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    Ex Albergo Moderno: se ne parla…in pubblico. Ed è già un risultato

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    Aveva fatto discutere. Tanto e animatamente. La demolizione dell’ex Albergo Moderno, cominciata in data 12 gennaio, non era passata inosservata. Per forza di cose: vuoi perchè quell’edificio diroccato e malmesso faceva ormai parte (se non della storia) quantomeno dell’arredo urbano di questa città; vuoi perchè il polverone politico che da quelle macerie si è poi alzato ha lasciato strascichi di veleni e di polemiche. Se n’è tornato a parlare ieri sera, ad ExOpera, dove la Giovane Italia di Ignazio Abatino, proprio sul futuro di quell’area, ha organizzato un tavolo cui hanno partecipato Donato Calice (imprenditore proprietario della struttura abbattuta), Angela Bruno (che a breve alla Terra Vecchia aprirà un ristorante), Savino Bonito (tesserato Pd), Paolo Vitullo (capogruppo comunale del Pdl) e Francesco De Cosmo (assessore all’Urbanistica).

    Quello che il dibattito non ha detto Forse è stato giusto così, visto che ci sono state denunce, si sono mosse Procure e parlamentari nazionali. O forse no, visto che, quella che in molti hanno vissuto come una ferita alla città, si poteva cercare di emarginare in pubblico. Fatto sta che gli aspetti più controversi della demolizione non sono stati toccati, qualcuno a malapena sfiorato. Eppure la polemica politica è stata e continua ad essere forte. Una interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Fabio Granata di Fli, un dossieraggio a cura del movimento politico La Cicogna, le dimissioni di Giannatempo richieste da Fli con un Salvatore Tatarella che definì quella demolizione «l’atto più vergognoso di questa amministrazione», un rischio eternit (mai confermato) che mise in allarme parecchi cittadini ed un tam tam continuo sulla rete, tra falsi scoop, allarmismi e denunce private più o meno fondate. Di tutto questo, nel dibattito, non c’è stata traccia.

    Piazza o edificio? E’ questa, in soldoni, l’alternativa secca che si pone per lo spazio vuoto lasciato dalla demolizione dell’ex Albergo Moderno. Le posizioni sembrano convergere, a larga maggioranza, verso la costruzione di una piazza ed il contestuale recupero della volumetria per Calice da un’altra parte. «Un edificio fatto di abitazioni per giovani coppie – dichiara Abatino -, posto all’ingresso del centro storico, rappresenterebbe una sorta di muro, di chiusura innaturale per lo stesso quartiere». Sullo stesso fronte gli altri interlocutori. Savino Bonito è l’unico ad insinuare il dubbio: «Le piazze a Cerignola hanno tutte breve vita, come quella davanti a Palazzo Ducale che si è trasformata in un parcheggio. Anche l’aperura di un ristorante, cui auguro il migliore dei successi, andava concertato con l’insediamento di altri avamposti: produttivi, culturali o di svago». La serata, com’è ovvio che fosse, si è conclusa senza alcuna deliberazione. Un semplice scambio di idee sul quale, per forza di cose, si dovrà innestare il passaggio in Consiglio Comunale. Resta, comunque, l’impressione positiva di una amministrazione comunale che, sul tema Terra Vecchia, pare abbia deciso di puntarci fortemente. Come a Cerignola non avveniva da tempo. E se il dibattito sulle sorti del cuore antico della città avviene in pubblico, abbandonando le solite segrete stanze, tanto di guadagnato.

