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    Sicurezza delle Scuole, l’inchiesta della Gazzetta. Serve oltre un miliardo, ma ci sono solo 103 milioni

    Chiesti lavori antisismici in 756 scuole di Puglia. Il 63% non dichiara l’agibilità in Anagrafe. Per i piccoli Comuni difficile seguire i progetti

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    Almeno 756 scuole pugliesi hanno bisogno di lavori antisismici. Il dato emerge spulciando tra le richieste di finanziamento inoltrate da Comuni, Province e Città metropolitana alla Regione per entrare in graduatoria nel cosiddetto Piano triennale 2018-2020. Un dato molto grande ma, spiegano in Regione Puglia, molto sottostimato in quanto numerosi Enti, soprattutto i più piccoli, hanno serie difficoltà ad approntare piani di fattibilità e progetti esecutivi.

    L’INTOPPO
    Molti Comuni non possono permettersi i costi di progettazione.

    Ma andiamo con ordine. Nonostante, in Puglia oltre 560.000 esseri umani studiano e lavorano nelle scuole, non sono disponibili dati esatti e aggiornati circa la sicurezza di tutti i plessi. Esiste un’Anagrafe sì ma, per così dire, ci sono dei «buchi». Per esempio, parliamo di agibilità, cioè del certificato che, stando alla legge, attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e dei relativi impianti. Nell’Anagrafe degli edifici scolastici soltanto il 36,77% degli istituti pugliesi ha inserito il relativo certificato di agibilità. Il restante 63,23 sfugge al controllo. Spiegano al Dipartimento Sviluppo Economico, Innovazione Istruzione e Formazione della Regione, che «non c’è l’obbligo di inserire il certificato di agibilità nell’Anagrafe» e che bisognerà aspettare l’entrata in vigore della «nuova Anagrafe» o «Anagrafe 2.0» perché «lì ci sono campi obbligatori relativi all’agibilità». Sempre che qualcuno, come pare, non si metta di traverso. Premessi i limiti, l’attuale Anagrafe consente comunque di scoprire che hanno dichiarato il possesso del certificato di collaudo statico il 59,16% delle scuole pugliesi. L’autorizzazione sanitaria a somministrare pasti è stata presentata dal 19,36% e l’autorizzazione al funzionamento dal 16,94% degli istituti. La stessa Regione fa così fatica a conoscere lo stato di salute delle scuole pugliesi che sta «implementando un modulo che raccoglierà il fabbisogno dell’edilizia scolastica, nel quale gli Enti potranno inserire interventi che non rientrano nel Piano triennale e che però hanno intenzione di portare avanti. Ciò avverrà – dicono al Dipartimento regionale competente – su un portale Anagrafe Regionale Edilizia Scolastica (Ares). E siamo in attesa del del nuovo software aggiornato che il Miur fornirà e ci permetterà di mettere online la “nuova” anagrafe “Ares 2.0” che avrà maggiori informazioni su tutti gli edifici scolastici. Ma siccome non è previsto questo modulo aggiuntivo lo stiamo sviluppando noi come Regione Puglia».

    IL PIANO TRIENNALE 2018-2010 Intanto che il software del “domani” veda la luce e che l’Anagrafe del “dopodomani” (pagata con soldi pubblici così come quella di “ieri”) sia abbastanza sensata da avere campi obbligatori per i documenti importanti, qualche informazione sulle carenze reali delle scuole si possono ottenere compulsando le domande inoltrate da Comuni, Province e Città metropolitana di Bari alla Regione per chiedere di accedere ai finanziamenti pubblici destinati alle scuole di loro proprietà o che hanno in gestione. Per saperne di più bisogna andare al Dipartimento Sviluppo economico, Innovazione, Istruzione e Formazione della Regione perché lì arrivano le candidature degli Enti locali presentando uno studio di fattibilità definitivo o esecutivo. La Puglia ha a disposizione nel triennio 18-20 circa 103 milioni e 525 mila euro di risorse ministeriali (nel triennio precedente c’erano 79,8 milioni). Una cifra ridicola se paragonata alle necessità: sono arrivate 656 istanze; 5 di queste sono state escluse per «carenze nella presentazione della domanda»; 651 sono state verificate e ammesse per un ammontare complessivo di lavori richiesti di circa un miliardo e tre. Si deve poi tenere conto che i 103 milioni sono così ripartiti: 70% ai Comuni (72 milioni) e il 30% a Città metropolitana e Province. Tra gli interventi ammissibili vi sono quelli che riguardano l’adeguamento sismico di locali esistenti o, ove non convenisse aggiustarli, la loro costruzione ex novo; interventi di miglioramento sismico; la delocalizzazione in zone sicure di edifici che sorgano in aree a rischio idrogeologico molto elevato; interventi finalizzati all’eliminazione di vari rischi e per la sicurezza antincendio. Ebbene è evidente che le scuole di Puglia hanno bisogno soprattutto di «interventi di adeguamento sismico» e di «miglioramento sismico».

    Ben 422 le richieste di questo tipo inoltrate dai vari Enti per complessive 706 scuole. Altre 29 richieste, invece, sono relative «interventi di miglioramento sismico nel caso di edificio non adeguabile per vincolo di interesse culturale» e riguardano 50 istituti. Vedremo se tutte le esigenze saranno soddisfatte da Roma. Intanto, spiegano in Regione che ora, tra gli altri (si veda infografica), sono stati finanziati interventi per la costruzione in Puglia di 3 nuove palestre (ex legge 27 dicembre 2017) con 4 milioni di euro nei comuni di Noicattaro e Polignano (nel Barese) e Galatina (nel Salento). Tre Amministrazioni – si fa notare – che avevano un progetto esecutivo. Ed è una cosa importante perché con un progetto esecutivo si hanno più punti in graduatoria ma – a dire degli esperti – è proprio la progettazione uno dei più grossi ostacoli incontrati dai Comuni nel reperire i fondi per aggiustare le scuole. «Per avere un ordine di grandezza – dicono – se una progettazione preliminare costa 50 mila euro, un livello di conoscenza 2 definitivo può costare una volta e mezzo quella cifra. Ma per fare un buon intervento di adeguamento sismico è richiesto almeno questo livello 2». Il Ministero ha quindi creato un fondo per la progettazione ma ora è esaurito. Esiste anche un finanziamento regionale, una sorta di prestito agevolato su fondi Ue. Però non è stato molto usato per difficoltà burocratiche e di bilanci giacché le cifre vanno comunque messe a bilancio. Ora in Regione aspettano che il Miur autorizzi alla partenza della nuova annualità 2019. La Puglia infatti apre finestre annuali per dare la possibilità agli Enti locali di aggiornare i loro progetti. Nel mese di giugno è stata aperta una finestra e si attende il decreto del Miur per validare la lista di beneficiari individuati. Se tutto va bene, arriveranno i fondi a 9 Comuni e alle Province di Bari e Foggia per circa 30 milioni di euro complessivi. Con l’ultima annualità restano quindi una cinquantina di milioni. Spiccioli.

    Marisa Ingrosso
    La Gazzetta del Mezzogiorno

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