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    Mariastella “mani di forbice”: Cerignola piange ma non è da sola

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    Dei tagli dei corsi serali che si svolgono all’Itis Righi ed all’Itc ‘Alighieri’ in città se ne parla da tempo, tanto che, la settimana scorsa, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Foggia si è impegnato ufficialmente per evitare la ventilata soppressione delle quarte classi delle scuole serali pubbliche presso i due istituti. La rassicurazione è arrivata direttamente dal dirigente, il dottor Giuseppe De Sabato, nel corso di un incontro a Foggia con una delegazione composta da rappresentanti sindacali delle scuole, dal dirigente scolastico dell’Itc, Salvatore Mininno e dal consigliere comunale del Pdl Domenico Carbone, che aveva sollevato l’argomento nell’ultimo Consiglio Comunale. Rassicurazioni che non mutano il quadro complessivo di una scuola pubblica allo sfascio, consapevolmente e quindi colpevolmente, ‘picconata’ da un ministro, Mariastella Gelmini, e da un governo, quello Berlusconi, il cui disegno di ‘privatizzazione’ del sapere è ormai acclarato. Il Quotidiano di Foggia, in un articolo a firma di Daniela Palmieri, pubblicato sabato 11 giugno, racconta lo ‘tsunami’ Gelmini in terra di Capitanata. A leggerlo c’è da mettersi le mani nei capelli. L’avvocato di Brescia, che per superare l’esame di abilitazione si reca a Reggio Calabria e che ha l’hobby del ministero della pubblica (d)istruzione, forse non leggerà mai questo reportage. Ma per farsi un’idea dello stato delle nostre scuole, basterebbe farsi un giro nelle stesse. Il dubbio è che il ministro, oltre a non leggere l’articolo, non si faccia neanche il giro.

    La Gelmini taglia ma non cuce: in 1339 a casa. E scatta la protesta. Si terrà alle 9 di questa mattina (10 giugno, nda) dinanzi alla sede del Provveditorato agli Studi di Foggia il sit-in di protesta ai tagli inferti all’istruzione pubblica dalla legge ministeriale n. 133/2008, firmata Maria Stella Gelmini. L’obiettivo è raccogliere quante più firme possibili al fine di sottoscrivere un esposto, che sarà inviato alla Procura della Repubblica italiana, dove denunciare le violazioni che la legge n. 133 perpetra a diversi articoli contenuti nella normativa sull’edilizia scolastica (legge n. 23/96). “I tagli apportati alla scuola pubblica hanno comportato il sovraffollamento di molte aule: in alcune classi c’è una media di 27 alunni più due allievi con diverse abilità e qualche volta si superano addirittura i 30 studenti per classe” ha spiegato Saverio Santoro, presidente dell’associazione ‘Duepi scuola’. Per quanto riguarda i tagli dell’organico, invece, dai dati relativi all’anno scolastico 2010/2011 è emerso che, rispetto all’anno precedente, la Puglia si ritrova con 1339 docenti mandati a casa. “La situazione è preoccupante, per una serie di ragioni”, ha spiegato Santoro. “Innanzitutto, non sembra esserci omogeneità nell’applicazione del decreto Gelmini: in ambito regionale, Foggia e provincia risultano essere le zone maggiormente colpite dai tagli delle classi e dei relativi insegnanti. Solo negli istituti della città di Foggia, infatti, sono state tagliate 118 classi in tutto, fra serali e diurne, per un totale di 200 cattedre in meno”.

    Come colpire i diversamente abili: istruzioni per l’uso firmate ancora Gelmini. I disagi causati dai tagli delle classi, operati a seguito del decreto Gelmini, colpiscono in modo particolare gli alunni diversamente abili, pesantemente penalizzati su due aspetti: lo spazio a disposizione all’interno delle aule, ridotto dal sovraffollamento, nonchè la riduzione del personale docente di sostegno. Per questa ragione, i genitori degli allievi diversamente abili prenderanno parte al sit-in di questa mattina, dove saranno presenti anche le due associazioni ‘Superamento handicap’ e ‘Le ragioni del cuore’, rispettivamente presiedute da Sarah Campanaro e Tiziana de Nisi. “Con il decreto Gelmini non viene più garantito il sostegno scolastico a tutte le classi” ha spiegato il presidente di ‘Superamento handicap’, “e questo si traduce in un disagio che si ripercuote anche sugli altri alunni. Sono circa 150 le famiglie di ragazzi diversamente abili che si rivolgono alle due associazioni: ‘Superamento handicap’ opera anche nei Comuni di San Severo e Cerignola, mentre ‘Le ragioni del cuore’ sarà presente anche a Lucera; la nuova sede dell’associazione sarà infatti inaugurata domani presso la sala ‘Pantheon’ della chiesa di S. Domenico.

    Il caso Cerignola. A Cerignola sono state tagliate sei classi dei corsi serali, che si svolgono presso l’Itis ‘Righi’ e l’Itc ‘Alighieri’. Stando alle recenti disposizioni, che hanno risparmiato tutte le quarte dei serali, le decurtazioni previste ora scendono a 3 classi. “Si tratta di tagli assurdi, anche perchè il 14 marzo tutte le scuole hanno ricevuto una circolare ministeriale nella quale si diceva chiaramente che i tagli sarebbero stati fatti senza penalizzare l’offerta formativa” ha commentato Maria Tattoli, da 25 anni docente presso il ‘Righi’ serale di Cerignola. Anche gli insegnanti di ruolo si sono trovati in difficoltà a seguito del decreto Gelmini. Ci sono state ‘sorprese’ sgradite per diversi docenti, compresi gli insegnanti di ruolo delle classi tagliate: come la professoressa Tattoli, i docenti dei corsi decurtati sono stati invitati ad inoltrare domanda di trasferimento presso altra sede entro il 31 maggio. L’invito in questione ai docenti è arrivato direttamente da parte del Ministero della Pubblica istruzione. “Se anche noi insegnanti presentassimo domanda di trasferimento in zona, in modo da riuscire a spostarci nel caso in cui si dovessero riformare le cattedre, il problema per gli studenti del serale resterebbe invariato” ha spiegato Tattoli. “Gli alunni dei corsi serali difficilmente possono spostarsi: dovrebbero andare fuori dal territorio foggiano, perchè molti di loro qui sarebbero impossibilitati a completare gli studi” ha proseguito Tattoli, che ha concluso “Parlare di tagli è riduttivo: questa è l’interruzione di un pubblico servizio”.

