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    Il dialetto di Cerignola in teatro ad Arezzo. L’intervista esclusiva

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    Luciana Bancone è una ragazza di origine cerignolana e vive ad Arezzo da 6 anni. Da settembre frequenta un laboratorio teatrale molto particolare, che unisce il teatro alla cucina, realizzato con il patrocinio della Provincia e del Comune di Arezzo. Il progetto si chiama “Contaminiamoci” perché nasce dall’idea che ciascuno, con le proprie differenze e le proprie particolarità è in grado di arricchire l’altro semplicemente essendo se stessi. Difatti, il gruppo è eterogeneo, composto da giovani, adulti, disabili e non, persone che provengono da regioni o paesi differenti (Toscana, Puglia, Calabria, Eritrea, Messico…). Non si tratta però di attori professionisti, ma di semplici amatori che vogliono mettersi in gioco. La sceneggiatura dello spettacolo non nasce da una “storia” già esistente, ma è venuta fuori dai racconti di ognuno dei partecipanti, è interamente costruita su di loro. Le vicende, le storie, le musiche, i dialetti, le tradizioni si intrecciano tra di loro fino a perdersi l’uno nell’altro! Il contributo della nostra concittadina sta nel trasmettere ciò che di divertente c’è nel dialetto cerignolano, interpretando in una scena una cuoca che bisticcia con la collega calabrese, ciascuna nel suo dialetto e il tutto avrà come sottofondo una famosa tarantella foggiana! E’ un modo anche per sfatare il mito secondo il quale il dialetto “pugliese” è identificabile solo con quello “barese”, forse perché più noto. E’ un omaggio alla nostra città che, almeno questa volta potrà essere ricordata (come di rado accade) per qualcosa di culturalmente rilevante. Lo spettacolo si chiamerà “Spaghetti, pollo e insalatina”, verrà realizzato 3 volte: la prima volta il 15 dicembre 2011 presso il teatro comunale “Pietro Aretino”, collocato nel centro storico di Arezzo, la seconda a gennaio presso il centro giovanile “Onda d’urto” in cui si sta svolgendo il laboratorio e la terza volta presso il centro di aggregazione di “fiorentina”.

    L’abbiamo raggiunta ponendole alcune domande sullo spettacolo e, in esclusiva a Lanotiziaweb.it, ci ha raccontato l’esperienza.

    Come nasce in te la passione per il Teatro e come quella per questo progetto? Mi sono avvicinata al teatro 4 anni fa, grazie alla partecipazione come operatrice di supporto ad un laboratorio teatrale rivolto a persone diversamente abili. Il progetto “Contaminiamoci, tra cibo e teatro” è stato realizzato da Barbara Peruzzi, presidente dell’associazione “Autobahn Teatro”, la quale, ha proposto una forma di teatro che integra persone diversamente abili e non, e si spinge oltre la semplice rappresentazione scenica: diviene mezzo di espressione, comunicazione e conoscenza della propria realtà interiore, rapportata anche al mondo esterno. La mia passione per il progetto “Contaminiamoci, tra cibo e teatro” nasce dal desiderio di ritagliarmi dei momenti di evasione, espressione, condivisione e soprattutto di sano e autentico divertimento, che mi aiutino per un po’ a staccare la spina dai frenetici ritmi quotidiani. Il gruppo che si è venuto a formare è molto ampio ed eterogeneo, difatti è composto da 25 membri e include giovani, adulti, disabili e non, persone che provengono da regioni o paesi differenti (Toscana, Puglia, Calabria, Eritrea, Messico…), ecc. Tali diversità non sono mai state oggetto di pregiudizio, ma hanno sempre rappresentato un’occasione di arricchimento personale e di reciproca condivisione.

    Sei andata via da Cerignola esclusivamente per motivi di lavoro/studio? Se no, perché? Ho lasciato Cerignola a 21 anni, nel 2005, dopo aver conseguito la Laurea Triennale presso l’Università di Foggia e sono giunta ad Arezzo per frequentare la Laurea Specialistica in Scienze della formazione. Già durante l’Università ho cominciato a lavorare nel settore della formazione e dell’educazione e tutt’oggi mi occupo ancora di questo. Le motivazioni che allora mi spinsero a cambiare città, oltre che nella scelta del percorso universitario, sono da ricercare anche nel desiderio di realizzare un’esperienza di vita “fuori casa”, per conoscere nuove realtà e arricchire così il mio bagaglio esperienziale.

    L‘idea di questo progetto come nasce? “Contaminiamoci, tra cibo e teatro” è un laboratorio teatral-culinario realizzato con il patrocinio della Provincia e del Comune di Arezzo, e nato sulla scia di un progetto simile, sempre di Barbara Peruzzi, realizzato ormai tre anni fa (“Contaminiamoci”: laboratorio pittorico-teatrale, contaminiamoci tra teatro e musica). In “Contaminiamoci, tra cibo e teatro” abbiamo affrontato la tematica del cibo in tanti modi: proponendo la lettura di copioni di film, citazioni di libri, poesie, filastrocche, ricette, testi di canzoni, detti popolari, valorizzando le nostre particolarità linguistiche e culturali e, per prendere confidenza con la preparazione delle pietanze, seguendo anche alcune lezioni di cucina condotte dal cuoco Sandro Ghiandai. Le informazioni così raccolte, sono state il punto di partenza per la realizzazione dello spettacolo “Spaghetti, pollo e insalatina”, un mondo simpatico e autoironico di raccontare noi stessi e il percorso teatral-culinario che abbiamo realizzato. Le vicende, le storie, i dialetti e le tradizioni si intrecciano tra di loro fino a perdersi l’uno nell’altro…ecco dove ha origine la “contaminazione”, che pertanto, ha un’accezione più che positiva! In particolare, il mio contributo è consistito nel trasmettere ciò che di divertente c’è nel nostro dialetto, interpretando in una scena una cuoca cerignolana che bisticcia con la collega calabrese, ciascuna nel suo dialetto naturalmente! E’ un modo per rendere omaggio alla nostra città e anche per sfatare il mito secondo il quale il dialetto “pugliese” è genericamente identificato solo con quello “barese”, forse perchè è il più conosciuto. Invece, come sappiamo bene, anche all’interno della stessa provincia, esistono un sacco di sfaccettature che rendono i nostri dialetti unici e molto diversi tra loro!

