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    Rocco Dalessandro torna alla dirigenza dell’Ospedale di Cerignola

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    Dopo soli quindici giorni di (apparente) assenza, la dirigenza dell’ospedale “Tatarella” di Cerignola, torna nelle mani del dottor Rocco Dalessandro. Il “ritorno” avviene con una delega, datata tredici gennaio e firmata dal direttore sanitario ad interim Franco Mezzadri.

    La delibera 2144 Facciamo un passo indietro. Lo scorso ventinove dicembre il direttore generale della ASL di Foggia, il dottor Ruggiero Castrignanò, ha inteso sospendere tutti gli incarichi concessi con l’applicazione dell’art. 18. La decisione ha riguardato venticinque posizioni in tutta l’azienda, tra cui quella del dottor Rocco Dalessandro. Da qui l’obbligo di nominare un nuova figura, facendo ricadere l’incarico sul dottor Franco Mezzadri di Lucera. Il repentino cambio di guardia al vertice del presidio sanitario cerignolano ha destato una certa curiosità legata soprattutto ai perché di tale decisione. Tutto nasce da un quesito posto dall’Aran, Agenzia per la Rappresentanza Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni, da cui è partita la procedura che ha portato alle sospensione delle unità dirigenziali ospedaliere. Il chiarimento verteva su due aspetti: il primo riguardava la proroga oltre l’anno dell’art. 18, il secondo la partecipazione comparativa curriculare di dirigenti medici di altre strutture.

    In altre parole era impossibile mantenere gli incarichi concessi con l’art.18, perché superiori ai dodici mesi di attività, ma risultava fattibile l’affidamento di tali incarichi ad altri dirigenti medici, seppure questi impegnati in altri presidi ospedalieri. Ecco spiegato l’affidamento dell’incarico al dottor Mezzadri che però continua a mantenere la sua posizione all’ospedale di Lucera. «Per il presidio ospedaliero di Cerignola – ci spiega in esclusiva a Lanotiziaweb.it il direttore sanitario con delega piena, Rocco Dalessandro – la situazione era un po’ più delicata perché riguardava una direzione sanitaria che non può essere telediretta. Occorre una presenza più continua che non può essere vicariata da una persona che non può farlo a tempo pieno. In data due gennaio la direzione sanitaria di ASL mi ha fatto una disposizione di servizio affinché rimanessi in direzione e successivamente il dottor Mezzadri, in data tredici gennaio, ha firmato una delega piena in mio favore perché unico medico in direzione sanitaria, pur rimanendo direttore ad interim dello stesso ospedale». La stessa situazione si è verificata con i cinque medici primari del Tatarella che hanno avuto incarichi ad interim in altri presidi ospedalieri della provincia di Foggia ma che grazie alle solite deleghe sono rimasti a svolgere i loro ruoli nell’ospedale cerignolano.

    Ortopedia Non cambia, almeno per il momento, la situazione del reparto di Ortopedia. Voci di corridoio sembrerebbero dare per certa la chiusura della stessa divisione dell’ospedale di Canosa. Che sia magari l’occasione giusta per far arrivare nel nostro nosocomio la tanto attesa unità mancante? «Il reparto di Ortopedia – continua Dalessandro – è stato chiuso nel periodo estivo e mai più riaperto in quanto carente di organico capace di garantire il servizio standard minimo, sospendendo così l’attività di ricovero. Ci auguriamo che presto arrivi la soluzione perché è impensabile che per il nostro ospedale funzioni solo l’attività ambulatoriale di tale reparto. Se l’Ortopedia di Canosa dovesse chiudere potrebbe essere auspicabile l’arrivo di una unità in grado da ripristinare il servizio bloccato da troppi mesi». Ma a rimanere in sospeso non sono solo le sorti di Ortopedia. I tagli alla sanità che hanno interessato l’intera penisola e non solo Cerignola, hanno reso praticamente impossibili le procedure di assunzioni a tempo indeterminato. Resta in bilico, infatti, il futuro di tutti i medici con contratto a termine, rinnovato lo scorso gennaio di soli due mesi e che a fine febbraio potrebbero abbandonare il Tatarella. Figure indispensabili per reparti, come ad esempio quello di Urologia, all’avanguardia rispetto agli stessi sanatori del comprensorio. Per fortuna si è messa in moto la macchina della mobilità che ha permesso l’arrivo, da altri ospedali della provincia, di alcune figure tra medici e paramedici. Nel prossimo febbraio si spera nell’arrivo di una decina di unità infermieristiche, ancora poche per un ospedale con un’utenza sempre crescente.

    Il futuro del Tatarella «Per il Tatarella non si deve ipotizzare un futuro a tinte fosche – rassicura il ds Dalessandro -, non sarà messa in discussione la sopravvivenza dell’ospedale. Purtroppo scontiamo una crescita tumultuosa di reparti e servizi. Non abbiamo avuto la capacità o la voglia o la possibilità di adeguare gli organici ai nuovi reparti. Oggi scontiamo queste colpe. Per fortuna la direzione aziendale ha in qualche modo provveduto, avviando un avviso di mobilità regionale che ha dato una parziale risposta a questa carenza cronica di organico». Magari non sarà a tinte fosche ma di sicuro il futuro del Tatarella non possiamo definirlo neanche roseo. Sono troppe le cose che non vanno, un esempio su tutti la mancanza di impegno nello sfruttare i fondi regionali per l’acquisto di macchinari dedicati a servizi Tac. E a ben poco serve l’istinto, a dir poco rivoluzionario (qui a Cerignola non siamo abituati a tanto) di un responsabile del reparto di radiologia quale il dottor Sandro Scelzi, se poi ci si imbatte nei soliti ingranaggi bloccati di un ufficio tecnico  piuttosto che di uno amministrativo.

    Un consiglio ai cittadini-utenti «Chiedo di alzare il livello di coscienza civile – conclude Dalessandro – perché se i cittadini si distraggono la collettività non ne beneficia. Mi viene in mente quello che è successo a Parma qualche tempo fa, quando i cittadini hanno deciso di mandare a casa il sindaco della città che non aveva adempiuto al proprio dovere. Dobbiamo smetterla di imprecare, sopportando con più o meno pazienza tutto quello che ci propinano. Piuttosto che lamentarci sarebbe il caso di unire le forze e protestare». Quindi è il caso di fare la voce grossa o magari comportarsi esattamente come a Parma? Alla luce di quanto succederà domani, probabilmente qualcuno ha già pensato che la seconda ipotesi fosse quella più giusta.

    5 COMMENTS

    1. Eeeeeh Rocchino Rocchino… la Gentile è ancora potente, e la tua lingua è ancor piu’ abile (non nel parlare)!

    2. seconda puntata………….che grande notizia. La paralisi di tutto l’ospedale………………………..continua!!!!!!!!!!! poveri noi in mano a chi stiamo!!!!!!

    3. perchè non la si fa diventare privata la struttura intestata a Dalessandro e company….:) siamo alle solite dove tutti ritornano dov erano senza cha cambia niente….

    4. Se i dottori vogliono fare i politici mi dite che insalata russa potrà uscire fuori?
      Il mio consiglio: cercate di essere dei veri dottori!!!!!!!!!!!!!!!!
      La politica? eh eh eh eh per me soltanto per gli avvocati, che conoscono un po di leggi in più. E la vera medicina sociale.

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