    I numeri che inchiodano Maria Stella. Stando ai dati: sono rimaste solo le quinte classi serali a Cerignola, presso gli istituti ‘Righi’ e ‘Alighieri’, dove risultano tagliate 6 classi in tutto; situazione analoga all’Ipssar serale, di Margherita di Savoia, dove il corso non è neppure arrivato alla quinta classe: tagliate le prime e le seconde, resta attiva solo una quarta; non è stata invece risparmiata la quarta classe del ‘Mattei’ serale di Vieste: tagliata, insieme alla terza; altri tagli su San Severo: 6 classi serali in meno, restano attive solo le due quinte. A Foggia, presso l’Itis ‘Da Vinci’, sono state tagliate 2 classi serali: anche qui, resta attiva solo la quinta classe. Sono circa 200 gli alunni dei corsi serali che devono provvedere a completare i loro studi presso altre sedi.

    Le voci dei ‘tagliati’. Presenti durante il sit-in di ieri mattina gli studenti che frequentano la classe terza presso l’Itc ‘Fraccacreta’ serale di San Severo. Ne erano tanti, diversi per età, esperienze di vita e situazioni personali. Ciascuno di loro, però, è intenzionato a completare il quinquennio: il taglio dei corsi, per ognuno di loro, rappresenta la brusca interruzione di un percorso formativo intrapreso e portato avanti con difficoltà e sacrificio. Anche se in tarda mattinata abbiamo appreso che anche tutte le classi quarte dei corsi serali sono state ‘salvate in extremis’ dalle forbici ministeriali, questi studenti pensano che il problema non riguardi solo loro. “E tutti gli altri, che fine fanno?” chiede Michele Fontanello, 21 anni: lui ha ripreso a studiare al serale dopo qualche anno d’interruzione: una brutta esperienza scolastica, un licenziamento improvviso dal lavoro che aveva iniziato a svolgere da due anni e Michele si sentiva un po’ sfiduciato. “La mia ragazza mi ha aiutato moltissimo e mi è sempre stata vicina” ha detto Michele. “E’ stata lei che mi ha consigliato di iscrivermi al serale”. E’ stata invece spronata dagli amici, Rosa Petrosino, 22 anni; subito dopo la scuola media, lei ha svolto diversi lavori: sarta, centralinista in un call-center, operatrice in un progetto del Comune di San Paolo di Civitate. “Il contratto non mi è stato rinnovato e i miei amici mi hanno incoraggiata ad iscrivermi ai corsi serali” ha detto Rosa, che ha aggiunto “Noi forse teniamo alla scuola ancora di più dei ragazzi del diurno, perchè per noi è stata una scelta fatta da grandi, non un obbligo che viene dai genitori”. A proposito di genitori, ieri mattina ne abbiamo incontrato due mamme che sono anche studentesse: Wilma Bucci, di 34 anni e Piera Battista, di 43. “E’ una soddisfazione quando i tuoi figli ti chiedono di aiutarli nei compiti e tu sei capace di farlo” ha detto Wilma, che frequenta i corsi serali insieme a suo marito. “Lui mi aiuta in informatica: io invece sono più brava nelle materie umanistiche” ci ha spiegato. Anche Piera è una mamma e, come altre signore che frequentano il serale, spesso porta la sua bambina con sè “Io seguo le lezioni e mia figlia fa i suoi compiti di scuola” ha detto Piera, che ha aggiunto “Se ci bloccano gli studi, noi che facciamo? Abbiamo buttato al vento tre anni di sacrifici?” I sacrifici sono stati notevoli anche per Alessia De Carolis, 18 anni, che prima di iscriversi al serale, frequentava il diurno con indirizzo linguistico, a San Severo. “Poi mia madre ha avuto problemi di salute, perciò la mattina devo stare a casa: fra un anno mio padre andrà in pensione e potrà occuparsi lui di tutto” ha spiegato Alessia, che, come quasi tutte le persone ascoltate ieri mattina, vuole andare all’università. Lei vorrebbe diventare fisioterapista: “Mi piace l’idea di aiutare le persone a diventare autosufficienti” ha commentato. “Il diploma ci vuole per lavorare, ma noi vogliamo continuare non solo per una questione di studio” ha detto Umberto del Viscio, 22 anni. “Io mi sono trovato bene con i compagni e i professori: siamo una famiglia e ci aiutiamo. Parliamo anche delle nostre cose personali con i professori, che ci aiutano nello studio e vengono incontro alle nostre esigenze” ha spiegato Umberto. Come abbiamo appreso in tarda mattinata, le quarte classi sono state salvate per un pelo dalle forbici ministeriali, perciò loro proseguiranno gli studi e completeranno il percorso formativo. “Ma tutti gli altri, che fine fanno?” (Daniela Palmieri, Quotidiano di Foggia 11/6/2011)

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