Torna in libertà per decorrenza dei termini di carcerazione (sei mesi), Lanfranco Tavasci, il manager di Gema, la società di riscossione tributi. L’uomo era agli arresti domiciliari dallo scorso nove luglio quando la Guardia di Finanza lo ammanettò con l’accusa di peculato. Il Gip, Rita Curci, a causa della decorrenza dei termini di carcerazione non ha potuto rinviarlo a giudizio. Tavasci e Corriero, secondo l’accusa, si sarebbero appropriati, avendone omesso il riversamento agli Enti territoriali, di una somma di oltre 21 milioni di euro, costituita dall’importo dei tributi riscossi per conto di 32 comuni appaltanti della Capitanata. 141 mila euro riscossi e non versati al Comune di Accadia, 69mila ad Anzano, 602mila per Apricena, 328mila ad Ascoli Satriano, un milione e 600mila euro per Bovino, 2 milioni e centomila per Cagnano, 10 euro soltanto per Carlantino, 175mila euro per Casalvecchio, 70mila per Castelluccio dei Sauri, 69mila per Castelnuovo, quasi 8 milioni per Cerignola, 3 milioni e 300 per Foggia, 226mila euro Ischitella, 171mila Isole Tremiti, 153mila Lucera, 158mila Manfredonia, e ancora: 212mila Monteleone, 201mila Mottamontecorvino, 514mila Orta Nova, 83mila Rocchetta, 117mila Rodi Garganico, 300mila Roseto Valfortore, 244mila Stornara, oltre 2 milioni di euro San Giovanni Rotondo, 139mila San Marco la Catola, 701mila San Paolo di Civitate, 142mila San Severo, 646mila Torremaggiore, 358mila Trinitapoli, 764mila Vico del Gargano, oltre 2 milioni e 200mila euro anche Vieste e Volturino. L’indagine sarebbe partita dopo la denuncia sporta dal comune di San Marco in Lamis per un mancato versamento che si aggirerebbe intorno ai 266mila euro. (tratto da ilmattinodifoggia – Tatiana Bellizzi)