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    Contrasto al lavoro nero: 3 arresti nel foggiano

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    I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia stanno svolgendo, nell’ambito delle linee programmatiche stabilite dal Consiglio dei Ministri, un’attività che interessa l’intero territorio del Comando Legione Carabinieri “Puglia”, d’intesa con gli Ispettorati Provinciali del Lavoro, volta a controllare e contrastare nelle aree rurali il fenomeno dell’impiego di manodopera irregolare, del caporalato e delle truffe ai danni dell’INPS soprattutto nell’ambito di quelle attività agricole-imprenditoriali che in questo periodo dell’anno sono impegnate nella raccolta dei pomodori. Risale a qualche giorno fa l’accertamento presso un’azienda agricola ubicata in zona “Rignano Scalo” sanzionata dai Carabinieri della Compagnia di San Severo e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Foggia con un multa di oltre 10.000 euro e con la sospensione dell’attività imprenditoriale per aver impiegato 5 operai stranieri “in nero”. A Orta Nova i Carabinieri della Compagnia di Foggia e del NIL, al termine di un controllo presso un’azienda che si occupa del trattamento dei pomodori secchi, ad inizio settimana, avevano accertato che dei 23 lavoratori impiegati come operai, sia stranieri che italiani, ben 21 erano stati occupati “in nero”. L’intervento in quest’ultima occasione è avvenuto durante la notte presso il capannone dell’azienda, orario in cui avviene principalmente la lavorazione dei prodotti agro-alimentari e, riscontrata la presenza di lavoratori irregolari superiore al 20%, è stata disposta la sospensione dell’attività ed applicatala maxi sanzione di 80.000,00 euro prevista per il datore di lavoro che ricorre al “lavoro nero”.

    Ieri i Carabinieri hanno tratto in arresto per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro tre “caporali” rumeni TARNAUCEANU Ionel, classe 1984, BALACEANU Daniel, classe 1990 e MACOVEI Ionut, classe 1988, tutti incensurati. Presso la Stazione Carabinieri di Apricena nove cittadini rumeni hanno denunciato di essere riusciti a scappare sfondando una piccola porta secondaria di un casolare in campagna dove erano stati costretti a soggiornare per circa tre giorni dopo essere stati impiegati nella raccolta dei pomodori. Il caseggiato era stato adibito a dormitorio dove decine di persone erano segregate in condizioni igienico-sanitarie pessime, prive dei più elementari servizi: acqua, energia elettrica e rete fognaria. Gli stranieri, in evidente stato di disidratazione sono stati rifocillati mentre immediate sono iniziate le indagini volte a riscontrare quanto dichiarato dalle vittime. Le indicazioni fornite hanno consentito l’individuazione sia del casolare, situato nelle campagne apricenesi, sia dei tre “caporali”, ancora ignari del fatto che gli operai si erano rivolti ai Carabinieri. All’arrivo dei militari la porta d’ingresso del caseggiato era chiusa con un lucchetto, rimosso il quale, i Carabinieri si sono trovati in presenza di pochi materassi sudici ed immondizia sparsa ovunque.

    Secondo quanto certosinamente ricostruito i 9 lavoratori erano stati contattati in Romania da TARNAUCEANU Ionel, (il reclutatore del gruppo) che li aveva invitati a seguirlo in Italia per la raccolta stagionale dei pomodori alle seguenti condizioni: ogni lavoratore doveva pagare in anticipo la somma di Euro 125 quale corrispettivo del viaggio di andata e ritorno, avrebbe ricevuto la somma di 3 euro a cassetta (che una volta riempita di pomodori sarebbe pesata circa 50 Kg), avrebbe usufruito di un alloggio con letti e docce e di una somma extra di 10 euro ogni tre giorni per far fronte alle spese di sostentamento. Il lavoro sarebbe stato così articolato: un primo turno dalle 05.00 alle 11.00 seguito da una pausa dalle 11.00 alle 16.00, per poi riprendere fino a quando il buio rendeva impossibile proseguire la raccolta. Accettata la proposta le vittime erano salite su un autobus e dopo circa 20 ore di viaggio erano giunte a San Severo dove ad attenderle vi erano BALACEANU Daniel, e MACOVEI Ionut i quali a bordo di un’autovettura avevano fatto strada al bus facendolo girare a lungo a vuoto, in modo da disorientare i passeggeri sul percorso. Viste le condizioni del casolare i lavoratori avevano espresso il loro diniego a vivere in quel posto squallido e abbandonato senza però potersi allontanare poiché l’autista rifiutava categoricamente di riportarli indietro dicendo loro che il viaggio doveva essere pagato con i proventi della raccolta non ancora effettuata.

    Sono così iniziate le prevaricazioni e le prepotenze nei confronti dei lavoratori: BALACEANU e MACOVEI si sono subito impossessati dei loro documenti, minacciandoli che qualora si fossero allontanati sarebbero stati fermati dalle forze dell’ordine o sarebbe stato loro sparato dietro. Al termine delle giornate lavorative inoltre venivano rinchiusi nella masseria e, fino a tarda notte, venivano svolti dai due veri e propri servizi di guardiania per evitare che le vittime potessero fuggire. La porta del casolare veniva chiusa con un lucchetto dall’esterno mentre le inferiate poste alle finestre impedivano qualunque velleità di fuga. Un solo giorno di lavoro, quello successivo all’arrivo, durante il quale tutti e tre i rumeni arrestati ordinavano e controllavano il lavoro di raccolta delle vittime. Dopo quasi tre giorni di stenti, privati del cibo e dell’acqua, i denuncianti sono riusciti a fuggire in piena notte sfondando la porta secondaria del casolare. Una volta all’esterno hanno vagato nel buio per le campagne circostanti, seguendo l’unico riferimento le luci in lontananza del paese fino a quando hanno raggiunto la Caserma dei Carabinieri. Ricostruita la vicenda, i Carabinieri hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato dei tre rumeni a vario titolo ritenuti responsabili di concorso nell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Ulteriori indagini sono in corso per chiarire la posizione del proprietario del fondo dove i rumeni erano stati impiegati per la raccolta dei pomodori.

    1 COMMENT

    1. Ci risiamo, l’agricoltura è stata fondata sul lavoro nero, per evitare tutto questo c’è bisogno di un riordino generale, fin dalla nascita, che combiniamo prima ai porti accettiamo l’ingresso di migliaia e migliaia di clandestini all’anno, e poi li andiamo a scovare per le campagne come se si andasse a caccia di lepri, siamo RIDICOLI, siamo una BARZELLETTA, qualcuno dirà ma bisogna assumerli regolarmente, e allora significa che siamo ancora più pazzi di quello che crediamo, perchè già noi non possiamo sopravvivere, e allora???? Allora cerchiamo di essere normali e di fare le persone serie, questi sono complotti studiati dalla politica e dai sindacati, per farci scannare l’uno con l’altro, questa è la verità.
      FAREMO TUTTI UNA BRUTTA FINE, GRAZIE A NOI STESSI CHE NON CI DIAMO UNA VERA MOSSA, VERGOGNIAMOCI TUTTI, TUTTI.

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