Si sono riuniti ad ExOpera i “detrattori” di Maria De Filippi. Nessun clima da caccia alle streghe, ma soltanto tanta voglia di condividere sensazioni, produrre nuove riflessioni, creare connessioni intellettuali. Un folto ed incuriosito pubblico ha assistito alla presentazione di “Maria De Filippi ti odio” edito da Caratteri Mobili, ultima fatica letteraria di Carmine Castoro. La serata, organizzata dall’associazione socio-culturale OltreBabele (www.fieralibrocerignola.it), in collaborazione con ExOpera (www.exopera.it), è stata condotta da Roberto Parisi, giornalista di RTL 102.5. «E’ la cultura dell’equivalenza quella che più mi spaventa – ha esordito Castoro -, la tolleranza come sinonimo di acquiescenza. In tv ormai siamo abituati a tollerare tutto, una mescolanza dei saperi (o presunti tali) che porta a perdere di vista l’oggettività delle cose, in una perversa spirale tra falsità e realtà». Ed è ovviamente la “Maria nazionale” ad essere al centro di un processo di falsificazione televisiva, che non può prescindere dalle “basse seduzioni” e dalla “cultura del sensazionale” già delineate dal filosofo Jaspers: «Prendete l’esempio di Marco Carta – incalza Castoro -. Doveva essere eliminato subito, era ultimo nelle classifiche di merito perché indisciplinato e perché incapace di correggere la sua inflessione dialettale. A salvarlo ci penserà il televoto, ovvero quel meccanismo per il quale il ragazzo punito dai professori ingiusti e severi diventa automaticamente il preferito da casa». Un sistema che nella De Filippi raggiunge ineguagliabili vette, ma che nei numerosi esempi di reality e di programmi di infotainment trova una sua sublime consacrazione. E i riflessi sociali e politici si rendono evidenti agli occhi di tutti: «Non ho esitazioni nel riscontrare – continua Castoro – un legame indissolubile tra questo tipo di programmazione e il linguaggio a cui, in questi anni, ci ha abituato il berlusconismo. Uno scivolamento continuo della realtà, per il quale le dichiarazioni venivano smentite un attimo dopo averle rilasciate, la magistratura indagava perché i giudici erano comunisti e i fatti nella loro oggettività finivano sullo sfondo, derelitti e irrimediabilmente oscurati dallo scintillio di una propaganda mistificatoria». E se la rabbia di operai, studenti e precari monta nella piazze di tutta Italia, non è da escludere che essa possa essere il motore per trasformare l’indignazione degli spettatori in un movimento reale, quello dei tele-indignati, che oggi si aduna attorno alla pagina facebook http://www.facebook.com/Tele.indignati. Soddisfazione, a margine dell’iniziativa, nelle parole del presidente di “OltreBabele”, Rossella Bruno: «Siamo orgogliosi di essere stati la seconda tappa pugliese di “Maria De Filippi” ti odio, un libro che sta riscuotendo grande interesse a livello nazionale. Come associazione proseguiamo nel tentativo di collocare la nostra Cerignola al centro di un circuito virtuoso, capace di intercettare le migliori offerte culturali anche a livello nazionale».