Un silenzio irreale ed oltre 10000 persone in corteo per le vie della città. La richiesta è una soltanto: “Giustizia per Donato”, il 25enne cerignolano brutalmente malmenato all’esterno di una discoteca di Foggia e deceduto dopo sette mesi di agonia. Lo scorso 8 maggio il cuore del ragazzo ha smesso di battere. Non ha invece smesso di levarsi in questi giorni la richiesta di giustizia per una comunità che sente Donato proprio figlio, adesso più che mai. Una partecipazione come non si ricordava da tempo, una fiaccolata che dal piazzale della Chiesa di Cristo Re, passando per le vie della città e per il corso cittadino, è giunta fino a piazza Duomo. Proprio nella Cattedrale il vescovo monsignor Luigi Renna ha condotto la funzione. Si è chiesta giustizia per quel che è accaduto la notte del 6 ottobre. Da un urto casuale il pestaggio. E poi la lunghissima agonia e il calvario di una famiglia – e di una città – che oggi chiedono giustizia.
I FATTI Per quel che accade lo scorso ottobre, i carabinieri arrestarono Francesco Stallone e Michele Verderosa, rispettivamente di 24 e 25 anni, entrambi foggiani. I due, pochi giorni dopo, ottennero i domiciliari e dallo scorso aprile sono liberi, con obbligo di soggiorno a Foggia. Dopo la morte di Donato Monopoli la modifica del capo d’imputazione provvisorio da parte della Procura di Foggia: i due sono oggi indagati per omicidio aggravato dai futili motivi.
IL COMMENTO Tutto questo non basta però. «Lasciare liberi due ragazzi dopo aver fatto quello che hanno fatto ad un loro coetaneo è assurdo – hanno detto i parenti a Repubblica-. È assurdo pensare che un ragazzo di 25 anni possa morire così. Non si è trattato solo di un pugno in faccia. È molto probabile che lui da svenuto sia stato colpito ancora. Siamo schifati da questa giustizia»