L’ultima in ordine cronologico è quella di via Masaniello. Un divieto di sosta con tanto di palo posto proprio difronte ad una rampa comunemente definita “per disabili”. Risultato: accesso impedito per “chiunque” e creazione di una nuova “barriera architettonica”. Non si sa quando sia avvenuta quest’ultima geniale installazione, l’unica certezza è che la recente (e spiacevole) scoperta ha scoperchiato, in città, un antico e mai domo “vaso di Pandora”: quello delle “barriere architettoniche”. Sono numerose e dislocate in diverse parte della città, in una par condicio anche toponomastica dell’inciviltà che fa davvero rabbrividire. Un “censimento” che, ad esempio, viene puntualmente aggiornato sulla pagina facebook https://www.facebook.com/groups/cerignola.accessibile/, dove chiunque può segnalarle e documentarle con foto o video.
Barriere, ostacolo per “chiunque” Una battaglia che ha sempre visto tra i suoi indiscussi protagonisti Simone Marinelli, presidente dell’associazione Superamento Handicap. «Non c’è soltanto via Masaniello, penso anche ad ExOpera o al parco della Mezza Luna: le barriere sono davvero tante – dichiara Marinelli a Lanotiziaweb -. Quello che sorprende in negativo, però, nel caso di via Masaniello è che qui la barriera non c’era ma addirittura è stata creata, con una scelta se non stupida quantomeno superficiale». Un ostacolo in più non soltanto per i diversamente abili ma anche per la gente cosidetta normale: «Penso ad un disabile temporaneo, ad una mamma con il carrozzino o ad una persona obesa: anche a loro si crea un problema». L’esigenza di eliminarle, tra l’altro, non è solo e soltanto dettata dal senso civico o dalla sensibilità di una città che, comunque, su questo fronte ha ancora tanto da imparare. E’ la legge, come sempre, ad approntare una tutela in questi casi stabilendo che “ogni passaggio dev’essere accessibile, fruibile e visibile” e che, in corrispondenza di ogni attraversamento pedonale, venga installata un’apposita rampa.

L’inerzia della politica «Sono 7 anni che faccio il presidente di Superamento Handicap: se solo avessimo agito con più attenzione in 10 anni ce le toglievamo tutte le barriere architettoniche». Una laconica constatazione, quella di Marinelli, che chiama direttamente in causa i gestori della ‘cosa pubblica’, a cominciare dall’attuale amministrazione comunale: «Nel 2008 eravamo il fiore all’occhiello in Italia dal punto di vista dell’attenzione alla tematica. Con l’amministrazione Valentino era stato stipulato un Protocollo d’intesa per L’abbattimento delle Barriere Architettoniche denominato “Dal progetto al collaudo”, e l’anno precedente si era deciso di destinare il 5% degli oneri di urbanizzazione come capitolo di spesa per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Oggi credo che su questo fronte stiamo regredendo notevolmente». La prova sono le sollecitazioni andate clamorosamente a vuoto nei confronti delle autorità cittadine: «Non più di tre settimane fa ho informato sia l’assessore Franco Reddavide che il comandante dei Vigili Mandrone delle criticità presenti in via Masaniello o al Parco della Mezza Luna: da allora non mi hanno fatto sapere più niente». Il muro del silenzio. Anch’esso, a suo modo, una forma di barriera.