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    Salve solo 43 province. In Puglia restano Bari, Lecce e Foggia

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    Rispetto alle 107 province attuali se ne salvano solo 43. Il tutto per diminuire la spesa dello stato ed eliminare i piccoli feudi politici aumentati a dismisura negli anni. In Puglia si passerà, ad esempio, da 6 a 3. Ecco l’elenco completo.

    In Piemonte, delle 8 attuali, si ‘salvano’ Torino, Cuneo e Alessandria, mentre vengono tagliate Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio e Novara. In Lombardia rimarrebbero Milano, Brescia, Bergamo, Pavia mentre dovrebbero essere accorpate le attuali province di Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese. In Veneto restano Venezia, Verona e Vicenza. Accorpamento in vista per Rovigo, Belluno, Padova, Treviso. In Liguria scompaiono due delle quattro province: via Savona e Imperia; salve Genova e La Spezia. In Emilia Romagna sì a Bologna, Parma, Modena e Ferrara; accorpate Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza. In Toscana, su 10 Province, si salverebbe solo Firenze (via Grosseto, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Pisa e Livorno). In Umbria rimane solo Perugia, salta Terni. Nelle Marche, salve Ancona, Pesaro e Urbino, mentre non hanno i requisiti per ‘sopravvivere’ Ascoli Piceno, Macerata e Fermo. Nel Lazio rimarrebbero Roma e Frosinone, ma dovrebbero essere accorpate Latina, Rieti e Viterbo. In Abruzzo, niente accorpamenti per L’Aquila e Chieti mentre in Molise rimarrebbe solo la provincia di Campobasso. In Campania salve Napoli, Salerno, Caserta e Avellino, fuori solo Benevento. In Basilicata rimarrebbe in vita la Provincia di Potenza, esclusa invece quella di Matera. In Puglia su sei province se ne salvano solo 3: Bari, Foggia e Lecce, da accorpare Taranto, Brindisi e Barletta-Andria. Infine in Calabria, su 5 province, si salvano Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro; da accorpare Crotone e Vibo Valentia. In Sicilia su 9 ne rimarranno in vita solo 4: Palermo, Agrigento, Catania e Messina. La scure si abbatterà su Caltanisetta Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. In Sardegna una debacle: rimarrà solo la Provincia di Cagliari. Verranno eliminate le province di Olbia Tempio, Medio, Ogliastra, Carbonia, Sassari, Nuoro, Oristano. Infine in Friuli, su 4 Province iniziali, due rimangono in vita, Trieste e Udine, due vengono tagliate o meglio accorpate: Pordenone e Gorizia. (FattoQuotidiano.it)

    Subito incalza però la protesta. La spending review rischia di portare al dissesto finanziario la gran parte dei Comuni, metterà a rischio la riapertura delle scuole (l’edilizia scolastica è gestita dalle Province) e “taglia” anche il diritto alla salute, dal momento che sottrae quasi 13 miliardi alle Regioni che si occupano, tra l’altro, anche della sanità. Comuni e Province oggi, e il leader della Cgil Susanna Camusso – per quanto riguarda i tagli che colpiscono la sanità – sono tornati a ripetere, in toni più che mai preoccupati, il loro dissenso di fronte ai tagli che il governo, con il varo definitivo, nei prossimi giorni, del decreto sulla spending review, si appresta a varare. (Ansa)

    8 COMMENTS

    1. Ancora una volta l’adozione di misure all’italiana. Il problema dei problemi resta irrisolto. Ne’ carne ne’ pesce.

    2. Dobbiamo dire le solite cose, per diminuire la spesa bisogna eliminare i POLITICI DEL MALAFFARE .
      PER SBLOCCARE L’ECONOMIA?????
      DISTRIBUIRE A TUTTI, MA A TUTTI I CAPO FAMIGLIA REDDITO!!!!!!
      FAMIGLIE MONOREDDITO CON STIPENDIO DIGNITOSO.
      ELIMINARE A TUTTI I COSTI E SUBITO I DOPPI E ADDIRITTURA PIU’ STIPENDI IN UN SOLO NUCLEO FAMILIARE.
      ABBASSARE DI CORSA GLI STIPENDI ALTISSIMI E DISTRIBUIRE A PERSONE SENZA REDDITO.
      GLI SPRECHI NEGLI APPALTI DI QUALSIASI GENERE.
      AL PARLAMENTO DEVE COMANDARE CHI HA VINTO, L’OPPOSIZIONE DEVE ESSERE IL POPOLO, TUTTO IL RESTO A CASA, MA C’è TANTO DA FARE PER POTER RISPARMIARE E STARE TRANQUILLI TUTTI DICO TUTTI.
      AVANZEREBBERO POSTI DI LAVORO SICURAMENTE!! DIRETE DEMAGOGIA E ALLORA NON ABBIAMO CAPITO NIENTE. PAGHEREMO GRAVI CONSEGUENZE. UOMINI RAGIONATE PER IL BENE DI TUTTA L’UMANITA’.

    3. Parliamo la stessa lingua tam tam, ma tutto questo non è demagogia come dicevi, ci prenderanno per pazzi.
      Sai tutto quello che dici è scomodo per parecchi figli di P………….A.

    4. Solo chiacchiere….ormai e’ tempo di agire…..ma non con i soliti cortei organizzati, con trombette, slogan vari, palloncini etc etc…
      bisogna organizzarsi….

    5. che soluzione sarebbe abbassare magari uno stipendio di uno che si è fatto un mazzo per studiare o per imparare una professione, per darlo ad uno che non ha reddito perchè magari nella vita non ha avuto voglia di fare na ceppa di niente o quasi? Quest’ultimo non sarebbe un figlio di P? E di questi esemplari ce ne sono tanti, tutti bravi a piangere e con il cervello quanto una noce… Per applicare una regola del genere ci vorrebbero seri controlli, caso per caso; e l’Italia non è proprio la patria dei controlli…

    6. Complimenti al Prof.Monti
      La strada giusta è questa. Tagliare la spese pubblica per pagare gli stipendi a quel mare di parassiti di stipendiati statali, politici e non! Bisognerebbe dare un taglio anche le pensioni superiori ai 1500€ mensili! Azzerare i sindacati e tagliare i privilegi alle caste quali farmacisti e notai e rivedere la sanità pubblica.

    7. io non capisco perche non hanno eliminato tutte le provincie
      e ne hanno eliminate solo una parte……….io penso che cosi non ci sara un gran risparmio .eliminandole tutte non avremmo fatto piu neanche le elezioni.

    8. sembra il classico casino all’italiana!! se dovete fare qualcosa fatel afino in fondo non eliminatele metà per salvare le poltrone dei fannulloni e eliminare quelle virtuose eliminatele tutte no!

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