    40 COMMENTS

    1. l’idea dell’Agorà è una grande idea, peccato si sia già perso il senso dell’iniziativa. Per antonomasia, l’Agorà è quel contenitore di confronto che produce scambio di idee e punti di vista. Tra i relatori troviamo: l’imprenditore Calice, l’ingegnere e consigliere Vitullo di centro-destra, l’assessore De Cosmo di centro-destra, la ristoratrice e Savino Bonito di centro-sinistra ma mi sembra che non sia un tecnico anzi mi riferiscono faccia tutt’altro nella vita. E il confronto? Dov’è il tecnico di opposizione che poteva incalzare tecnicamente l’argomento? Il dubbio che mi viene, a pensar male, è che era un teatrino in cui c’era il burattinaio che muoveva i fili dei burattini. A pensare male, non è che la volumetria che si può sviluppare sull’albergo moderno non è così vantaggiosa e la si vuole sfruttare in aggiunta ad altre volumetrie? Quali sono stati gli interventi tecnici nella discussione? Sarei curioso di sapere. Il Sindaco c’era o no? E se non c’era, sarebbe stato lo stesso? Bastava chi c’era? Riflettete gente…l’amministrazione è genufllessa al mattone. Infine un consiglio ai promotori dell’iniziativa: invitate anche l’altra sponda per il contraddittorio altrimenti è solo un puro parlare a senso unico di chi fa e farà i propri interessi utilizzandovi come burattini!

      • Concordo pienamente. “Lor su canten e lor su freshken”.

        Delle denunce non potevano parlare, perché le violazioni sono pesanti.

    2. come già giustamente detto da indignato: dov’era il confronto? adesso risponderanno: il dibattito era aperto a tutti. Verissimo. Ma il confronto bisogna crearlo a parità di condizione, se lo si vuole veramente. Hanno fatto bene sia la sinistra che la cicogna a disertare l’appuntamento. Metta avrebbe dovuto parlare dalla platea? Probabilmente sarebbe passato per il provocatore…La prossima volta invitate chi dovete invitare se volete risvegliare le coscienze politiche dei giovani!

    3. Ai soliti “indignati senza nome” rispondo così:
      Di fronte alla platea non c’erano “relatori”, non vi era un comizio.
      C’erano coloro i quali, a nostro modo di vedere, potevano e dovevano dare delle risposte a chi aveva domande da porre.
      Chi non è venuto a far domande ha perso una grossa occasione.
      Noi di Giovane Italia non concediamo comizi o pulpiti a nessuno.

    4. allora perchè il figlio di bonito? quali risposte doveva dare? invitato per cortesia?

    5. ma perchè continuate a chiamarlo “il figlio di Bonito”? Ha una sua identità personale e politica.

    6. In rappresentanza di un movimento giovanile opposto al nostro. Questa si chiama pluralità.

    7. non mi dare assist…..riporto le tue parole: Di fronte alla platea non c’erano “relatori”, non vi era un comizio.
      C’erano coloro i quali, a nostro modo di vedere, potevano e dovevano dare delle risposte a chi aveva domande da porre.
      Ripeto: quali risposte doveva dare Bonito? Non si poteva invitare la Cicogna o un tecnico di sinistra per la “pluralità”? La verità la dico io per te. C’erano dei paletti agli inviti. Non chiamatela Giovane Italia, però, caro giovane, rampante Ignazio! Siete più vecchi dell’albergo moderno! So che non risponderai perchè vi fate autogol clamorosi ma se dovessi rispondere prego di dare una risposta che non sia una “non risposta”.

    8. Savino Bonito, così come gli altri invitati, sono stati scelti da me e dal mio gruppo, che possa piacervi o no.
      Rappresenta la nostra controparte, quella con cui si può parlare, quella che non si nasconde dietro degli pseudonimi e che ci mette la faccia, sempre.

    9. cvd. una non risposta. ancora: e quali risposte doveva dare? E’ un tecnico? Non lo conosco e non mi permetto di giudicarlo. Il pubblico di ieri mi sembrava un tantino di parte. La prossima volta invitate gli “altri” e vedrete che partecipazione ci sarà. Ma capisco che mettono dei paletti…
      sembra la pubblicità del gratta e vinci: ti piace vincere facile?
      un dibattito senza contraddittorio non è un dibattito ma solo un modo per lavarsi la coscienza. Ti voglio dare un consiglio comunque perchè sicuramente sei inesperto della politica e di chi ti circonda: hai un bel cervello, usalo! Creati la “fama politica”con correttezza e otterrai il consenso anche dagli altri.
      P.S. non ti curare dell’anonimato, non ti ho mica offeso.ad ogni modo, ti farò sapere chi sono. tu ricopri una carica adesso. devi dare risposte. altrimenti è meglio tacere.

