Pubblichiamo di seguito una nota del Consigliere Pd Paparella sulla riforma del mercato del lavoro, con particolare riguardo al comparto agricolo. ecco il documento completo.
“La riforma del mercato del lavoro, così come illustrata dal Governo Monti, rischia di paralizzare l’intero settore, in particolare il comparto agricolo”. E’ l’allarme lanciato dal consigliere comunale Pd di Cerignola, Leonardo Paparella. “L’introduzione dei voucher, con la contestuale abolizione del diritto alla pensione e dell’indennità di disoccupazione, andrebbe a penalizzare ancora una volta una categoria, quella dei lavoratori agricoli appunto, troppo spesso martoriata e alle prese quotidianamente con il rischio precariato. Lodevole è stata in tal senso l’iniziativa della senatrice Colomba Mongiello che, nella Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, si è fatta promotrice di diversi emendamenti per la cancellazione della norma capestro relativa ai suddetti ‘tagliandi’. Così come positive sono da ritenersi le iniziative intraprese dalle associazioni pugliesi di categoria – Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil – che mirano a contrastare l’assurda decisione del Governo, culminando, venerdì 27 aprile, nello sciopero generale e nella manifestazione di piazza in programma a Bari. L’auspicio è che anche il Partito Democratico, a cui mi onoro di appartenere, sappia, in questo delicato momento storico per i lavoratori del settore, garantire la giusta attenzione verso diritti troppo spesso mortificati. E che, a differenza del recente passato, la classe dirigente locale, a partire dalla segretaria cittadina, sappia -attraverso iniziative sul tema- rispondere a quel grido d’aiuto che ci giunge ormai da troppo tempo dal mondo agricolo. Senza necessariamente attendere la prossima campagna elettorale”.
Madonn ghedd!!!
Da quan non parl’v manch s’ l’accidv, a mo’ ca non la f’rnesc chiù…Ma quan s’ parl d’indennità d’dsoccupazion…Paparell non capesc chù nind…F’c brutt!!!
x bambi.
Scrivi in italiano, non si capisce un c….
Mario, però bambi ha ragione quando toccano la disoccupazione agricola paparella salta dalla poltrona.Avvolte il nostro dialetto scritto è incomprensibile.
Caro Leo Pap. so che devi fare la tua parte e questo è giusto ma, ricordati di rivolgerti, per questo precisato problema “AGRICOLTURA” AL TUO SEGRETARIO NAZIONALE, IL QUALE se ne strafotte di queste problematiche come se ne sta straffottendo di tutto approvando quello che non è nell’ideologia di sinistra cosi’ come vi professate voi. Incominciate ad uscire i denti fuori ed a contrastare anche le politiche nazionali del vostro partito perchè il comune non è che possa fare tanto in merito al problema, Inoltre svegliate i sindacati territoriali e in special modo la CGIL territoriale che dorme da tanto tempo e che si è ridotta solo a dare i 730. Incominciamo a ribellarci ai nostri padroni di partito prima di accusare gli altri
Monti il grande genio della Boccconi ,ci voleva lui a tassare tutto e tutti ,sta spremendo L’ITALIA come un limone ,il nuovo Hood Robin,lo scrivo al contrario perchè lui TOGLIE ai poveri per lasciare ai ricchi,ovviamente con l’approvazione di chi pensa di essersi nascosto dietro un dito….
w l’italia
Michele però sei ingiusto con Monti scusa ha fatto abbassare lo spred ti pare niente.Scusa ma che c…….o è lo spred mica faccio la spesa con lo spred. Michele è ironico logicamente ciao.
il problema non sono i sindacati che non organizzano scioperi sono le persone con i goglioni che non esistono sicuramente giorno 27 quanti agricoltori pecoroni andranno a lavorare e non parteciperanno allo sciopero conclusione siamo un popolo di pecore
il problema non sono i sindacati che non organizzano scioperi sono le persone con i xxxxxxxxx che non esistono sicuramente giorno 27 quanti agricoltori pecoroni andranno a lavorare e non parteciperanno allo sciopero conclusione siamo un popolo di pecore
Purtroppo i pecoroni dovranno andare a lavorare, perchè non hanno nessuno che li aiuterà quando dovranno far mangiare la famiglia. E’ bello parlare da sindacalista, ma da bracciante agricolo? Gli agricoltori bene o male il loro raccolto lo fanno (anche se si lamentano sempre), mentre per i braccianti agricoli “veri” che cosa si fa? Si va a controllare sui campi la sicurezza sul lavoro, se ricevono i contributi, se la busta paga rilasciata è piena di detrazioni che poi in fase di dichiarazione dei redditi deve restituire, se un giorno si lavora e dieci no perchè ormai ci sono gli stranieri meno esperti ma sottopagati che possono lavorare? E tante altre domande vorrei porre ai sindacalisti che non sono più quelli dei tempi di Di Vittorio.
Dopo tanto scempio per le abbondanti disoccupazioni elargite a falsi braccianti agricoli, ecco i risultati e chi ha la peggio è sempre il più debole.