Il presidente della Commissione Sanità e l’assessore Michele Romano avanzano la richiesta ai vertici della Asl Fg dopo l’ampliamento delle attività del personale della struttura. “Necessario anche creare un posto di polizia all’interno del nosocomio per garantire la sicurezza di chi ci lavora e dei pazienti”.L’ampliamento della pianta organica del Pronto Soccorso dell’Ospedale Tatarella di Cerignola. E’ la richiesta avanzata al direttore generale della Asl Fg dall’Assessore alla Sanità, Michele Romano, e dal presidente della Commissione Sanità Savino Laguardia.
Una richiesta che segue l’aumento delle prestazioni fornite dal personale della struttura, come spiega Laguardia: “Il Pronto Soccorso è adesso configurato come Unità operativa di Medicina e Chirurgia di accettazione ed urgenza. Ci sono nuovi locali a disposizione, all’interno dei quali trovano spazio alcuni posti letto: è dunque possibile la degenza ospedaliera, per il tempo necessario all’efffettuazione degli esami diagnostici, nel Pronto Soccorso, mentre prima tutte le persone che, dopo essere state visitate nella struttura necessitavano del ricovero, venivano smistate subito nei diversi reparti del nosocomio cerignolano”. Insomma, alla luce di questa nuova situazione, è più che mai necessario rimpolpare l’organico, “perché il personale sanitario va messo nella condizione di lavorare al meglio delle sue possibilità e perchè il Pronto soccorso è un bigliettino da visita per un ospedale”. Laguardia e Romano pongono poi l’accento sulla necessità per l’ospedale di usufruire di un posto di polizia, come è avvenuto, seppur per un breve periodo, nel vecchio nosocomio di via XX Settembre. “Alcuni gravi episodi avvenuti negli ultimi mesi rendono improcrastinabile un provvedimento di questo tipo – afferma Romano – qualche giorno fa, per esempio, un giovane completamente ubriaco è entrato di notte nell’ospedale e ha dato in escandescenze, spaccando a terra bottiglie di vetro. L’ospedale non può essere una zona franca, bisogna intervenire in tempio rapidissimi per evitare che situazioni di questo tipo si ripetano. Non possiamo mettere a rischio l’incolumità di chi lavora e dei pazienti”.