    10. Il mio parere tecnico è che la città non la si disegna in un giorno e comunque non appartiene a nessuna parte politica! Lì c’era un pieno che si era sedimentato nel tempo e che si contrapponeva e dialogava con i vuoti (vicoli) che lo contornavano, nonchè con gli altri edifici prospicienti. A prescindere dalla bellezza dei vari edifici (compreso l’albergo moderno), la terra vecchia è un continuum urbanizzato e come tale va salvaguardato, nella sua interezza, appunto. Ora, purtroppo, quella continuità è stata interrotta, sfregiata dalla demolizione di un isolato; le casette che prima affacciavano su un vicoletto ora affacciano su una “piazza”. Ci si rende conto che non hanno le peculiarità architettoniche per prospettare su un vuoto di tali dimensioni? Occorre ricostruire una quinta urbana che ricomponga e delimiti nuovamente quella parte di città ristabilendo il rapporto fra i vicoli e gli isolati, fra i vuoti ed i pieni nel rispetto del continuum mediavale. Sul linguaggio architettonico da utilizzare nella nuova costruzione, si spera non si scada nel leziosismo scimmiottando il vecchio che c’era prima.

    11. Quindi, Lei proporebbe di ricostruire, ovviamente nel rispetto architettonico dei luoghi (se mai c’è stata una precisa architettura di zona), per far tornare ad essere la “terra vecchia” di nuovo come una cittadella a sè stante, avulsa dal contesto urbano di “recente” costruzione?

      • Io propongo di ricucire l’isolato con forme architettoniche semplici in modo che la pianta medievale del borgo sia nuovamente riconoscibile, utilizzando materiali e tecniche costruttive tradizionali e moderne nello stesso tempo. Purtroppo negli anni recenti si sono sovrapposte alle architetture antiche superfettazioni di dubbio gusto che andrebbero rimosse! Quindi, se Lei per “contesto urbano di recente costruzione” intende questo, Le rispondo sì, la terra vecchia è parte della nostra memoria storica e, siccome almeno nell’assetto planimetrico il tessuto medievale è ancora riconoscibile, và tutelata con ogni mezzo.

    12. perchè persone vicine al Sindaco stanno acquisendo locali in rovina nella Terra Vecchia ??

    13. Se si tratta di rispettare il tessuto urbano del centro storico (ormai completamente deturpato) inteso come disegno urbano di un aglomerato medioevale ormai scormparso dato che negli anni è stato perpetrato uno stillicidio delle emergenze con la creazione, al suo posto, di un caleidoscopico e variopinto quadro di Picasso nel suo periodo cubista. Io sono in accordo con Bufano, ricostruiamo vicoli e isolati ma non con nuove e anonime costruzioni ma come ha fatto Burri a Gibellina!

    14. “Andammo a Gibellina con l’architetto Zanmatti, il quale era stato incaricato dal sindaco di occuparsi della cosa. Quando andai a visitare il posto, in Sicilia, il paese nuovo era stato quasi ultimato ed era pieno di opere. Qui non ci faccio niente di sicuro, dissi subito, andiamo a vedere dove sorgeva il vecchio paese. Era quasi a venti chilometri. Ne rimasi veramente colpito. Mi veniva quasi da piangeree subito mi venne l’idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei così: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di quest’avvenimento. Ecco fatto! (Alberto Burri, 1995)

