Non sono i pezzi del registratore di Matthias Kaspar Schepp i reperti trovati lo scorso 12 marzo, lungo i binari della stazione di Cerignola Campagna, dove l’ingegnere svizzero si è suicidato lo scorso 3 febbraio, gettandosi sotto le rotaie del treno veloce Milano-Bari. La notizia, confermata da Alfredo Fabbrocini, dirigente della squadra mobile di Foggia, giunge dalla Corea, direttamente dalla casa madre del registratore a microcassette, un vecchio modello della “Olympus”, cui erano stati inviati i reperti (il cavo degli auricolari e un componente elettronico, un transistor presumibilmente parte della memoria del “dittafono” che il 43enne svizzero portava sempre con sé) per analizzarli nella speranza, ormai vana, di ricavarne informazioni utili, una traccia che possa portare al luogo in cui l’uomo abbia lasciato le due figlie, Alessia e Livia, scomparse nel nulla dallo scorso 28 gennaio. Gli investigatori, intanto, sono sempre più convinti che le due gemelline di 6 anni non abbiano mai messo piede in Italia.