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    Don Ciotti ai cerignolani: «Per sconfiggere la mafia dobbiamo eliminare la mafiosità che è in noi»

    Il secondo incontro del presidente dell'associazione Libera si è tenuto al teatro "Mercadante"

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    «Non voglio che si dica che questa sera è venuto Luigi Ciotti. Io rappresento un noi, non un navigatore solitario. C’è bisogno di un noi per il cambiamento». Esordisce così Don Luigi Ciotti, presidente di Libera che ieri sera ha incontrato la cittadinanza presso il teatro “Mercadante”, al termine della due giorni che lo ha visto a Cerignola già nella giornata di martedì, quando ha incontrato gli alunni di scuole elementari, medie e superiori. È un fiume in piena Don Ciotti che – accompagnato sul palco dal referente del presidio cittadino di Libera Gaetano Panunzio, da Don Pasquale Cotugno, direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro, dal Vescovo Mons. Luigi Renna e dal Vicesindaco Rino Pezzano – non si limita a ripercorrere la storia di Libera, ma ne spiega lo spirito, fondato sull’identità e sull’impegno collettivo: «Coraggio e umiltà non richiedono eroismi, ma generosità e responsabilità. Nessuno è necessario o insostituibile, ma nessuno può agire al nostro posto. Tocca a noi fare la nostra parte: delegare la nostra responsabilità vuol dire rinunciare alla nostra libertà». E ancora: «State alla larga dai navigatori solitari, da chi pensa di aver capito tutto, salutatelo da parte mia», prosegue sarcastico Don Ciotti, che sottolinea la necessità di essere umili ma curiosi (concetto su cui ha insistito già nel suo incontro con gli alunni). «Siamo tutti piccoli, ma sentiamo fortemente il bisogno di interrogarci. Dobbiamo continuare ad approfondire per conoscere: è questa la nostra responsabilità».

    Don Ciotti mette in guardia da un approccio falso e scorretto alla legalità: «Molto spesso chi si nasconde dietro la legalità è il primo a calpestarla. Il nostro compito è quello non di educare alla legalità, ma di educare e basta». Quest’anno la “Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie”, il prossimo 21 marzo, farà tappa a Foggia; una scelta, come spiega Don Ciotti «non nata in seguito allo shock dei fatti di San Marco in Lamis ad agosto, ma già a maggio. Perchè il grido di così tanta gente imponeva una riflessione importante». Ma se, come già ribadito dal presidente di Libera al “Pala Dileo”, non è una sola giornata a cambiare le cose, è proprio in occasioni come queste che «bisogna fare vedere e conoscere tutto il bello e positivo che c’è. Tutte quelle cose che non fanno notizia ma che meritano di essere sostenute. Certamente non si possono dimenticare le cose che non vanno – continua – ma bisogna ricordare con rispetto di chi ogni giorno fa la sua parte con umiltà e coraggio».

    L’invito che Don Ciotti, congedandosi, rivolge a tutta la cittadinanza è assai incisivo: «Per sconfiggere la mafia dobbiamo eliminare la mafiosità che è in noi, a partire dalla corruzione. Ma non scoraggiamoci difronte a quello che sta succedendo. Il ‘morso dei più’ deve appartenere a tutti quanti. Siate orgogliosi di appartenere alla vostra terra». Significativi anche gli interventi in apertura del vescovo Mons Luigi Renna e Don Pasquale Cotugno, che hanno unanimemente esortato a tenere alta la guardia sulla “zona grigia” –come l’ha definita Mons. Renna – in cui la criminalità prospera assumendo un atteggiamento civico critico e responsabile.

    4 COMMENTS

    1. Il lupo il pelo cambia, ma non il vizio. Buona parte dei cerignolani , non vogliono migliorare. Hanno nel DNA altre culture …. e non cresceranno mai ….

    2. Non è una critica nè una polemica, ma un prete non dovrebbe pensare alla cura delle anime e lasciare a chi viene pagato il compito di occuparsi e risolvere i problemi sociali compresi quelli legati alla mafia? Il suo operato è encomiabile ma lo sarebbe ancora di più se facesse il prete a tempo pieno e si preoccupasse di più di adempiere ciò che è il suo ministero sacerdotale.

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