«Con tutta probabilità – afferma il professore di Psichiatria all’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti, prof. Massimo Di Giannantonio – ci troviamo dinanzi ad una personalità bipolare, che ha vissuto il trauma della separazione dalla moglie come un evento destrutturante del proprio equilibrio, già potenzialmente vulnerabile. Quindi un equilibrio precario è stato messo a dura prova da un evento traumatico che, a sua volta, ha probabilmente fatto tornare a galla situazioni irrisolte legate al passato e alla giovinezza di quest’uomo». Il suicidio, aggiunge Di Giannantonio, «è infatti una delle manifestazioni più drammatiche della patologia bipolare».
E’ probabile che Schepp temesse un prossimo trasferimento della ex moglie e delle bambine in un’altra città, cosa che lo avrebbe allontanato in modo drastico dalle gemelline. E proprio la paura di perdere le figlie avrebbe fatto scattare la follia in una personalità già a rischio.
«L’uccisione delle bimbe – spiega Di Giannantonio – investe un duplice aspetto: la relazione di Schepp con la moglie e la relazione con se stesso. Nei riguardi della moglie emerge una volontà di vendetta e aggressione, cui segue una delirante forma di compensazione per le figlie perdute attraverso il denaro speditole nelle lettere».
(le dichiarazioni del Prof. Di Giannantonio sono tratte da lagazzettadelmezzogiorno.it)