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    Le gemelline potrebbero non aver mai lasciato la Svizzera. Schepp forse aveva un complice all’aeroporto di Lione

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    Secondo alcune indiscrezioni, e da quello che è trapelato dal vertice di stamane, le gemelline Schepp potrebbero non aver mai lasciato la Svizzera. Al momento non ci sono conferme ma questo è l’unico elemento interessante trapelato dalla conferenza stamattina tra le forze congiunte. Sembra che gli inquirenti non sappiano ancora far luce piena sul caso ma, come ben possiamo immaginare, questo potrebbe essere un qualcosa di concordato per allentare la pressione mediatica e magari scovare le bimbe vive da qualche parte. Infatti, come confermava il Procuratore di Marsiglia, le bambine potrebbero essere ancora vive, magari affidate a qualcuno dal padre prima del tragico epilogo. Per questo le ricerche non si interrompono e gli investigatori non lasciano nulla al caso, poichè non si possono dare per certe le numerose testimonianze, sia in Corsica che in Francia. Intanto è ufficiale: il navigatore non può essere utilizzato per far chiarezza sul percorso perchè troppo danneggiato. Il mistero sul registratore, invece, prosegue. (Vito Balzano)

    Matthias Schepp, il padre delle gemelline svizzere scomparse da due settimane, potrebbe aver voluto incontrare qualcuno all’aeroporto di Lione. Forse un complice. Qualcuno di importante prima di darsi la morte a Cerignola, in provincia di Foggia, il 4 febbraio scorso. A rivelarlo è un’indiscrezione secondo cui gli inquirenti avrebbero trovato alcuni dati che dimostrerebbero come il cellulare dell’uomo sia stato agganciato a un ripetitore che agisce nella zona dove si trova principalmente l’aeroporto della città francese. Schepp si sarebbe trovato nel luogo sopra indicato alle ore 19,38 dello scorso 30 gennaio, cioè il giorno prima della partenza per la Corsica insieme alle due figlie, Alessia e Livia. I tre raggiunsero la cittadina di Propriano, nella parte meridionale dell’isola, a bordo di un traghetto salpato da Marsiglia proprio l’ultimo giorno del mese di gennaio. A provarlo sono i registri della nave. Cosa sia successo poi su quell’isola, nel giro di poco più di ventiquattro ore, ancora bisogna capirlo ed è per questo che gli investigatori stanno setacciando tutto il tragitto percorso da Schepp. Alcune testimonianze, tra cui quella di Olga Ornek, un’abitante di Propriano, raccontano di un uomo e due bambine che passeggiavano sereni la mattina del 1 febbraio. Le gemelline avrebbero mangiato anche un croissant. Ma il dettaglio che più fa discutere è quello inerente alla presenza di una quarta persona: una donna bionda che potrebbe aver aiutato Schepp a gestire la situazione, a simulare l’assassinio delle bimbe per arrecare dolore alla ex moglie, ritenuta dall’uomo la principale colpevole della propria disperazione. Da quel che risulta, Schepp ritornò da solo in Francia, l’indomani. Delle bambine nessuna traccia sul traghetto che da Bastia portò l’uomo sino a Tolone. La paura per una triste fine delle due piccole bambine non lascia i cuori dei familiari, però nelle ultime ore si rafforza la speranza di scoprirle ancora in vita, magari in compagnia di qualcuno a cui il padre le affidò. Che questo qualcuno sia lo stesso che Matthias Schepp andò a prendere all’aeroporto di Lione? E’ il desiderio della madre di Alessia e Livia, Irina Lucidi, che nel corso di un’intervista ha dichiarato: «Ci domandiamo se sia andato a prendere un complice all’aeroporto». (fonte New Notizie)

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