    15. Preparammo le planimetrie perimetrando la zona dell’intervento con un rettangolo che copriva quasi tutta la superficie dei ruderi eliminando le sfrangiature perimetrali. Solo allora capimmo la grandezza del progetto, l’opera copriva più di dieci ettari di superficie, da stupire i Faraoni ma non Burri che impaziente, su un plastico del terreno, preparato in quattro e quattr’otto, distese nei limiti del rettangolo ipotizzato la sua superficie di malta bianca per ottenere il cretto. Incise la rete viaria principale lasciando che il cretto (cioè le crepe) si formasse spontaneamente. Si prepararono i disegni esecutivi che prevedevano l’abbattimento dei muri ancora in piedi e pericolanti, compattando poi le macerie e rivestendole con rete metallica, secondo le forme del progetto e il tutto ricoperto di cemento bianco. (Alberto Zanmatti)

    16. Facenndo in questa maniera si potrebbero risolvere diversi problemi … è provocatorio … ma c’è da riflettere!!!

    17. Concordo quanto detto dall’arch. Bufano.

      Ma vorrei che si osservasse che sembrava una commedia di Defilippo dove erano presenti personaggi assurdi ma veritieri che caretterizzano la nostra società.

      infatti era presente la nullità, cioè coloro che non capiscono nulla di architettura ed urbanistica, era presente il potere rappresentato dalla imprenditoria locale e gli affamati rappresentati dai soliti noti del comune.

    18. Se non sbaglio Tommaso Bufano appartiene a La Cicogna. Era il designato assessore all’urbanistica del candidato sindaco Metta.
      Per serietà, professionalità e competenza di gran lunga superiore all’attuale assessore De Cosmo per cui è vano ogni commento.
      Complimenti a Tommaso Bufano per i sui interventi e le sue proposte.

    19. Io non sono un architetto nè uno studioso d’arte, ma sono un amante delle cose antiche che ci riportano indietro nella storia, soprattutto della storia di Cerignola. Ebbene la terra vecchia dovrebbe rappresentare la nostra storia, la testimonianza di un passato che dovrebbe coinvolgere tutti noi. Però, haimé, girando per la terra vecchia ci si accorge dell’obrobrio di certe costruzioni moderne che nulla hanno a che fare con un centro storico degno di questo nome. Ultimo in ordine di tempo, l’abbattimento dell’albergo moderno e relativa area intorno alla quale chissà quali interessi si aggirano e che nessuno ci vuole fornire l’esattezza. Secondo me la decisione più saggia da prendere è di evitare che in quell’area si costruisca, e la si lasci libera, allestendo una piazza che rispecchi l’architettura del passato, non come si sta facendo con il piano delle fosse, dove la moderna pavimentazione che si sta facendo e, che ci sta costando tanti soldi nulla a a che fare con la
      storicità delle stesse. Il piano delle fosse, secondo me, avrebbe avuto bisogno solo di un prato inglese e di una costante cura e manutenzione e basta, lasciando inalterato tutto il resto. Purtroppo la gente di buon senso, come spesso avviene, non viene mai ascoltata. Diamo la parola ai cittadini, indiciamo una specie di referendum per decidere cosa fare dell’area lasciata vacante dalla demolizione dell’ex albergo moderno.

    20. …già previsto come si sarebbe evoluta la questione!
      Perfettamente d’accordo con l’arch Bufano….ma Cerignola è un Principato a parte!

    21. Bonito durante il dibattito ha fatto un intervento abbastanza tecnico che ho trovato su xxxxxxx e ovviamente lanotiziaweb non ha riportato il suo intervento.

