Il Sindaco ha inaugurato la sede cittadina dell’associazione intitolata al fondatore della Cgil: “La lezione di vita del grande sindacalista ci deve spingere a lottare tutti insieme per affermare il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori mettendo da parte l’appartenenza a schieramenti politici diversi”.“Sono convinto che Casa Di Vittorio darà un contributo importante nel ricordare una figura di un uomo, politico e sindacalista che ha segnato la storia del ‘900 e lavorerà per fare di Cerignola un punto di riferimento importante culturale non solo per una parte politica, ma per tutti coloro che ritengono un patrimonio comune valori come la giustizia e la libertà”. Con queste parole il Sindaco di Cerignola, Antonio Giannatempo, ha inaugurato nel pomeriggio la sede cittadina dell’associazione intitolata a Giuseppe Di Vittorio, fondatore della Cgil ed una tra figure più importanti nella storia del sindacalismo mondiale.
All’inaugurazione della sede di Palazzo Carmelo, in Corso Garibaldi, hanno preso parte Baldina Di Vittorio, figlia del sindacalista; l’assessore regionale al Mediterraneo, Turismo e Cultura, Silvia Godelli, ed Elena Gentile, assessore regionale al Welfare e ai Servizi Sociali, e l’assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Foggia, Mimmo Farina. Un appuntamento che il primo cittadino ha vissuto con entusiasmo: “Anche dai banchi dell’opposizione, quattro anni fa, quando fu presentato il progetto della Casa Di Vittorio, l’ho sempre considerato un’idea importante e che bisogna perseguire. Lo dico non per piaggeria, ma sia in qualità di sindaco che ancor prima da consigliere comunale, negli anni ’90, e Baldina Di Vittorio lo ricorderà, mi sono sempre impegnato a ricordare e valorizzare la figura dell´indimenticato Peppino. Con la precedente Amministrazione avevamo attivato iniziative precise in tal senso, come il ritorno della salma nel nostro territorio o di poter acquistare la casa natale in via Tatarella (incroci della storia), Tuttavia, queste iniziative si sono rivelate impraticabili e devo dire con nostra e mia grande amarezza. Ecco perché ho ritenuto il progetto una nuova occasione per affermare la comune volontà di considerare Di Vittorio un punto di riferimento non solo del passato, ma anche del futuro della città di Cerignola”.
Le lezioni di Di Vittorio sono di sconvolgente attualità, sottolinea il primo cittadino. Innumerevoli gli insegnamenti che ci lasciato: il primo è che il lavoro deve essere al centro della vita di ognuno di noi, “perché solo il lavoro dà dignità all´uomo, e questo significa, soprattutto se si fa politica e si amministra la cosa pubblica, far sì che a tutti e a ciascuno siano assicurate pari opportunità. Senza nessuna intenzione polemica, vorrei ricordare che l’Amministrazione comunale di Cerignola è stata negli anni scorsi una delle pochissime realtà che ha risolto il problema dei lavoratori socialmente utili senza che nessuno fosse lasciato solo. Abbiamo accompagnato quasi duecento lavoratori verso una stabilizzazione che ha significato un posto di lavoro più sicuro e più tutelato. Tutto ciò, senza tradire quel principio di parità di accesso che deve essere il faro per ogni assunzione pubblica e cioè il concorso pubblico e non stabilizzazioni ad personam”.
Giannatempo, affrontando il tema della precarietà e del pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, ha sottolineato che ”non ci sono precari più precari di altri. A tutti la politica deve concedere, ribadisco, pari opportunità. Ed a nulla vale invocare il dramma della precarietà per giustificare stabilizzazioni o internalizzazioni a chiamata, a scelta. Come i caporali con i braccianti. Tu si e tu no. Tu aspetta, tu no. Credo che questa, tra le tante lezioni del nostro amato Di Vittorio, debba essere perpetuata: l’uguaglianza tra tutti i lavoratori. E nel nome di questo grande uomo dobbiamo ritrovare un forte impegno nel creare le opportunità di lavoro e quindi di riscatto, così come mi hanno insegnato quei punti di riferimento che erano parroci e insegnanti un tempo e che furono proprio loro a cogliere la portata rivoluzionaria di Di Vittorio, che chiedeva pane e lavoro”. Un concetto che accomunava Di Vittorio ad un altro grande uomo, don Antonio Palladino, “suo coetaneo e impegnato anch´egli con i braccianti, ma anche, oserei dire, i Pavoncelli che, con l´impegno per lo sviluppo, seppur da parti politiche opposte, hanno fatto crescere la nostra terra. Ecco, questo siamo noi. Siamo Di Vittorio e don Antonio Palladino, due figure che sono simbolicamente nella stanza del sindaco, sia che questo sia di destra che di sinistra. Perché il messaggio universale dell´uguaglianza e del lavoro non ha schieramenti politici”.
Ed è proprio questa filosofia di pensiero, ha concluso il sindaco, che “mi ha spinto tre giorni fa, in Consiglio comunale, a proporre all´assemblea cittadina di conferire la cittadinanza onoraria a Baldina Di Vittorio. Un atto non solo simbolico, ma concreto che la nostra città e la Sua città offre ad una donna che ha fatto della sua vita una missione per continuare una giusta battaglia di libertà. Baldina, in prima persona, in tutta la sua vita e anche nella sua attività parlamentare, si è dedicata con tutte le forze all´affermazione di quei principi di libertà e di uguaglianza che rendono un uomo più forte e capace di confrontarsi con gli altri, a prescindere dalla propria formazione culturale e dallo schieramento politico di appartenenza”.