Dopo diversi rinvii sembra tutto pronto per l’inaugurazione all’ExOpera. In attesa delle “regole condivise”.
Biblioteca doveva essere e biblioteca sarà. Il 18 ed il 19 febbraio sono le date papabili per la tanto agognata inaugurazione della biblioteca del Crsec, Centro Regionale per i Servizi Educativi e Culturali. A confermarlo le parole di Nicola Pergola, rappresentante dello Crsec cerignolano. «Una inaugurazione inseguita da tempo» – esordisce lo stesso Pergola -, procrastinata fino ad oggi per una serie di problemi logistici, lungaggini burocratiche e qualche incomprensione di troppo. La biblioteca ha i suoi locali al primo piano di ExOpera, il laboratorio urbano sorto all’interno della struttura di Monte Fornari e che sembra aver ridestato le energie migliori di una città dormiente come Cerignola. Ѐ pronta da tempo la biblioteca, eppure il taglio inaugurale del nastro si è fatto attendere. Gran parte dei volumi sono stati recuperati già da un mese dalla città di Canosa, li dove erano finiti a seguito di un accorpamento tra il Crsec cerignolano e quello dei vicini-nemici canosini. «Problemi di fondi e necessità di contenimento dei costi» si disse allora, nel dicembre del 2008, a giustificazione di un ridimensionamento che destò non poche perplessità e molto scontento. Soprattutto alla luce dei risultati tutt’altro che trascurabili raggiunti dal Centro di ricerca, capace di sfornare 56 pubblicazioni nell’arco di venti anni di attività corredati da ben quattro cataloghi consultabili in un epoca in cui anche alla Nazionale di Bari i cataloghi a disposizione erano soltanto due. «Ma con la cultura non si mangia» dovettero pensare i dirigenti regionali e comunali dell’epoca parafrasando il pensiero di qualche politico nazionale più avvezzo al linguaggio dei bond e degli swap che non a quello di poeti, letterati e filosofi. E fu così che il 1987 rappresentò l’anno nero per il Crsec, quando arrivò l’ultimo finanziamento dalla Regione e contestuale ultimo aggiornamento del catalogo della biblioteca. Da allora soltanto un esiguo obolo annuale di 2.000-3.000 euro permette alla “baracca” di andare avanti. Eppure un patrimonio di ben 10.000 volumi rappresenta un’oasi nel deserto libresco di Cerignola. E adesso che i volumi, già da un mese, hanno fatto ritorno sulla strada che da Canosa porta a Cerignola in quella che sembra essere una rivisitazione sui generis della storia delle due città rivali, tutto sembra davvero pronto per restituire a Cerignola un angolo di storia e quindi un angolo di se stessa. Qualche contrattempo, inutile negarlo, c’è stato. «La linea telefonica è ormai pronta – rivela Pergola – resta soltanto da definire l’organizzazione interna con i gestori di ExOpera. Non nego che qualche problema in passato ci sia stato, relativo ad esempio agli spazi attigui alla biblioteca stessa e che vengono utilizzati come deposito del bar. Anche le chiavi dell’ufficio privato non mi sono mai state date, eppure solo da li io ho la possibilità di regolare l’allarme ed il riscaldamento dei locali». Insomma sembrerebbero scaramucce di poco conto che, però, a detta dello stesso Pergola «hanno letteralmente fatto imbestialire il sindaco Giannatempo, che già ai tempi dell’inaugurazione parlò di ExOpera come di un condominio da disciplinare con regole condivise». Regole che andranno trovate insieme ed al più presto. Anche perché a Pergola di «sentirsi ospite» ad ExOpera non va proprio.
Stefano Campese
Ah perché la biblioteca al primo piano non è ospite?
Premettendo che l’idea di una biblioteca di un certo spessore la trovo comunque un’ottima cosa in questa città, aggiungo però che magari, con una migliore ri-organizzazione degli spazi (Ndt: la struttura è grande e dotata di ben 2 piani, non solo di uno) si potrebbe arrivare ad un punto d’incontro senza che nessuno si senta ospite o offeso da qualcosa.