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    I 10 punti di Letta: si reddito minimo, stop province

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    Enrico Letta ha sintetizzato in 10 punti le priorità/programma del suo esecutivo. Nessuna specifica azione concreta, per ora. Solo idee di massima.

    Lavoro Enrico Letta lo ha definito “la prima priorità” del suo governo. “Bisogna ridurre le restrizioni ai contratti a termine, aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro. Non bastano gli incentivi monetari”, ha promesso poi il presidente del Consiglio. “Serve una politica industriale moderna che valorizzi i grandi attori ma anche piccole e medie imprese che sono il motore di sviluppo” e si deve “investire su ambiente e tecnologia”.

    Europa Altra priorità dell’esecutivo è rassicurare l’Europa. “Se avrò la vostra fiducia – dice Letta – visiterò in un unico viaggio Bruxelles, Parigi e Berlino per dare subito il segno che il nostro è un governo europeista”.

    Fisco Risanamento e rispetto degli impegni europei, ma senza minacciare la ripresa della crescita che manca ormai da un decennio. Per questo Letta promette uno stop all’Imu di giugno in attesa di una sua revisione e sacrifici ripartiti finalmente in maniera equa. “Basta sacrifici per i soliti noti – avverte il premier – questo significa ferrea lotta all’evasione, ma senza che la parola Equitalia faccia venire i brividi alla gente”.

    Welfare L’ambizione del governo di larghe intese è quella di riformare profondamente il welfare. “Dobbiamo rilanciare il welfare tradizionale europeo – spiega Letta – il nostro modello non basta più, deve essere più universalistico e meno corporativo aiutando i più bisognosi, migliorando gli ammortizzatori sociali estendendoli ai precari e si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli”. (fonte Repubblica)

    Esodati Strettamente collegato alla questione del welfare, il dramma degli esodati ereditato dal governo Monti. “Con la vicenda degli esodati la comunità nazionale ha rotto un patto: bisogna trovare una soluzione strutturale. E’ un impegno prioritario di questo governo ristabilire la situazione”, ha promesso il premier.

    Costi della politica In sintonia con gli umori del momento, Letta annuncia che i ministri-parlamentari del suo governo non recepiranno lo stipendio previsto sino ad oggi in aggiunta all’indennità. Oltre a questo risparmio simbolico, il presidente del Consiglio promette la cancellazione della legge sui rimborsi elettorali. “Aboliamo la legge approvata e introduciamo più controlli e sanzioni anche sui gruppi regionali”, imboccando la strada della “contribuzione” dei cittadini attraverso la dichiarazione dei redditi “all’attività politica dei partiti”. Sempre in materia di tagli, Letta ha annunciato la soppressione delle Province.

    Riforme L’intenzione del governo è quella di affidarle ad una Convenzione aperta a tutte le forze politiche e ai contributi esterni, ma su due punti – bicameralismo e legge elettorale – Letta vuole indicare la strada: “Dobbiamo superare il bicameralismo paritario, evitare ingorghi istituzionali affidando a una sola Camera il compito di conferire o ritirare la fiducia al governo. La seconda Camera dovrebbe avere competenze legate alle autonomie”. “La legge elettorale – aggiunge – è legata alla forma di governo”, ma “qui dobbiamo solennemente prendere l’impegno che a febbraio sia stata “l’ultima volta” del Porcellum.

    Mezzogiorno “Metteremo in condizione il Sud di crescere da solo, attraverso l’annullamento del divario con il Nord”, afferma il presidente del Consiglio. Per Letta si deve continuare il lavoro del governo Monti “puntando su una buona gestione dei fondi europei”.

    Giovani In questo caso dal premier arriva solo un’enunciazione di principio, senza impegni precisi. “Quello del rinnovamento generazione è una questione drammatica che stanno vivendo milioni di giovani. Porta con se sconforto e rabbia di chi non studia né lavora – dice Letta – Chiediamoci quanti bambini non nascono in Italia per la precarietà”.

    Donne Discorso simile sulle pari opportunità, dove il premier non entra nel dettaglio della futura azione di governo. “Sull’occupazione femminile occorre fare molto di più – afferma – La maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi, ma siamo lontani dagli obiettivi europei: non siamo ancora un paese delle pari opportunità”.

    2 COMMENTS

    1. Si parla e soprattutto si sparla di Beppe grillo, ma lo sapete che grazie a LUI e solo a LUI qualcosa dovrebbe cambiare???
      Fateci caso, tutti i politici grazie al M5S si sono ridimensionati, quindi è d’OBBLIGO UN DOVEROSO GRAZIE AL MOVIMENTO 5 STELLE.
      GRAZIE BEPPE GRILLO SEI UNICO VERAMENTE.

    2. Beh beh…

      Le intenzioni sembrano buone, sebbene Harry, come ovvio, abbia detto tutto e niente.
      Quantomeno, il Maghetto di Palazzo Chigi, a differenza di Pier, sembra aver capito la gravità del momento… il che, viste le premesse (ed il predecessore), è un grande passo in avanti.

      Staremo a vedere.

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