Confiscati per essere essere destinati al riuso sociale. I locali di via Nizza, simbolo del ripristino della legalità, finiscono, però, al centro di un polverone che contesta proprio la ‘legalità’ della procedura d’assegnazione. Queste le tappe della vicenda.
Confisca e delibera I locali vengono confiscati e trasferiti all’Agenzia del Demanio con Decreto n. 26858 del 6.8.2002. Nello specifico si tratta di: un locale commerciale in via Corsica n. 46 e 48, piano terra, di mq 167; un locale commerciale in via Nizza nn. 22-24-26-28-30 e 32, piano terra, di mq 330; un locale commerciale in via Nizza n. 46 e via Corsica n. 32, piano terra, di mq 150. Un patrimonio immobiliare di tutto rilievo con spazi a disposizione davvero considerevoli. Ai sensi della legge 109/1996 i locali confiscati vanno destinati ad un uso sociale. Le alternative, per farlo, sono due: bando pubblico o assegnazione diretta. Il Comune di Cerignola sceglie la seconda strada.
Il perchè dell’assegnazione diretta La giunta comunale decide, con delibera n. 64 del 14 febbraio, di assegnare tali locali in comodato d’uso gratuito per 9 anni ai seguenti soggetti: U.N.I.T.A.L.S.I., associazione ‘Gruppo di volontariato vincenziano’, Croce rossa italiana, Associazione nazionale finanzieri d’Italia e Lions Clubs. La decisione viene motivata, si legge nella delibera, in virtù «di una funzione rilevante (svolta dalla predette associazioni, ndr) nel contesto cittadino con attività di varia natura e che rappresentano l’espressione più autentica delle componenti sane della cittadinanza di contribuire a fronteggiare le gravi problematiche presenti nella complessa comunità cerignolese attuale». La discrezionalità assoluta nella scelta della predetti assegnatari (giustificata con il criterio di privilegiare associazioni già occupanti locali comunali in via di alienazione) non è, però, passata indenne. Oltre al superamento della convenzione Comune-‘Libera associazione, nomi e numeri contro le mafie’ che prevede l’assegnazione dei locali confiscati attraverso bando pubblico, è stata proprio l’individuazione di alcuni soggetti, piuttosto che altri, a lasciare qualche strascico.
Le vie legali La fondazione Ant, ad esempio, di recente costituzione a Cerignola, e che da 30 anni garantisce assistenza socio sanitaria a domicilio ai malati di tumore, aveva richiesto, in data 9.11.2012, di poter accedere ad uno di quei locali confiscati. «Da allora abbiamo avuto soltanto colloqui informali con il sindaco e con alcuni consiglieri, ma nessuna risposta formale – fanno sapere quelli dell’Ant -. Fino a quando abbiamo saputo che l’assegnazione era già fatta e che per noi non c’era spazio». Ecco perchè l’Ant, attraverso il suo legale di fiducia, avv. Sabino Digregorio, ha presentato, in data 29.3.2013, istanza di annullamento in autotutela della citata delibera, di cui una copia è stata inviata anche al Prefetto di Foggia. «Confidiamo in un ripensamento dell’Amministrazione – concludono quelli dell’Ant – affinchè vengano garantiti, come dice la legge, i principi di trasparenza, adeguata pubblicità e parità di trattamento, per tutte le associazioni presenti sul territorio».
E io pago
E io pago
E io pago
Mitico TOTO’
…. ke storia…
Si stava meglio ai tempi di Benito Mussolini.
mica chi sta dentro non ha diritto, attenti
…possibile che il Lions club non abbia fondi sufficienti per pagare un affitto? magari altre associazioni avrebbero più necessità, e comunque l’assoluta discrezionalità non è mai una buona cosa, si fanno bei regali a chi merita un po’ meno, ma è più “amico”…