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    «Tre indizi non fanno una prova», Domenico Farina ha presentato il suo nuovo libro

    Evento svoltosi nell'auditorium dell'IISS "Pavoncelli" nella serata di ieri

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    «Un indizio è un indizio. Due indizi sono una coincidenza. Tre indizi fanno una prova», sosteneva Agatha Christie. Per alcuni è così, per altri no. E da qui parte l’avvocato Domenico Farina, ribaltando la tesi della scrittrice britannica, dando alla sua ultima fatica letteraria il titolo «Tre indizi non fanno una prova». Nella serata di venerdì 25 gennaio, ospite dell’I.I.S.S. “Giuseppe Pavoncelli” di Cerignola, l’autore ha presentato la sua opera, con gli onori di casa fatti dal dirigente scolastico, prof. Pio Mirra, e con l’ausilio del giornalista Roberto Russo e di Daniela Tattoli, titolare della libreria Byblios. Dialogando con gli studenti e con il pubblico che ha gremito l’auditorium “Marianna Manfredi”, Domenico Farina ha illustrato quella che è la sua quarta pubblicazione ed il suo primo thriller. Al centro vi è un omicidio efferato e la relativa indagine, difficile e complessa. Sullo sfondo c’è il carcere, le sue mura, i cancelli, le inferriate e la sofferenza che contraddistingue questo ambiente.

    Pochi minuti prima dell’inizio della presentazione, è lo stesso autore a spiegare a lanotiziaweb.it origine e caratteristiche dell’opera, raffrontandola con le precedenti: «Ha più il sapore di un thriller di carattere giudiziario ma, ci tengo a sottolinearlo, la storia è completamente inventata. La cosa nasce da un messaggino seriale che ha girato per un certo periodo su WhatsApp in cui si diceva alle persone, nell’ipotesi in cui avessero trovato un passeggino ai bordi di una strada con dentro un infante, di non fermarsi perché verosimilmente si trattava di malintenzionati. Quando lo lessi mi si sviluppò questa idea. Tutto parte da una signora che, con alto senso civico, si ferma per vedere cosa c’è in quel passeggino ai margini della strada e da lì inizia la sua disavventura: verrà rapita, violentata ed uccisa. Si sviluppa una vicenda – prosegue Farina – che passa attraverso le carceri, attraverso il processo e le sue fasi, toccando degli uomini. Si va da un ispettore di polizia, a un avvocato, a un carcerato, al marito di questa donna, che viene arrestato, e prosegue arrivando ad un finale che credo sia di buon auspicio, nel senso che fa comprendere che la giustizia riesce sempre a trionfare».

    Come nelle precedenti pubblicazioni, fa capolino il personaggio dell’avvocato Franco Alberti. Sul fatto che sia o meno una sorta di suo alter ego, Domenico Farina afferma: «Probabilmente sì, è la mia trasposizione. Sicuramente sarà più bravo ed elegante di me, è un avvocato idealizzato. Franco Alberti, come me, è appassionato di mare, ama molto la famiglia. Vive in una città di mare, che io ho battezzato Sari, e che, come facevo io quando andavo a prendere il caffè in quel bar di Manfredonia che si affaccia sul mare, vicino al Tribunale, fa altrettanto. Come me ha tanti altri interessi, anche la politica. Sì, diciamo che ci somigliamo». Sottolineando quanto abbia tenuto a presentare il suo libro presso l’Istituto ‘Pavoncelli’, in nome dell’amicizia che lo lega al dirigente scolastico Mirra e definendo la sua scuola un’eccellenza, Domenico Farina confessa di avere già diverse idee in cantiere per progetti editoriali futuri: «Quando mi viene un’idea, comincio subito a scrivere. Se me ne viene un’altra, lascio la prima e seguo questa. Ho diverse idee, non nel cassetto ma sul desktop. Ho anche in mente un seguito del primo libro, nel quale toccavo la tematica politica, scanzonato e con riferimento alle vicende attuali. Ma ho anche in mente un altro thriller, diverso da questo, un’altra storia inventata. Insomma, ho bisogno di stare tranquillo con il mio IPad, in casa, seduto sul divano. Alla fine vien sempre fuori qualcosa. Saranno poi i lettori a giudicare se il lavoro va bene o meno». L’interessante serata a cui si è dato luogo è stata anche occasione per un annuncio importante da parte del dirigente Mirra: la Regione Puglia ha riconosciuto all’Istituto di Corso Scuola Agraria lo status di “Masseria didattica”. È un’ulteriore testimonianza di quanto questa scuola abbia saputo ottimamente seminare nel corso di questi anni.

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