprio Federica, la primogenita, è stata la prima bambina ad essere nata nel nuovo Ospedale Tatarella». Infine, il ricordo commosso per questa città e per quanto fatto in quasi trent’anni di servizio. «Mi ritengo certamente una persona fortunata, un poliziotto fortunato, perché ho svolto sempre il mio lavoro onestamente, e anche se ora non indosserò più questa divisa porterò sempre nel cuore un grande rispetto per la Polizia».
Auguri Collega Pinuccio. Collega , due volte , in quanto sono 18 anni che ho compiuto la tua stessa decisione indipendentemente dalla foggia o colore della divisa che abbiamo onorevolmente indossato. Concordo perfettamente con te che, pur indossando abiti civili , il rispetto verso il Corpo di appartenenza rimane indelebile. Non solo, ma il fatto di aver svolto la propria attività per anni, pur da quiescente rimane indissolubile il legame con il medesimo Corpo tanto da sentirsi sempre e comunque poliziotto o vigile urbano. Un caro saluto.
auguri e grazie per il contributo a favore dei cittadini onesti che sono sempre la maggioranza. gli si vergognino.
gli altri non onesti, si vergognino. grazie
tu non ste’ bun’,,,,,,,cacchio c’entra ” gli altri non onesti si vergognino grazie”??
hai problemi…..
e tu sei un cretino sacc’………………………..sei forse disonesto e quindi hai la coda di paglia?
28 anni di infamita hahhha