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    “Abusivi”, quando il teatro significa integrazione

    Sta per nascere a Cerignola una nuova compagnia teatrale formata da giovani artisti, italiani e stranieri

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    La Cooperativa Sociale Dibenedetto e lo Sportello Immigrazione “Stefano Fumarulo” hanno partecipato al bando della Regione Puglia “Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2018-Azione 2” per la nascita e la costituzione di una compagnia stabile di teatro sociale. Il progetto prevede il coinvolgimento di giovani artisti, italiani e stranieri, affinché raggiungano due importanti obiettivi: supportare i giovani migranti che vi aderiscono in un percorso di inclusione sociale e culturale e offrire a tutti i giovani artisti la possibilità di entrare a far parte di una compagnia teatrale. Della nascente iniziativa, lanotiziaweb.it ne ha parlato con Marcello Colopi, sociologo, regista teatrale e responsabile dello Sportello Immigrazione sito al civico 21 di via Giuseppe Galliano: «Come Cooperativa, da un po’ di tempo, ci occupiamo di laboratori teatrali in ambito sociale. Sono due anni, invece, che stiamo pensando a creare le condizioni affinché nasca una compagnia. La differenza fra essa e un laboratorio è sostanziale: con la compagnia – spiega Colopi – si ha l’ambizione di costruire qualcosa che sia stabile, che duri nel tempo e che soprattutto possa fare e vendere produzioni. Cerchiamo di far nascere questa compagnia come Cooperativa, avendo quindi una struttura giuridica e produrre il nostro primo spettacolo. Se lo spettacolo è di qualità e può avere un suo mercato, si può immettere la compagnia nei circuiti teatrali».

    Com’è noto da un po’, sarà “Abusivi” il nome dato alla compagnia. Il regista ce ne illustra le origini: «Tantissimi anni fa scrissi un testo teatrale che si chiamava “Abusivi”. L’idea nacque perché, in modo ciclico, capitava giustamente che in questa città le Forze dell’Ordine facessero delle azioni nei confronti dei venditori abusivi. Era la fine degli anni ’90 e uno di loro, che oggi purtroppo non c’è più, era il padre di uno dei miei amici d’infanzia. Gli chiesi perché vendesse la roba in modo abusivo. Lui mi rispose che non aveva “le carte in regola” e che non poteva averle. Mi fece fare, però, un’altra riflessione, dicendomi che non avere le carte in regola non significava che vendesse roba brutta. Questo “non avere le carte in regola” è una condizione che oggi viviamo un po’ tutti noi. Anche i giovani vivono in modo un po’ “abusivo”: ci sono, hanno tante cose da dire, ma per farlo devono forzare, essere dirompenti. Ecco, essere abusivi». Il progetto è partito con una raccolta fondi condivisa sui social network grazie al sito specializzato produzionidalbasso.com. È inoltre possibile finanziarlo mediante bonifici bancari, in nome della assoluta trasparenza.

    La nascente compagnia si è, intanto, già rimboccata le maniche: «Al massimo, entro l’ultima settimana di febbraio – dichiara Colopi – partiranno i corsi di formazione per i partecipanti. Sono tre laboratori tenuti rispettivamente da Michele D’Errico, attore di prosa, professionista, di Foggia, straordinariamente bravo, dalla nostra Maria Rosa Carretta, che lavorerà sul linguaggio corporeo, e da me, per quanto riguarda il teatro sociale. Successivamente inizieremo le prove per lo spettacolo, a montarlo tecnicamente, e sarà originale. Dopodiché prevediamo il debutto per l’ultima settimana di aprile». Il responsabile dello Sportello “Fumarulo” tiene a ribadire che l’ingresso nella compagnia è aperto a tutti quei ragazzi che amano il teatro, che vorrebbero recitare e che, perché no, ambiscono a tentare questa strada in modo professionale, essendo il progetto eventualmente propedeutico all’ingresso nelle accademie. La partecipazione è gratuita.

    «Dopo il percorso nei laboratori – precisa il regista – ci sarà una prima squadra che andremo a creare, senza escludere gli altri, che entrerà a far parte della compagnia e i cui attori verranno pagati a replica». Ad oggi, si conta già un buon numero di ragazzi ad aver aderito. Si tratta di 14 giovani italiani ed 8 stranieri, provenienti da Ghana, Marocco, Nigeria, Pakistan e Senegal. In conclusione, Marcello Colopi condivide la sua idea di teatro in relazione alla qualità della vita di una comunità: «Non credo, francamente, che esso cambi la società, ma può essere un elemento importante di crescita. Nella fattispecie c’è una doppia funzione: oltre alla produzione teatrale c’è il dare vita ad un processo di integrazione fra ragazzi italiani e stranieri che, inevitabilmente, attivano dinamiche legate all’amicizia, ai sentimenti, al superamento delle barriere. È un dato di fatto che l’arte non sia razzista, ma inclusiva». Per saperne di più, è possibile contattare il 338 8832550, scrivere all’indirizzo mcolopi@libero.it e restare aggiornati sulla pagina Facebook dello Sportello Immigrazione “Stefano Fumarulo”.

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