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    Poste, licenziamenti in vista: sindacati proclamano sciopero generale dal 2 al 30 Aprile

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    Sciopero delle prestazioni aggiuntive e straordinarie di tutto il personale applicato al settore dei servizi postali di Poste Italiane della provincia di Foggia dal prossimo 02 aprile al 30 aprile 2012. E’ questa la decisione indetta dalle Organizzazioni Sindacali, riferita al conflitto di lavoro acceso nei giorni scorsi e che non ha avuto purtroppo esito positivo. Alla base della proclamazione dello sciopero, cui hanno aderito le sigle sindacali SLP CISL, UILPOSTE, CONFSAL-COMUNICAZIONI e UGL-COMUNICAZIONI, vi é l’atteggiamento dei dirigenti dell’Azienda che al posto di raccogliere e risolvere le problematiche che ogni giorno gli addetti al recapito sono costretti ad affrontare sui luoghi di lavoro (parco mezzi inefficiente ed inadeguato con addirittura alcuni portalettere costretti ad uscire con il mezzo proprio pur di garantire il servizio, arrivo della corrispondenza nei Centri di Distribuzione in forte ritardo con conseguente slittamento dell’uscita dei portalettere, zone sperequate e non revisionate secondo l’implementazione dell’accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali, vestiario e dispositivi di protezione individuale non corrisposto a tutti i lavoratori, smaltimento delle ferie imposto ai dipendenti pur di raggiungere fantomatici obiettivi, la flessibilità operativa non pagata con regolarità, la palese carenza di personale negli uffici) preferisce invece, attraverso anche tentativi di intimidazione, ricatto e prospettive apocalittiche sul futuro dei dipendenti, sviare le problematiche sollevate dai lavoratori, generando invece un clima di incertezza e di paura. L’incubo dei licenziamenti selvaggi incombe anche su Poste Italiane.

    Infatti nei giorni scorsi qualche responsabile aziendale si è abbandonato in dichiarazioni degne del più autorevole padrone delle ferriere, arrogandosi il diritto di esternare convinzioni personali, prive di alcun fondamento, senso e costrutto del tipo:

    • non ci sarà alcun premio di produttività;
    • non ci sono soldi per pagare la benzina ai motomezzi;
    • non ci sono soldi per riparare i motomezzi;
    • inizieranno i licenziamenti a partire da giugno;
    • saranno licenziati i più giovani.

    Esprimiamo netto dissenso rispetto a tali sconcertanti e scellerate scelte, prive di alcun fondamento e finalità, significando che non accetteremo mai regimi comportamentali che non appartengono alla storia e tradizione della più grande Azienda di servizi di questo nostro Paese. Consigliamo a tale personaggio supponente ed arrogante, arrivato in Poste giorni fa, di leggersela questa storia, i sacrifici profusi dai tanti PORTALETTERE che in questi duri anni di risanamento e di continui processi riorganizzativi hanno saputo rimodularsi e sposare il nuovo, in forme sempre più flessibili e dinamiche. Concetti come privatizzazione, liberalizzazione, competizione non possono significare la fine di ogni conquista sindacale, la mortificazione di ogni dignità umana e professionale. I protagonisti di tale squallida vicenda, invece di parlare in maniera così disinvolta di riordini, dei 10.000 esuberi da superare mediante licenziamenti a raffica, della fine di tutele e cautele, farebbero bene a recuperare senno e serietà, dando senso vero alla propria funzione aziendale, mediante strategia di valorizzazione del ruolo del portalettere, preoccupandosi della crescita dei volumi e potenziando la comunicazione con la clientela, dinamica questa che non esclude nessuno, occupandosi del  parco mezzi di trasporto, oramai alle pezze e che pone seri problemi in termini di sicurezza, implementando ed aggiornando gli accordi relativi al progetto 8/20, da molti oramai ritenuto l’incompiuta, sensibilizzando l’azienda sui sistemi di sicurezza in generale, completando le dotazioni, dal  vestiario ai caschi, migliorando il clima di lavoro negli uffici che degenera giorno dopo giorno. Pertanto, per tutto ciò sopraenunciato, il personale dell’Area produttiva dei Servizi Postali (Portalettere, Capi Squadra, Addetti alle lavorazioni interne) aderenti all’iniziativa informano che termineranno l’attività alla precisa scadenza del normale orario di lavoro, scusandoci sin da ora dall’eventuale disagio che verrà a crearsi, ma tale azioni di lotta risulta unicamente orientata alla salvaguardia in Poste Italiane, dei suoi servizi offerti in ogni luogo alla cittadinanza e dei livelli occupazionali.

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