Nella notte tra il 24 e il 25 giugno Giuseppe Civita era stato colto in flagranza di reato dai vigilantes: insieme ad alcuni complici stava cercando di portare via cavi di rame. Dovrà pagare un risarcimento danni di 7mila euro a Ofanto Sviluppo, la società che gestisce la struttura e che si è costituita parte civile. Tre anni e mezzo di reclusione commutati, vista l’incensuratezza del condannato, nell’obbligo di dimora ad Andria, con divieto di uscire dalla propria abitazione tutti i giorni dalle 22.30 alle 6.30. E’ la pena inflitta dal Gup del Tribunale di Foggia a Giuseppe Civita, andriese, 60 anni, riconosciuto colpevole di un furto compiuto nella notte tra il 24 e il 25 giugno scorsi all’interno della sede dell’Interporto di Cerignola. L’uomo stava cercando di rubare cavi di rame, ma era stato sorpreso e fermato da due dipendenti della società di vigilanza “Ariete”, i quali poi avevano chiesto l’intervento della polizia, che lo aveva arrestato. Erano invece riusciti a darsi alla fuga i suoi complici, anch’essi pare andriesi, componenti di una banda specializzata nei furti di rame. Il pronto intervento dei vigilantes non ha impedito, purtroppo, ai malviventi di arrecare danni alla struttura quantificabili in 20-25mila euro. Civita, giudicato con rito alternativo, è stato condannato al pagamento di 400 euro di multa e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. L’uomo dovrà pagare una provvisionale di 7mila euro alla società Ofanto Sviluppo, che gestisce l’interporto, per i danni arrecati. Questa si è costituita parte civile, così come la società di vigilanza “Ariete”: in questo caso, la provvisionale dovuta dall’uomo è di 2mila euro. Civita, dovrà anche rimborsare le spese processuali alle parti civili: 1216 euro per onorari relativi alla Ofanto Sviluppo, 2170 alla “Ariete”.