Direttore del Centro “Don Antonio Palladino”, a lui si devono tantissime iniziative a favore degli ultimi. “Con la scomparsa di questo nobile figlio della nostra terra viene a mancare un imprescindibile punto di riferimento per i servizi sociali – dice il Sindaco Antonio Giannatempo – uno straordinario interlocutore per le istituzioni, un modello per chi fa volontariato”.E’ morto Salvatore Lasalvia. Il suo cuore non ha retto. Gonfio, generoso, ha ceduto allo scadere dell’anno. Viene a mancare così uno dei più grandi testimoni, se non il maggiore, della solidarietà umana in questa città. Fatti, senza prediche, polemiche o risentimenti. Salvatore Lasalvia, prima con il Tribunale del Malato, poi come fondatore e animatore del Centro “Don Antonio Palladino”, ha servito il prossimo, forse più di se stesso. Non si è risparmiato a favore degli indigenti, di qualunque età, genere e razza. L’associazione, già Centro Comunale di Informazione Culturale – ubicata all’angolo della Villa Comunale – è diventata un sicuro approdo per l’accoglienza di persone in difficoltà, di stranieri in cerca di aiuto alimentare o sanitario, di italiani scivolati, come tanti negli ultimi anni, in situazioni di povertà. “Se n’é andato un figlio nobile di questa terra – così lo ricorda il Sindaco Antonio Giannatempo – una persona che non lesinava mai il suo aiuto al prossimo. Un uomo che capiva immediatamente la gravità delle situazioni che si trovava ad affrontare e alle quali sapeva dare risposte immediate e concrete. Salvatore ha tradotto nei fatti i precetti cristiani ed è stato uno straordinario interlocutore per le istituzioni. La sua perdita è grave, sotto tutti i punti di vista. Con la sua scomparsa viene a mancare un imprescindibile punto di riferimento per i servizi sociali, un modello per tutte quelle persone che, nel corso degli anni, hanno utilizzato il loro tempo libero per fare del bene agli altri e le cui potenzialità Salvatore ha saputo sfruttare al meglio. I suoi sforzi hanno fatto in modo che tante persone bisognose non venissero lasciate ai margini della società. Per tutti questi motivi mi sento di dover esprimere la mia più profonda ed affettuosa gratitudine a Salvatore Lasalvia, la cui opera, ne sono certo, sarà portate avanti nel miglior modo possibile dai suoi collaboratori”. Salvatore è rivolto con dignità, ma anche con insistenza, quella della forza del bene, agli amministratori pubblici, sindaci, assessori, ai direttori generali ASL, alla Diocesi, alla Caritas, agli imprenditori per poter dare un pranzo, un capo di abbigliamento, una carrozzina per neonati, una tessera sanitaria, una vaccinazione ad un povero, ad una vedova, ad un bimbo, agli sventurati. Diceva sempre a chi lo ha conosciuto da vicino che non bisogna guardare in faccia chi ti chiede qualcosa. La carità, se non può essere anonima, non può essere influenzata da niente e da nessuno. E’ prossimità, amore per gli altri. La disponibilità per gli altri non escludeva una grande organizzazione. Teneva in gran segreto elenchi di persone assistite al solo scopo di dimostrare un giorno come aveva distribuito il materiale ottenuto dagli enti, dai benefattori o dal Banco Alimentare di Taranto. I servizi di vera e propria sussidiarietà svolti da lui e dai tanti collaboratori sono diventati i servizi sociali esterni al Comune di Cerignola. Non c’è più Salvatore, ma ha lasciato un grande esempio di vita e di sensibilità per i più deboli. Alla moglie, ai figli, ai collaboratori del Centro sono giunte numerosissime attestazioni di vicinanza umana ed istituzionale da parte di tutta l’Amministrazione Comunale, dei partiti politici, del mondo del volontariato e di tanta gente comune.
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grazie Salvatore x ciò che hai seminato