La politica ha da giorni un tema importante di cui occuparsi e, su cui, purtroppo, soltanto parlare. Tutti dicono la propria, tutti parlano spesso di cose che non conoscono. Anche l’informazione, da qualcuno erroneamente eletta a “contropotere”, dice la propria verità. La sanità è sofferente in Italia, non a Sud, non a Cerignola, ma anche a Sud e anche a Cerignola (come in tutta Italia). E la politica ne approfitta per guerreggiare, per “scaricare” responsabilità, per fare demagogia. E’ evidente che se per una visita cardiologica ci vogliono 20 giorni al Fatebenefratelli di Milano, 3 giorni al Policlinico di Bari, 225 giorni al Gaslini di Genova e 2 giorni a Roma, o per una TAC a Bologna ci vogliono 236 giorni e al Policlinico di Bari “solo” 150 (fonte Repubblica.it), qualcosa non va. E in questo caos c’è chi si dilunga in interventi autoreferenziali, sia in consiglio che a mezzo stampa, chi marca visita, chi, come l’assessore Gentile nonostante tutto dice “presente”, chi come Giannatempo non si sottrae al lavoro per il bene dell’ospedale e chi come Roberto Ruocco, contro ogni previsione dei bookmakers, prende coraggio e fa un intervento in consiglio. E a chi questo ospedale, per varie ragioni, non piace e ne auspica la “certa” chiusura, sarebbe lecito chiedere: ma allora meglio chiuderlo o averlo a mezzo servizio? Ovvero, siccome un attaccante “sbaglia” alcune partite ma fa bene il suo dovere nelle altre, che facciamo? Ce lo teniamo o lo svendiamo? Ai cittadini il giudizio! Ai politici il compito di difenderlo!