Sarà un autunno caldo quello di Cerignola. In poco meno di venti giorni sono arrivati il commissariamento del Consorzio di igiene Fg/4 – fuori Metta con la guida affidata a Gianfranco Grandaliano – e del Comune di Cerignola per infiltrazioni mafiose – fuori Metta dentro la commissione prefettizia -, oltre al no al concordato preventivo per la Sia. Una mini rivoluzione, quella nel basso Tavoliere, che ha destituito il primo cittadino di Cerignola, negli ultimi anni molto presente sulla scena politica, e messo nella stanza dei bottoni persone in grado di fronteggiare le emergenze. I rifiuti, un’emergenza che attraversa l’ambiente e la questione lavorativa, con il futuro di oltre 200 famiglie a rischio, ma anche lo smaltimento. In una città come Cerignola, la più vasta del bacino Fg/4, la raccolta differenziata è passata dal 18% del 2015 a percentuali da prefisso telefonico. In più proprio lo smaltimento, con impianti fermi e discarica esaurita rende necessario lo spostamento dell’immondizia nella provincia di Taranto. Una questione figlia di certe scelte, operate da Metta quale presidente del consorzio; su tutte il no al sesto lotto di discarica, salvo poi, tardivamente, ricredersi.
Chiusura del ciclo dei rifiuti e riattivazione degli impianti, oltre a futuro lavorativo e salvataggio dell’intera Sia. Grandaliano dovrà procedere alla risoluzione del contratto per la gestione degli impianti tra il consorzio dei Comuni e la Sia, di proprietà degli stessi comuni. La revoca del contratto verrà notificata nei prossimi giorni, insieme alla richiesta della nuova autorizzazione ambientale a nome dell’Ager. L’input della Regione è di individuare, presumibilmente, un gestore pubblico, ma sul punto non c’è finora alcuna decisione. In più, con Sia aggredibile dai creditori (che sono tanti, ndr) si rende necessario dare una svolta. L’unica proposta sul tavolo al momento arriva dal centrosinistra con Tommaso Sgarro: «dare vita ad una nuova e grande società pubblica che possa garantire sul territorio la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti. Il Consorzio potrebbe conferire l’impianto di biostabilizzazione (l’unico di sua proprietà) e tutto il Know How di SIA. La governance e la titolarità dei futuri investimenti l’AGER, tramite la costituenda società. Una sfida e un orizzonte non legato alla sopravvivenza o meno di SIA, che rappresenta una visione per il territorio e per il settore. Si garantirà così il futuro dei lavoratori e il nostro territorio».
Un’ipotesi che è già al vaglio di Gianfranco Grandaliano e, visti gli ultimi eventi, sarà anche al vaglio della commissione prefettizia che ora gestisce l’amministrazione di Cerignola. Proprio i commissari a Palazzo di Città sono chiamati a ripulire l’Ente, a scacciare l’«indebita ingerenza degli organi politici sull’operato della struttura amministrativa», non tralasciando le problematiche cittadine di più stringente attualità, come il futuro di SIA.