Strage sfiorata in una base italiana in Afghanistan, dove un razzo è caduto stamani ma non è esploso, provocando solo leggere ferite a tre soldati, investiti da pietre e terriccio.
I fatti si sono verificati intorno alle 10 locali (le 7.30 in Italia), quando un razzo da 107 millimetri lanciato da ‘insorti’ é caduto, senza esplodere, all’interno della base avanzata ‘Tobruk’ di Bala Boluk, nel settore di competenza della Task force south, su base 19/o Reggimento Cavalleggeri ‘Guide’ di Salerno. “L’impatto dell’ordigno sul terreno ha causato la proiezione di terriccio e pietre, che hanno investito tre militari”, spiega il tenente colonnello Francesco Tirino, portavoce del contingente. I tre sono stati trasportati presso l’infermeria della base: due di loro hanno riportato solo ferite leggere e contusioni, mentre il terzo – interessato da un colpo più forte al torace – è stato trasferito a scopo precauzionale all’ospedale militare da campo americano di Farah per “ulteriori accertamenti”. Anche lui, però, assicurano dal contingente, non è in pericolo di vita. Tutti e tre i militari coinvolti “sono rimasti sempre coscienti ed hanno avvisato personalmente i propri familiari”.
L’area dove è caduto il razzo è stata subito posta in condizioni di sicurezza ed un nucleo di artificieri è stato incaricato del brillamento dell’ordigno. Per le ‘Guide’ di Salerno si tratta del secondo attacco in due giorni: sabato scorso, infatti, una pattuglia era stata fatta oggetto di colpi d’arma da fuoco mentre era intenta a disinnescare un ordigno scoperto lungo la strada. I militari avevano risposto e gli ‘insorti’ si erano dileguati, senza provocare né feriti né danni. In precedenza, l’8 agosto, un veicolo blindato ‘Lince’ era saltato su una bomba, ma aveva retto all’urto e i quattro occupanti erano rimasti illesi. Tutti e tre gli attacchi si sono verificati nella provincia di Farah che, sottolineano al comando del contingente, si conferma una zona “tra le più problematiche”, soprattutto per gli interessi che stanno dietro all’intensa coltivazione del papavero da oppio e che mal si conciliano con la presenza dei militari italiani e della Nato.
Episodi come quello di oggi confermano che anche nella ‘tranquilla’ regione ovest del Paese, dove sono schierati gli oltre 4.000 militari italiani, la situazione è tutt’altro che pacificata, anche se al comando del contingente vengono sottolineati i progressi compiuti dalle Forze di sicurezza afgane nella condotta delle operazioni sul terreno. Il processo di ‘transizione’ tra le forze della Nato e quelle locali prosegue dunque come previsto e, di pari passo, il ‘ritiro’ dei militari italiani: nelle settimane scorse è stata ceduta agli afgani la base ‘Ice’ (dove un colpo di mortaio uccise il sergente Michele Silvestri), mentre è stata smantellata quella denominata ‘Snow’ (dove venne ammazzato l’alpino Miotto). Il contingente italiano, secondo le previsioni, dovrebbe scendere a quota 3.500 uomini in autunno e a 3.000 la primavera prossima. Entro la fine del 2014 dovrebbe concludersi la missione: le forze ‘combattenti’ torneranno a casa e sul posto rimarrà solo un piccolo contingente di addestratori.
Un augurio di pronta guarigione ai nostri militari.
ogni volta che sento di una donna stuprata per strada, mi chiedo se fosse successo, se invece di tenere militari in giro per mondi sconosciuti, fossero stati impiegati qui a casa loro a sorvegliare le nostre strade.
Ma quanto ci costano sti cacchi di militari??? Basta, nonostante la crisi sprechiamo denaro pubblico, non la smettiamo mai di lecchinare questa maledetta America prepotente e ladrona.
SIAMO DEGLI EMERITI xxxxxxxxxxxxxxxxx.
Poi ci emozioniamo quando ci fanno sentire l’Inno Nazionale, io personalmente non mi emoziono ma mi altero di brutto, in quanto non siamo degni veramente della nostra Patria, mi inchino a tutti quelli che hanno perso la vita per le giuste ragioni.
Poi siamo arrivati noi, le nuove generazioni che ci siamo prostituiti a tutti e a tutto.
Vergogniamoci tutti veramente, italia senza xxxx.
Mi correggo,
VERGOGNAMOCI.
agli inizi degli anni 90 si chiamavano Muiajdin, venivano combattuti ed invasi dai Russi. All’epoca noi e gli Americani li difendavamo ritenendoli poveri contadini innocenti. Fu fatto il film “Rambo 3” che parlava di questo. ora che li combattono gli Americani si chiamano Talebani e sono spacciatori di droga, stupratori, assassini eccetera..in realtà sono sempre la stessa gente, ignoranti coi loro usi tribali, possiamo criticarli quanto vogliamo, ma sono le loro tradizioni da sempre, da millenni. Nessuno può cercare di cambiare un popolo, solo il popolo stesso può cambiare se stesso. quindi è inutile star li, inutile e costoso.
SE NE FATE SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI,COSTA DI PIù NON AVERE CREDIBILITA’ INTERNAZIONALE,SE parliamo di vite umane il discorso potrebbe cambiare.
saluti
in iraq per il petrolio, in afghanistan per la droga. il 95% di essa, a livello mondiale, proviene proprio da li. i motivi delle guerre sono solo economici, guardate in Siria cosa sta’ succedendo….nessuno apre bocca….
Michele scusa ma la credibilità internazionale te la fai con l’onestà della gente che ti rappresenta non mettendo a disposizione militari e cacciabombardieri.