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    «La Puglia non sfora il Patto di stabilità» Il ministro Barca assolve Nichi Vendola

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    «Libero la spesa dai vincoli del Patto di stabilità interno, ma non violo alcuna norma», scrive ai pugliesi qualche giorno fa il governatore Nichi Vendola. «Da oggi farò un atto di ribellione al governo Monti: ho deciso che violo il patto di stabilità perché mi frena la spesa per investimenti», dice nel salotto di Piazza Pulita. Insomma Vendola lo sfora o non lo sfora questo Patto di stabilità? «Non lo sfora». Il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca riceve il premio Nitti presso l’Istituto di studi filosofici a Napoli. «Il provvedimento in questione è stato introdotto dal precedente governo sotto la spinta delle Regioni — spiega Barca — che temevano di non riuscire ad utilizzare la parte del cofinanziamento nazionale. Se sfondi per via dell’utilizzo del cofinanziamento dei fondi comunitari non incorri nelle sanzioni previste per lo sforamento del Patto di stabilità, ma per l’anno successivo ti devi autolimitare». In cosa? La Regione non potrà contrarre mutui, non potrà assumere personale, dovrà limitare rigorosamente la spesa corrente. «Se una Regione pensa di poter fare a meno di queste tre cose — prosegue il ministro — lo può fare». Insomma è una scelta, che possono fare tutti.

    «La norma — spiega ancora — c’è, quindi ogni regione può utilizzarla. Certo dipende sempre dalla qualità degli investimenti». Non s’addentra nella polemica politica il ministro, che sia un atto di ribellione nei confronti del governo Monti è questione da primarie, par di capire, non da tecnici. Quanto all’Agenzia per la coesione territoriale, figlia tanto amata e voluta da Barca, per ora, come scritto ieri dal Corriere del Mezzogiorno, è accantonata. Ma perché? «Perché le forze politiche hanno ritenuto di non farla rientrare nella legge di stabilità. Ma — tiene a precisare il ministro — tutti la condividono, Grilli compreso e forze politiche comprese. Per questo sono molto sereno. Perché so che a breve troveremo in Parlamento un altro modo per valutare questa iniziativa, che è indispensabile e non tanto a questo governo, quanto al prossimo. Perché consentirà di far spendere bene i fondi europei. La nuova impostazione della politica comunitaria per il 2014-2020, che finalmente metterà l’accento sulle azioni e sui risultati, anziché sui programmi di carta richiederà delle strutture che stiano sui progetti, anziché sui soggetti e sulle procedure. Senza l’agenzia lo Stato non è disarmato ma può consentire di rendere queste funzioni più robuste e diffuse».

    Nel ricevere il premio Barca si è soffermato sul Sud e sul «problema dello sviluppo anche e soprattutto politico». La situazione può essere superata solo rompendo «gli equilibri costituiti», di quella chiama una «classe dirigente estrattiva, cioé abituata a drenare risorse più che a innovare». E si cambia e prevale l’interesse collettivo sul particolare solo col conflitto. L’esempio? Per Barca la soluzione del contrasto sul passaggio dell’Alta capacità Bari-Napoli ad Acerra. «Abbiamo affrontato in modo trasparente e aperto — spiega —, con Regione, Comune e Ferrovie dello Stato il tema dell’impatto dell’opera sul micro-territorio, sottraendo la valutazione dei pro e dei contro al chiuso delle stanze e portandola sul web, dove le soluzioni gareggiano sotto gli occhi di tutti». (tratto da corrieredelmezzogiorno.it – Simona Brandolini)

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