CIARMOLI Pasqualino classe 1965 e MATARESE MATTEO classe 1967 entrambi di Casalnuovo Monterotaro, già noti alle Forze di Polizia, sono stati tratti in arresto dai Carabinieri perché responsabili di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. Ad insospettire i Carabinieri l’andirivieni di un veicolo nei pressi di un terreno privato. Individuato un casolare in quell’area e, visti arrivare i due a bordo di un’autovettura, i militari hanno deciso di intervenire ed hanno proceduto al controllare loro ed il fabbricato accertando che era stato adibito ad essiccatoio per piante di cannabis indica. All’interno del caseggiato sono stati rinvenuti 39 kg di marijuana, raccolta in foglie essiccate poste all’interno di sacchi di plastica. Una parte della sostanza, 15 kg circa, era già pronta per la cessione, confezionata appositamente in buste di cellophane sottovuoto.
E verosimile che i due, approfittando della morfologia del territorio che rende quell’area non facilmente accessibile, ritenendo di non essere individuabili, abbiano coltivato da quelle parti la cannabis ed utilizzato l’annesso locale per la lavorazione, l’essiccamento ed il confezionamento dello stupefacente. La successiva perquisizione dei domicili di entrambi ha consentito di rinvenire altri 650 grammi della stessa sostanza nonché una macchina per aspirare l’aria e confezionare sottovuoto. Sono state riscontrate inoltre delle irregolarità nella detenzione di armi e munizioni: in particolare, presso entrambe le abitazione vi erano complessivamente 34 cartucce per fucile caricate “a palla unica” non denunciate e, presso il domicilio di MATARESE, oltre alle armi detenute legalmente, vi era un fucile privo di matricola, mai denunciato all’autorità di P.S.. L’arma e munizionamento sono stati posti sotto sequestro perché detenuti abusivamente. L’ingente quantitativo di cannabis indica del valore di circa 200.000,00 euro e il relativo materiale per il confezionamento è stato sottoposto a sequestro; i due arrestati tradotti presso la Casa Circondariale di Lucera.
La successiva ed incessante attività di indagine e ricerca ha consentito ai Carabinieri di individuare una piantagione con circa 3000 piante di cannabis di circa 180 cm di altezza in un’area non molto distante dal “deposito”. A conferma di quanto supposto dai Carabinieri i due si erano organizzati per la produzione della marjuana che coltivavano in un appezzamento di circa 1100 mq nascosta da un canneto e dalla una fitta vegetazione. La coltivazione era ben manutenzionata e curata, le “preziose” piante irrigate con un sistema di tubazioni a goccia e l’intero campo era recintato con filo di ferro.