In questi giorni tanto si è detto sulla Cadinvest, la società proprietaria dell’ex-albergo moderno che ne ha effettuato nei giorni scorsi la demolizione. Per dovere di cronaca è parso necessario dar voce anche al direttore dei lavori, ing. Donato Calice, il quale in esclusiva a lanotiziaweb.it concede la propria replica, narrando fatti e avvenimenti.
Come risponde ingegnere a tutto quello che si è detto in questi giorni circa la Cadinvest e la demolizione dell’immobile sito nella città vecchia? Qual è la verità? «La società Cadinvest è diventata proprietaria di quella struttura nel 2004. Ci siamo subito resi conto dello stato precario nel quale l’immobile versava e pertanto abbiamo subito segnalato il tutto agli organi competenti, cioè l’amministrazione comunale, per chiedere quali potessero essere i provvedimenti più idonei affinchè tali situazioni fossero risolte. Dopo qualche anno, nel 2007, c’è stato il bando regionale per il piano di recupero delle periferie che contrariamente a quel che dice qualche persona poco informata, o appositamente poco informata, non riguardavano solo le periferie, ma riguardavano essenzialmente gli interventi di recupero all’interno dei centri storici degradati. L’amministrazione comunale partecipò al bando e condizione fondamentale era proprio l’intervento di privati all’interno del piano di recupero. Fu chiesto alla Cadinvest di partecipare e quella struttura entrò all’interno del piano, nel quale già all’epoca fu prevista la demolizione e ricostruzione, causa condizioni statiche estremamente precarie, supportate da una serie di consulenze tecniche fatte nel tempo. Dopo che fu approvato il piano di recupero delle periferie si doveva passare alla fase attuativa, ovvero alla stipula di una convenzione tra il soggetto privato e il soggetto pubblico. Cadinvest ha più volte sollecitato l’amministrazione alla stipula della convenzione, perchè preoccupata delle condizioni precarie dell’immobile. Nonostante tutto ad oggi la convenzione non è stata ancora firmata. Tuttavia dopo l’evento piovoso dei primi di novembre la situazione si è ulteriormente aggravata, tanto che l’amministrazione, al di la di tutto ha emesso un’ordinanza di demolizione. In contemporanea c’è stata una sentenza che ha ordinato a Cadinvest di demolire e ultimamente questa sentenza ha avuto una conferma proprio qualche giorno fa da parte del Tribunale di Foggia a seguito di un nostro reclamo. Inoltre, aggiungo un particolare di cronaca. Appena abbiamo toccato con un piccone un pezzo dell’immobile sono venuti via 100 Mq di solaio. Allora io vorrei capire cosa sarebbe successo se ci fossimo trovati di fronte ad un crollo improvviso dell’intera struttura con le proprietà adiacenti interessate. Questa è la domanda che faccio io ai cittadini e ai bene informati».
Che cosa si può fare ora dopo la demolizione? Cosa ne farà Cadinvest di quel sito? «Premesso che era indispensabile demolire e considerato che la Cadinvest ha anche una sensibilità di tipo sociale, il progetto del PIRP prevede la ricostruzione con la stessa volumetria. Quindi si può ricostruire lì. Quello che sta venendo fuori però negli ultimi giorni è che si potrebbe costruire lì una piazza e trasferire la volumetria, senza alcun incremento, in un altro sito».
In quale sito di preciso? «Sicuramente in un sito di nostra proprietà. Quindi mettiamo a disposizione due siti. Uno da destinare ad attività pubblica, e siamo disponibili anche a realizzarla a spese della Cadinvest, e l’altro per recepire la volumetria».
Con una variante di Piano Regolatore? «Si, conferenza di servizi e variante di piano regolatore».
E rispetto al problema dei vicini mandati in albergo? «La Cadinvest ed io, in qualità di direttore dei lavori, possiamo garantire che, in fase di demolizione, non vi è stato mai alcun pericolo. Tuttavia, in via precauzionale, anche su invito degli organismi preposti alla protezione civile, si è deciso di evitare che fossero presenti persone negli immobili confinanti durante la fase di demolizione. Cadinvest si è accollata l’onere di ospitare queste persone in albergo a sue spese per tutto il periodo della demolizione, senza polemiche e senza pericoli».