Nel numero di venerdì 5 Novembre, sulla Gazzetta di Capitanata, è apparso un articolo a firma del giornalista Tufariello, nel quale lo stesso riportava un virgolettato dell’On. Cera, coordinatore provinciale dell’Udc, il quale bacchettava il comportamento dei Consiglieri cerignolani e in special modo riferendosi all’Ass. Romano. Nel Consiglio Comunale di ieri, il Consigliere Mansi ha preso la parola in nome del suo gruppo centrista e ha detto “non ci interessa quello che dicono i giornali, noi siamo stati eletti nelle fila dell’Udc e fino a prova contraria siamo di questo partito”. Poco dopo arriva in sala anche il cronista della Gazzetta che, dietro le quinte, discute animatamente, ma senza trascendere, col Consigliere ricordandogli che chi ha fatto quelle dichiarazioni al quotidiano è il suo segretario. Mansi ribadisce il suo menefreghismo verso le parole del giornale e Tufariello gli ricorda che bisogna avere gli attributi per poter smentire certe cose altrimenti la notizia rimane lì senza dubbio. Incuriositi da tanto fermento, in verità già palesato all’inizio del Consiglio per l’assenza di Mennuni, l’unico dell’Udc a essersi espresso in merito alla questione e forse per questo non presente alla seduta, ci siamo diretti proprio dal Consigliere Mansi per chiedergli spiegazioni. Molto chiaramente ci ha ripetuto che loro sono dell’Udc poiché non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale e perché non credono alle parole di un giornale. Tufariello, in una nota su facebook, ricorda il motivo di tanto fermento nella maggioranza e particolarmente nell’Udc. L’Ass. Romano, infatti, ha nominato suo fratello Giovanni nel CDA di Ofanto Sviluppo-Interporto, e su questo comportamento anarchico, dell’assessore come dei cinque consiglieri, l’On. Cera è intervenuto con quelle dichiarazioni. Pare insomma che la maggioranza oltre a dover guardarsi dall’insorgere di “Futuro e Libertà” in giunta, debba anche fare i conti con l’Udc in evidente difficoltà e crisi d’identità. La possibilità di un gruppo consiliare autonomo è sempre più vicina e questo potrebbe causare non pochi problemi al governo della città, poiché Mennuni rimarrebbe rappresentente del partito centrista, e quindi gli spetterebbe un assessorato, e il gruppo consiliare indipendente, vista la forza politica, andrebbe ugualmente accontentato. Si prospettano tempi duri per Giannatempo che forse non aveva previsto di dover fare i conti con una alleanza formalmente di due partiti, ma nella sostanza di quattro o cinque correnti di pensiero. Forse è giunta l’ora, per il nostro Sindaco, di schierarsi per non perdere il comando di una flotta sempre più anarchica.
vabbhe’ fara’ qualche assunzione qui e li….. qualche moglie, qualche zia, un terreno qui, un terreno li.