Sono arrivati dall’Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte e la Puglia i volontari dell’ARCI e dello SPI-Cgil che hanno partecipato al seminario sulla figura di Giuseppe Di Vittorio organizzato dalla nella sede di Casa Di Vittorio. L’iniziativa è parte delle attività formative organizzate a Cerignola in collaborazione con Libera, nelle cui strutture si svolgono i Campi della legalità democratica. I volontari, 18 in tutto, collaborano alle attività delle cooperative Altereco e Pietra di scarto che gestiscono due aziende confiscate alla mafia. “A partire dalle 6 del mattino – spiega Matteo Valentino, socio fondatore dell’associazione Casa Di Vittorio e animatore di Libera – e fino all’ora di pranzo lavorano alla potatura degli alberi da frutta ed alla cura degli orti, mentre altri stanno dando una mano alla sistemazione dei fabbricati, alla realizzazione degli impianti di irrigazione e alla bonifica dei terreni da calcinacci e ferro vecchio”. All’alloggio ci ha pensato il Comune di Cerignola, che li ospita in una struttura scolastica, mentre presso il centro sociale Don Antonio Palladino è stata allestita la cucina “gestita da un piccolo staff di cuochi venuti da Modena”. Il pomeriggio, invece, è dedicato alla formazione alla legalità e alla conoscenza del territorio.

“La figura di Giuseppe Di Vittorio è indissolubilmente legata a Cerignola, dov’è nato, ed al movimento sindacale di emancipazione dei braccianti agricoli che da qui si è diramato nel resto del Paese”, ha spiegato Giovanna Zunino, direttrice dell’associazione Casa Di Vittorio, nell’intervento introduttivo alla visione del documentario Giuseppe Di Vittorio-Voci di ieri e di oggi realizzato da Carlo Lizzani e Francesca Del Sette. “La sua attività sindacale e politica sono state improntate anche alla rigorosa affermazione del principio di legalità: inizialmente inteso come argine allo strapotere, anche violento, che gli agrari esercitavano con il consenso ed il sostegno delle istituzioni monarchiche e fasciste; successivamente declinato nel senso del rispetto dei diritti dei lavoratori e dei deboli che lui stesso contribuì a definire partecipando alla stesura della Costituzione. La nostra associazione ha accolto con grande favore il coinvolgimento in questo progetto civico e politico – ha concluso Giovanna Zunino – perché ci offre l’opportunità di far conoscere la figura, il pensiero e l’attività di uno dei padri fondatori dell’Italia repubblicana e democratica, e di affidarne il messaggio di giustizia ed equità sociale alle giovani generazioni, così che lo rivitalizzino e lo attualizzino ai contesti in cui vivono e operano”.