    Quali sono le intenzioni di chi l’ha ideato e quali quelle di voi protagonisti? Da attrice ritengo che esperienze teatrali come queste debbano essere proposte più spesso e soprattutto maggiormente valorizzate; ribadisco che non siamo attori professionisti, né tanto meno aspiriamo a diventare attori di fama mondiale! Le nostre lezioni sono sempre molto stimolanti e divertenti, e ci investiamo volentieri parte del nostro tempo, persino dopo un’intensa giornata di lavoro! Inoltre, questo laboratorio (come anche quello realizzato precedentemente) ha apportato a ciascuno di noi grandi benefici: c’è chi ha vinto la timidezza esibendosi su un palcoscenico, chi ha imparato a riporre fiducia negli altri, chi si è aperto alle relazioni, chi ha imparato a non sottovalutare la comunicazione non verbale, ecc. Da parte di Barbara Peruzzi le intenzioni sono quelle prima di tutto di creare integrazione tra diversamente abili e chi si ritiene “normale”, creare un dialogo, creare “Compassione e Simpatia” tra le persone nel loro vero senso etimologico: cioè avere le stesse passioni e avere lo stesso sentire.

    Pensi di poter tornare a Cerignola per proporlo alla tua città natale oppure rimarrà una cosa solo locale? Non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità di “esportare” questo spettacolo, poiché in realtà non abbiamo costituito una compagnia teatrale vera e propria. L’abbiamo pensato come uno spettacolo da riproporre in zona, difatti, per ora andremo in scena tre volte: presso il teatro “Pietro Aretino”, situato nel cuore del centro storico di Arezzo; presso il centro giovanile “Onda d’urto”, che ci ha ospitati durante i nostri laboratori; presso il centro di aggregazione “Fiorentina”, che, anche quest’anno, ci ha proposto di aprire la loro nuova rassegna teatrale. Tuttavia, non escludo il fatto che riproporlo anche a Cerignola possa essere una buona idea!

    Pensi che questa passione per il teatro, potrà diventare presto il tuo lavoro? Lavoro? Naturalmente no…Per me il teatro rappresenta semplicemente un piacevole momento di evasione dalla martellante routine quotidiana!

    3 COMMENTS

    1. BELLISSIMO….OTTIMA IDEA CHE RAPPRESENTA DAVVERO UNA CRESCITA TRAENDO SPUNTO DALLE DIVERSITA’ DI OGNUNO COME FONTE DI ARRICCHIMENTO E NON COME UNA BARRIERA….SAREBBE BELLO CREARE UNA SITUAZIONE DEL GENERE NELLA NOSTRA CITTA’ COINVOLGENDO GLI INNUMEREVOLI EMIGRANTI CHE LA ABITANO!!!
      QUESTA E’ INTEGRAZIONE PER LORO E CRESCITA PER NOI CERIGNOLANI…….MA FALLO CAPIRE ALLA CULTURA ARRETRATA DI QUESTA CITTA’……..MA

    2. Bravo Michele per il commeto. Ma permettetemi di fare un complimento anche alla nostra concittadina, la quale non solo ha trovato il modo più bello per raggiungere una profonda soddisfazione, da quello che il suo trascorso rappresenta, ma sopratutto, perchè non presenta il solito stereotipo di giovane ragazza che “si sente arrivata” per quello che fà. La prima cosa che mi ha colpito, è stata la semplicità con la quale ha raccontato l’approccio e l’estroverso modo di interpretare se stessa, senza prendersi molto sul serio.
      In Italia oggi dobbiamo modificare l’eredità storica ricevuta, un tempo ha marcato i contorni di un paese, di una penisola conosciuta, da tutti, come il “bel paese”, l’Italia, appunto. Quel paese di poeti, naviganti, pittori, ma oggi bisogna inserire: attori,cabarettisti,cantanti,ballerini, sono tanti, escono dai luoghi più impensati:bar, strada, reality. NESSUNO DALLE SCUOLE D’ARTE.
      Mi inorgoglisco al solo pensiero che vi sono nostri concittadini,come Luciana Bancone che hanno saputo proteggere il valore, la dignità, le cose, da eventi particolari come proseguire gli studi e hanno saputo difendere i valori e trasferirli a noi con il loro bell’esempio di sensibilità sociale. Complimenti!

    3. Ciao a tutti! Mi sono accorta solo ora dei vostri commenti! Mi fa piacere che l’iniziativa vi abbia colpito, era proprio questo il mio intento: sensibilizzare i miei concittadini e metterli a conoscenza di quanto avviene in altre città! Naturalmente la mia testimonianza rappresenta solo uno scorcio di realtà, ma dato che in questo spettacolo porto qualcosa di me, o meglio.. di “noi” avevo il piacere di condividerlo con tutti. E’ il secondo anno che partecipo ad un simile laboratorio e, al di là dello spettacolo conlusivo che comunque colpisce sempre per la sua particolarità, vi posso assicurare che anche le lezioni sono molto coinvolgenti e divertenti. Non si impara a “recitare”, ma a “comunicare”… e questo e molto bello!
      Vi ringrazio molto per aver commentato l’articolo!

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