    22. Il problema della cosiddetta cultura architettonica in Italia è che si fanno troppe chiacchiere e pochi fatti. In realtà è un problema comune a tutti gli altri aspetti dell’Italia moderna: commissioni, studi, polemiche e quant’altro può servire a chiunque di affermare il suo punto di vista (grandissima democrazia apparente ) per non fare nulla, per stare fermi e poter dire: hai visto che avevo ragione io? Perché è logico che chiunque affronta la realtà dal punto di vista del “fare” sbaglia. Ma non affrontare il problema secondo me è peggio, è ignavia camuffata da ideologia partecipativa. La questione dei centri storici e di come rapportarvisi in Italia ricalca logiche di retroguardia, allineandosi sempre e comunque, e quindi acriticamente, sia alle ricerche accademiche tipo-morfologiche degli anni 50-60, sia alle direttive delle soprintendenze. Non un passo avanti da allora. La città degli ultimi 60 anni è un falso storico a tutti gli effetti. Mentre nella storia la città si trasformava continuamente secondo logiche socio-economiche dei vari periodi, e all’impianto romano si agganciava, trasformandolo, quello medievale e così via fino al periodo fascista più o meno ( le ultime vere trasformazioni urbane degne di nota sono le grandi progettazione di quel periodo come le città di nuova fondazione nell’agro pontino, l’Eur a Roma o gli stupendi lungomari delle città adriatiche), da un certo punto in poi (a partire dal secondo dopoguerra e con la regolamentazione urbanistica in zone della legge 1142 del 1942) la storia si è fermata, sospendendo le città nel vuoto. L’unico vero risvolto di tutto ciò è stato da un lato la morte dei piccoli centri storici, parlo di quelli poco noti e con poche rilevanze monumentali, dall’altro una crescita urbana segnata da scarsissima qualità e slegata da ogni logica, se non quella economica. Ora mi chiedo, ma è possibile scostarsi un attimo dagli indirizzi culturali precostituiti e dire una cosa “originale”? Può una piccola realtà come la nostra essere l’inizio di un ragionamento nuovo che ribalti la situazione e ce la faccia vedere da un nuovo punto di vista? Il vuoto che si è creato con la demolizione dell’ex albergo Moderno non crea solo relazioni con l’intorno urbano ma anche con il sottosuolo che sappiamo essere attraversato da cunicoli e percorrimenti sotterranei. Il vuoto urbano può essere “riempito” non pensando soltanto ad una semplice ripavimentazione, magari con una fontanina al centro, o alla ricostruzione di masse murarie e di cortine urbane. Una miriade di piccoli esempi e di microinterventi interessantissimi a Barcellona potranno bastare a farsi venire qualche idea diversa? Se invece crediamo di avere la verità in tasca (quella della conservazione e delle ricerche accademiche) allora lasciamo tutto com’è: una Terravecchia crollante in equilibrio tra i suoi vuoti e i suoi pieni.
      P.s. In ogni caso mi complimento con chiunque, senza avere preferenze per questa o quella parte politica, affronti seriamente la questione Terravecchia, perché credo che Cerignola non possa assolutamente permettersi di avere un patrimonio (anche economico) congelato che sta letteralmente sgretolandosi sotto gli effetti del tempo e dell’incuria. Osate e andate avanti!

    23. Ma Bxxxxx cosa c’entra?
      Ho capito!!!!! Il Pxxxx deve per forza inserirlo da qualche parte!!!!!!!!!

    24. Ma scusate allora a parte il fatto che sno contro l’annientamento dell’albero moderno ma mi dite il motivo er cui avete messo a tutti d quale partito facevano parte e ad uno solo avete messo la professione aggiungendo poi la carica comunale?1!?!?!? a cosa alludete?

    25. Ma Cxxxxxxxx e Cxxxxxx hanno mai fatto nella loro vita qualcosa a beneficio della popolazione?e pensate che ora cambiano mentalità?Sicuramente “puzza” troppo questa storia e noi cerignolani avremo la peggio,come sempre!

    26. Cerignola come altre realtà del Sud ha spesso rifiutato di guardare al suo passato preferendo il fresco mattone piuttosto che il restauro di quello che ci appartiene veramente . E’ un gap socio – culturale che frena la voglia di appartenenza ben guidato dal cartello dei costruttori che hanno il legittimo, ma a volte discutibile, interesse a costruire.
      I

    27. Chi dovrebbe vigilare sono i nostri amministratori o in assenza la Procura.
      Speriamo che Cerignola non subisca l’ennesimo sfregio.
      No a un nuovo ecomostro

    28. ecomostro? Ma perchè tanta disinformazione? Lì o viene un palazzo uguale a quello vecchio brutto che difendete, oppure viene una piazza. Quale ecomostro?

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