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    Diocesi contro liberalizzazione orari degli esercizi commerciali

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    E’ stata portata alla attenzione degli organismi della Conferenza Episcopale Italiana la campagna di sensibilizzazione e raccolta firme promossa da alcune associazioni e organizzazioni, tra le altre la Confesercenti, per proporre una legge di iniziativa popolare volta a contrastare l’indiscriminata liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, mediante l’abrogazione dell’art. 3, comma 1, lett. d-bis), del DL n. 223/2006, come modificato dall’art. 31 del DL n. 201/2011. La Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano attraverso la voce del suo Vescovo S.E. Rev.ma Mons. Felice di Molfetta, ha prontamente aderito alla iniziativa indicendo per DOMENICA 2 DICEMBRE, prima domenica di Avvento, la raccolta di firme a sostegno di questa proposta.

    L’iniziativa ha dichiarato il Vescovo è “meritevole di considerazione in ordine alla difesa del valore della domenica, per liberarla dal lavoro, a tutela della dignità delle persone – della donna, soprattutto – e dei tempi della famiglia“. Tema questo, evocato anche nell’Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano dello scorso giugno, a partire dagli espliciti richiami del Santo Padre Benedetto XVI. I valori in gioco sono, innanzitutto, quello antropologico: senza il riposo domenicale ogni uomo si fa vuoto e non gusta più le belle cose che fa. Il riposo è antropologicamente necessario. In secondo luogo, c’è la ragione familiare, perché le mamme costrette a lavorare di domenica, non hanno più la possibilità di seguire i loro figli, soprattutto gli adolescenti. Da ultimo le ragioni economiche. Si constata, infatti, che la legge sulle liberalizzazioni ha di fatto abbassato i ricavi del commercio di ben il due per cento. Non si tratta dunque di una battaglia “clericale” a difesa delle Messe festive, anzi anche le comunità ebraiche si sono alleate fortemente in questa campagna.

    L’obiettivo è creare un’imponente raccolta di firme per il cambio della legge sulle liberalizzazioni perché la regolamentazione del commercio domenicale passi alle Regioni, che potranno saggiamente distribuire tale opportunità a seconda della conformazione geografica e turistica delle varie località. L’apertura domenicale dei negozi diventa così, un’eccezione, non una regola. Questo il nocciolo etico e politico della proposta. Concretamente chi vorrà firmare la proposta di legge potrà farlo in tutte le parrocchie dei nove comuni della Diocesi (Cerignola, Ascoli Sariano, Orta Nova, Candela, Stornara, Stornarella, Carapelle, Ordona e Rocchetta S. Antonio) al termine delle Sante Messe. Chi non potrà farlo nella giornata di Domenica 2 Dicembre potrà apporre la firma nei giorni successivi, rivolgendosi ai parroci, e comunque entro il 9 dicembre 2012. Non occorre portare alcun documento di identità, ma solo dichiarare la proprie generalità. La firma potrà essere apposta solo sui fogli previamente vidimati dalle pubbliche autorità comunali e previamente consegnati alle parrocchie.

    6 COMMENTS

    1. al di là del merito della questione, ma perchè i preti non si fanno i …. fatti … loro ??
      E BASTA !!!!!!!!!!!!

    2. Ma il Vaticano non é uno stato? Perché mette naso su questioni, che riguardano un altro stato l’ Italia che, oltretutto é uno stato laico? Queste ingerenze sono insopportabili.

    3. Anche se la preoccupazione del vescovo penso sia solo relativa al deserto che la domenica si può verificare nelle chiese,senza pensare che questo possa essere Anche il risultato della mancanza di fiducia e la delusione che il cristiano può avere nei confronti di questa istituzione,sono daccordo sul rivedere questa legge,che da un lato da solo profitti alle grandi catene di distribuzione,e dall’ altra distrugge quell indispensabile momento di ritrovo e condivisione famigliare, settimanale,che è sempre stato intrinseco a questa giornata.il consumismo non può mettere le mani su questo importante momento di pausa e di incontro!non riesco a concepire una settimana senza la domenica intesa come tale!

    4. nell’articolo si cita il fatto che la domenica sia libera da vincoli lavorativi….con la crisi che c’è, la domenica, V’NEIM A MMANGE A KKAST, U PRE’.Non basta tutto quello che fanno al di la’ del lecito,adesso rompono anke le uova nel paniere a chi deve x forza lavorare x sbarcare il lunario.Non serve la domenica x educare i figli….gnurant.

    5. Trovo giusto che la domenica sia riconosciuta come gg di riposo. L’uomo o la donna oltre al lavoro devono necessariamente dedicarsi alla famiglia e la domenica è il gg ideale.
      Credo che un’attività non guadagna di piu’ se resta aperta anche di domenica. chi ha voglia di comprare perchè quell’oggetto o vestiario serve, lo si compra e basta!!!
      Mettiamoci in testa che c’è crisi, la moneta non gira e quando i soldi non ci sono, non ci sono nenche se rimani aperto il gg di Natale.
      E non dimentichiamoci che le persone devono sentirsi cristiani, hanno anche bisogno di pregare!!
      Troppi valori stanno andando via!!!
      Ricordatevi che l’uomo o la donna devono essere liberi e i loro diritti devono essere riconosciuti.
      L’uomo che ha potere non deve abusare di chi vive di quel posto di lavoro solo perchè hanno il potere di mandarli a casa.
      La dignità dell’uomo o della donna va rispettata. Sempre!!

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