Continua l’epistolario “politico” tra l’avvocato Metta e l’assessore Gentile. Ad una prima lettera datata 10 febbraio c.a., che il leader del MP La Cicogna ha inviato al responsabile Welfare della Puglia, complimentandosi per il neo-inaugurato CERCAT e ponendo altresì in luce, a tal proposito, diverse problematiche, è seguita, in data 12 febbraio c.a., la replica dell’assessore regionale. Oggi è Metta a scrivere nuovamente (e ne riportiamo di seguito il testo integrale). Vien da chiedersi: che sia l’alba di una nuova stagione di “dialogo costruttivo”? I cittadini lo auspicano, i politici provvedano.
Egregio assessore.
Ho sicuramente fatto bene a rivolgermi pubblicamente a Lei, a proposito del CERCAT…e dintorni.
Mi dichiaro pienamente soddisfatto dalla Sua risposta. Condivido.
SUL VALORE DEL CERCAT: incubatore di nobili iniziative,segnale di esistenza di una “buona politica”, che faticosamente si fa strada nella boscaglia della “mala politica”;
SULLA TUTELA DELLA LEGALITA’: presidio della democrazia e,dunque,dell’interesse collettivo.
PIENAMENTE,TOTALMENTE,ASSOLUTAMENTE D’ACCORDO. E mi piace sottoscrivere, con la mia firma, questo passaggio,che invece è Suo:
“L’assenza di una idea condivisa di sviluppo lascia spazio e terreno fertile a chi CONSENTENTE L’ABUSO DEL TERRITORIO, CONSEGNANDO NELLE MANI DEGLI INDUSTRIALI DEL CEMENTO E DEL MATTONE IL MONOPOLIO CULTURALE ED ECONOMICO DELLA CITTA’”.
Le aggiungo, però, che quel che Lei teme stia accadendo, E’ ASSOLUTAMENTE IN ATTO!
Gli atti amministrativi parlano chiaro. Il quartiere degradato di Torricelli è nel mirino della speculazione edilizia. Ad ottobre scorso la Giunta Comunale – in cerca di quella foglia di fico, a cui Lei fa esplicito ed efficace riferimento – si presentò in Consiglio con un atto di indirizzo sulla ricognizione dei suoli inutilizzati nel comparto E di Torricelli, alla ricerca di volumetrie residue. Da utilizzare con altro cemento e altri insediamenti: che aggiungeranno degrado a degrado, moltiplicando le vittime di questa odiosa situazione. Senza uno straccio di scheda urbanistica, senza un documento, una carta, una planimetria. Ottenni a fatica che la ricognizione, disposta mediante la consultazione degli “atti ufficiali”, si effettuasse invece con la verifica sul suolo,nel concreto; non si limitasse ai suoli residui, ma si ampliasse alle volumetrie previste e a quelle realizzate,effettivamente.
Pensi che fu d’accordo anche Roberto Ruocco, in una delle Sue più che rare apparizioni in Consiglio, nel corso della quale aprì bocca per ben due volte…mica niente…
Fece il pesce in barile, invece, il o lo Giannatempo; Lei sa, è l’unica cosa che gli riesca magnificamente.
Due settimane fa’ ho sollecitato i risultati della ricognizione. Ma già Le posso dire con che criterio è stata effettuata.
Consultando solamente carte, della cui genuinità dubiterei fortemente; mai andando alla verifica sul terreno, soprattutto sotto la super visione – creda, dottoressa, proprio fisica…, del ben conosciuto Vicerè di quel quartiere. Come vede, i pericoli che paventa sono tutt’altro che immaginari. Anzi…Sono imminenti ed immanenti.
E’, dunque, urgente quel che Lei propone, dichiarandosi “PRONTA”!
Un ampio dibattito sul tema dello sviluppo urbanistico ( e io aggiungo economico) della città.
Lei…PRONTA? Noi…PRONTISSIMI!
Del resto,assessore, già questo scambio epistolare, pubblico e non privato, schietto e non paludato di politichese, che diavolo è, se non l’inizio di quel dibattito?
Discutiamo, dunque. Ma, intanto, fermiamoli!
Lo IACP, Commissione Tecnica, deve esaminare la variante; l’operazione speculazione che io ho denunciato, che ha lasciato Lei perplessa, che è pacificamente illegittima.
Anche io e Lei, che ingegneri non siamo, sappiamo che non si fanno varianti su lavori esauriti e consegnati.
Così come, non c’è bisogno, allocando in un Palazzo già progettato il CERCAT, di nuovi espropri.
Ho chiesto gli atti progettuali, illustre dottoressa. TARDANO AD ARRIVARE. Segnale inconfondibile di imbarazzo e timore. Ma io non demordo…aspetto.
Intanto:
che la discussione prosegua, dottoressa.
Franco Metta