Da sempre al centro dei traffici e dello smercio all’ingrosso di droga tra sud e nord Italia, Cerignola è anche il luogo in cui di fatto si decide rispetto al commercio di droghe nuove da immettere opportunamente sui mercati dello spaccio di mezza Italia. La vicinanza con i balcani, i traffici in mare mutati dalla sigaretta di contrabbando alla panetta di stupefacente, hanno fatto la fortuna della criminalità del luogo che negli anni si è specializzata anche in questo settore affinando la propria capacità di gestione dei traffici oltre che la penetrazione nei mercati dello smercio più redditizi. A dirlo sono non solo le indagini giudiziarie degli ultimi vent’anni, che hanno visto implicazioni a volte anche extraregionali, ma anche il numero e le quantità dei sequestri che Polizia e Carabinieri compiono quasi quotidianamente. E se il commercio dei tre stupefacenti più utilizzati cocaina, hashish e marijuana rappresenta il core business di certe organizzazioni, si assiste anche all’aggiunta di altre tipologie di droghe, il più delle volte di sintesi.
Proprio all’inizio del 2017 furono ritrovate all’interno di un Apecar parcheggiato in piazza Ventimiglia alcune dosi di Shaboo. Si tratta di una droga sintetica la cui dose standard è di un decimo di grammo. Si fuma o viene inalata. Si presenta sotto forma di cristalli di sale che determinano un effetto otto volte superiore a quello della cocaina. Una droga che appartiene al macro gruppo delle anfetamine, in genere poco diffuse nel basso tavoliere, ma che, sequestri alla mano, di fatto viene venduta anche nel foggiano. Tra gli effetti collaterali ci sarebbero addirittura effetti visibili sulla pelle, caduta di denti e capelli, oltre a disfunzioni di diversi organi. In un territorio che recita il ruolo di market da protagonista, sbarcano quindi anche stupefacenti nuovi ad alto rischio: shaboo, ma anche crack, ecstasy, mdma, ketamina e qat. Ma non è tutto, perché anche sugli stupefacenti classici si assiste ad una speculazione per aumentare i ricavi. Dal taglio sempre maggiore della cocaina con lassativi o altri prodotti farmaceutici, fino alle nuove marijuane; è di pochi giorni fa il sequestro – ad opera dei Carabinieri di Cerignola – di una piantagione di “erba vietnamita”, una varietà che garantisce tre fioriture all’anno, tutte caratterizzate da un’alta produttività.
Se la criminalità si attrezza per diversificare i redditi dal mercato dello spaccio, oltre alle forze dell’ordine a lanciare l’allarme è il comparto sanitario, con medici e farmacisti in prima linea che assistono quotidianamente a fenomeni di assunzione di tali sostanze, anche da parte di minori. Dalla classica “canna” alle nuove droghe psicoattive il dato più allarmante, sostanza a parte, resta allarmante il crescere del consumo, soprattutto nella fascia tra i 16 e i 24 anni. Un recente studio del CNR ha confermato che se per tabacco e alcolici il consumo è stazionario o appena in calo, per l’uso di stupefacenti il segno è più che positivo.
Gennaro Balzano
La Gazzetta del Mezzogiorno