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    Cerignola, blitz della GdF: cinque in carcere e nove ai domiciliari

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    Angelo Zagaria e Tommaso Costanzo che, tra le altre cose, gestivano i contatti con altri gruppi delinquenziali dediti agli assalti ai tir. Erano loro al vertice dell’organizzazione criminale smantellata stamattina dalla Guardia di finanza di Foggia. Il blitz, denominato “Maxi Park”, e che ha visto impegnati circa 100 finanzieri, ha avuto inizio dopo il ritrovamento di bottiglie di liquore prive del contrassegno di Stato e trasportate da un’automobilista di Cerignola. Quattordici le persone arrestate tutte residenti nei centri del basso Tavoliere: cinque in carcere, nove ai domiciliari. Nel corso dell’operazione sono state anche denunciate ventuno persone: gli acquirenti finali perlopiù titolari di supermercati o ristoratori del basso tavoliere.
    La merce era tutta di provenienza furtiva: spesso proventi di rapine a mano armata ad autotrasportatori del bergamasco e del livornese. Le indagini sono durate sei mesi: lo scorso dicembre la conclusione. Sequestrati complessivamente 4 tonnellate e mezzo di prodotti alcolici; una tonnellata di conserve alimentari e 720 batterie per auto. Sequestrate anche una villa, con annesso terreno situata a Cerignola e di proprietà di Zagaria, e tre autovetture di grossa cilindrata: Audi Q7, Nissan Note e Porsche Carrera per un valore complessivo che supera i 900mila euro.

    Gli arrestati Quattordici provvedimenti di cattura nel blitz “Maxi Park” ma sono 12 le persone arrestate perché a un paio di indagati è stata notificata una doppia ordinanza. In carcere sono finiti i foggiani Michele e Luigi Morelli di 69 e 49 anni; i cerignolani Angelo Zagaria, 52 anni; Tommaso Costanzo, 52 anni; Anna Strafezza, 50 anni; Giacomo Difilippo, 65 anni; Giuseppe Petruzzelli, 57 anni. Ai “domiciliari” sono finiti i cerignolani Andrea Zagaria, 26 anni; Pasquale Bruno, 30 anni; Teodato Vasciaveo, 37 anni; Matteo Mastropietro, 44 anni, e Gerardo Cirillo, 48 anni. (Fonte:D.N.)

    9 COMMENTS

    1. Bisognerebbe fare i nomi di questi imprenditori e ristoratori che compravano la merce rubata. Sono loro i primi farabutti che per i loro sporchi interessi incentivano il malaffare e le rapine alle persone che lavorano ONESTAMENTE. Siamo un paese da fare SCHIFO.

      • e anche se facessero i nomi che si concluderebbe????? al massimo chiediamoci quanto tempo rimarranno in cella i tipi arrestati???????

      • sono d’accordo con te loca prueba, forse non li fanno perchè sono tutti coinvolti!! con la loro concorrenza sleale hanno penalizzato chi ha chiuso perchè non poteva reggere ai loro prezzi!!

    2. Niente, pero’ almeno evitiamo di andare a comprare e mangiare merce rubata e venduta come lecita, antonio non fare finta di non capire… Purtroppo tutti gli sforzi che compiono le forze dell’ordine alla fine finiscono in bolle di sapone per colpa della giustizia Italiana… Complimenti comunque per l’operazione…

    3. Ottimo ragazzi.cmq ha ragione loca servono i nomi delle attività cosi ki acquista merce rubata se la tiene per lui se nessuno frequensta il suo esercizio

    4. Mi permetto di dissentire dal commentare l’operato degli avvocati e delle leggi; un plauso deve essere fatto all’indirizzo delle forze dell’ordine che hanno portato a termine una così brillante operazione. Per riprendere il diswcorso dei legali e delle leggi, noi tutti cittadini di questa città dovremmo farci un esame di coscienza in proposito. A quanti di noi è capitato, nella propria esistenza, di dover acquistare un qualcosa di provenienza illecita o illegale?
      Spesso siamo in primis noi, con il nostro comportamento che “incrementiamo” queste scellerate azioni da parte di questi scoppiati. Lo stesso dicasi dello spaccio di droga, del mercato di pezzi di ricambio, del cavallo di ritorno, dello sfruttamento di esseri umani (non solo extra comunitari). I controlli si sono moltiplicati in questi ultimi periodi, ma “i fenomeni” sono sempre stati all’ordine del giorno (dall’alto dei miei cinquantanni). Comunque:
      Non è mai troppo tardi!

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