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    “SOS bullismo e droga”, incontro formativo a Cerignola svoltosi all’Auditorium Salesiano

    Seminario organizzato dall'Opera diretta da don Dalessandro e dalla Croce Blu

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    Le cronache delle ultime settimane fanno registrare quella che ha i connotati di una vera e propria emergenza fra i nostri adolescenti, evidenziando quanto il bullismo sia diventato a tutti gli effetti una piaga i cui danni sono addirittura amplificati da un uso più che mai deleterio delle tecnologie contemporanee. Si è discusso di questo e di molto altro in un incontro formativo, nel pomeriggio di sabato 28 aprile a Cerignola, presso l’Auditorium Salesiano di via San Domenico Savio. Titolo del seminario è «SOS bullismo e droga», organizzato dall’Opera Salesiana e dalla Croce Blu, presieduta da Marilena Traversi. Il pubblico al quale il seminario è rivolto è essenzialmente quello dei ragazzi in età scolare e a spiegare quali obiettivi si ponga è don Fabio Dalessandro, direttore dell’Opera Salesiana, a lanotiziaweb.it: «Aldilà del fatto che notizie legate a queste forme estreme di devianza dei ragazzi siano ormai all’ordine del giorno, questo incontro è in continuità con un cammino formativo fatto in Oratorio e nel Centro Giovanile dei Salesiani qui a Cerignola. Abbiamo puntato molto sull’educazione all’affettività e alle emozioni e legato a questo c’è stato anche un discorso di recupero, dal punto di vista educativo, da tutte quelle forme che spesso sono di evasione che degenera in violenza nei confronti di coetanei ed anche dei più piccoli. Abbiamo pensato di vivere questo incontro soprattutto con i ragazzi, che vivono episodi di bullismo e cyberbullismo, e io stesso ascolto i racconti che i ragazzi mi fanno, anche episodi meno gravi ma comunque situazioni di disagio che possono vivere in classe».

    Come si evince dal titolo, l’altro tema del dibattito è quello dei problemi legati all’uso di sostanze che causano dipendenza: «Stanno acquistando sempre più piede quelle droghe moderne, chimiche che oggi si assumono in locali, discoteche o nelle feste organizzate», sottolinea don Dalessandro. Il quale lancia l’allarme anche sulla nostra realtà: «Un fenomeno che qui a Cerignola è diffusissimo è quello del fumo: una grossa percentuale di ragazzi ne ha fatto uso. Così come un altro problema è quello dell’abuso di alcol». E in questa difficile partita contro il disagio giovanile, l’istituto della parrocchia può giocare un ruolo fondamentale: «Il primo destinatario del suo compito è proprio la famiglia e la sua educazione: l’essere informati e l’essere aiutati ad affrontare queste problematiche. Il secondo elemento è il contatto con i ragazzi. Abbiamo la fortuna di avere a Cerignola questo Oratorio che è frequentato da tantissimi giovani. Con gli educatori, con l’equipe pastorale educativa – conclude don Fabio Dalessandro – cerchiamo di dare prima ai ragazzi e poi ai genitori le giuste “vaccinazioni” contro i rischi di oggi».

    Relatori del partecipato incontro sono stati gli psicologi Giovanni Dipaola ed Anna Rita Ungaro. Il primo ha illustrato agli adolescenti in sala caratteristiche e contromisure da adottare nei casi di bullismo e cyberbullismo. Il bullo è un soggetto aggressivo, impulsivo, scarsamente empatico e con la forte esigenza di dominare l’altro. La vittima, al contrario, è debole fisicamente e psicologicamente, svantaggiata e quindi a forte rischio di essere dominata. «I bulli tendono ad incontrarsi con coloro i quali assumono comportamenti simili asserisce Dipaola che, allargando il suo focus anche sul più sottile, ma non meno pericoloso, fenomeno del cyberbullismo, fa notare che «è una forma velata che tende ad escludere ed a mettere sul piatto la vittima attraverso foto, messaggi, video. Si caratterizza per un uso improprio, sbagliato delle tecnologie, fatto per danneggiare gli altri». Quale strada seguire per eludere questi rischi? «Innanzitutto, non ci dobbiamo vergognare di quello che accade e di raccontare ciò che vediamo – sottolinea lo psicologo -. Isolarsi è una scelta sbagliata perché è inopportuno tenersi tutto dentro, semplicemente perché altri amici possono essere vittime di questi episodi. Occorre chiedere aiuto: farlo non è un atto di debolezza. Soprattutto l’appello è che se ne parli con una persona adulta, fidata, che sappiamo potrà darci una mano».

    È il turno della dottoressa Anna Rita Ungaro, che illustra alla sua platea gli enormi rischi che si annidano nell’uso di certe sostanze che possono condurre alla dipendenza. Si parte dall’alcolismo con le sue conseguenze fisiologiche, psicologiche e sociali: «Un alcolizzato non riesce più a stare nella società e si isola. Comincia con il primo bicchiere, cerca di interrompere il consumo ma la dipendenza glielo impedisce, nonostante sia a conoscenza delle conseguenze a cui porta l’assunzione di alcol. La dipendenza – prosegue la Ungaro –provoca il conseguente sforzo di procurarsi l’alcol». La relatrice porta all’attenzione dell’uditorio dati spaventosi che testimoniano quanto i nostri adolescenti siano fra i più precoci, a livello internazionale, a fare assunzione di sostanze alcoliche, sin dall’età di 12 anni, con un conseguente appello ad uno stringente monitoraggio del fenomeno agli organi competenti. Un altro problema che sta ammorbando i nostri giovani è quello del gioco d’azzardo, un vero e proprio disturbo comportamentale che soltanto nel maggio del 2013 è stato inquadrato come dipendenza. «Rientra nella categoria dei disturbi del controllo degli impulsi» – dichiara la psicologa e psicoterapeuta -, che traccia anche un profilo dei giocatori: «C’è quello occasionale che, se vince, mette la sua vincita in tasca, ad esempio, per una pizza o un paio di scarpe nuove. C’è poi il giocatore patologico, quello socialmente vulnerabile, che reinveste la vincita, perdendo. La realtà è che tutti i tipi di gioco, anche quello on line adesso in voga, sono stati creati apposta per far perdere». L’appello finale che la relatrice rivolge al giovane uditorio, e che viene sottoscritto anche dal dottor Dipaola e da don Fabio Dalessandro, è quello di tenere sempre bene a mente che sono i ragazzi ad operare le proprie scelte con la propria testa e che avere il coraggio di parlare e denunciare questi problemi è la chiave principale che porta a risolverli.

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