I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione al decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Lucera, nei confronti di CRETU Romeo, classe ‘80, rumeno, gravemente indiziato di omicidio volontario in pregiudizio del connazionale BALAN Marcel Ioan detto “Nicola”, avvenuto nelle campagne di Lesina, in località “Coppa della Ruca”, il pomeriggio del 9 settembre scorso. Il BALAN, bracciante agricolo, era giunto la prima volta in Italia nel 2009, iniziando da allora un andirivieni tra la Romania e l’Italia, ogni qual volta vi era la possibilità di lavorare come stagionale in campagna. BALAN era rientrato in Italia verso la fine di luglio in Italia in pulmann, in compagnia di diversi connazionali tra cui il fratello e l’amico CRETU Romeo. In particolare era stato il fratello di BALAN a prospettargli in Romania la possibilità di lavorare a Lesina nella raccolta di pomodori prima, ora terminata, e in quella dell’uva poi, tutt’ora in corso. Come detto, il tragico epilogo è avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì.
I Carabinieri della Compagnia di San Severo informati telefonicamente dal servizio 118, intervenivano a Lesina (FG), in località “Coppa della Ruca”, in prossimità dell’intersezione con la SS 16, dove era presente il cadavere di BALAN Marcel Ioan, 33enne, attinto al collo da un oggetto appuntito. La vittima era stata accompagnata in quel punto da due connazionali a bordo dell’autovettura Fiat Ulisse di proprietà di uno di essi. Gli stessi avevano riferito ai Carabinieri intervenuti sul posto, di aver soccorso il BALAN presso il casolare ubicato in contrada Coppa della Ruca sulla strada Coppa Sentinella in agro del comune di Lesina, dove era stato ferito da un connazionale a seguito di un litigio, lo avevano caricato sulla loro auto e condotto in quel punto solo al fine di rendere più veloce l’intervento dei sanitari del 118 che altrimenti avrebbero avuto difficoltà a percorrere le vie di campagna per raggiungere il luogo del ferimento. Ai fini della ricostruzione della dinamica illuminanti sono state le informazioni fornite dagli altri connazionali amici della vittima. La morte è conseguenza di ferita da punta, penetrante, che ha prodotto un tramite della lunghezza di cm. 10 con probabile lesione della vena giugulare. L’aggressore avrebbe inferto il colpo mortale a distanza ravvicinata, posizionato lateralmente sulla destra della vittima ovvero frontalmente. Infatti l’indagato è mancino. BALAN Marcel Ioan era sposato in Romania dove lascia moglie e tre figli, rispettivamente di 11, 7 e 5 anni. Le testimonianze raccolte, unitamente ai documenti di riconoscimento del CRETU Romeo rinvenuti nella masseria a seguito di perquisizione, permettevano da subito di attivare le ricerche. Da quel momento l’assassino, fuggito per ignota destinazione dopo i fatti, aveva un volto ed un nome, così da poter essere subito attivamente ed incessantemente ricercato.
La ricostruzione successiva effettuata dagli inquirenti, diretti dal Dott. Pasquale De Luca, Sostituto Procuratore della Repubblica di Lucera, consentiva di accertare che la vittima, così come il suo assassino, erano entrambi impegnati nella raccolta stagionale dell’uva nelle campagne di San Paolo di Civitate, alle dipendenze di un’impresa agricola locale; il CRETU, però, probabilmente a causa del suo temperamento, era stato invitato dal fratello della vittima, anch’egli impegnato nella raccolta dell’uva, a non recarsi più a lavoro, in quanto la sua presenza non era più gradita al datore di lavoro, il quale, dopo un breve periodo di prova, lo avrebbe licenziato. Il CRETU, presa coscienza del licenziamento sul posto di lavoro, dove comunque si era recato quella mattina, rientrava nella masseria ed iniziava a sfogarsi dell’accaduto con il BALAN, ritenendo suo fratello responsabile del proprio licenziamento. La lite degenerava e dopo una colluttazione a mani nude, il CRETU impugnava un oggetto appuntito (forse un coltellino a punta arrotondata come dallo stesso riferito nel corso dell’interrogatorio) custodito nei pantaloni e sferrava un colpo mortale alla gola del BALAN che si accasciava a terra dopo qualche passo. La svolta alle prime luci dell’alba di ieri, quanto CRETU Romeo è stato localizzato da una delle pattuglie impegnate nei rastrellamenti a tappeto. I militari, in possesso delle effige fotografica del ricercato nel frattempo oggetto di massima diffusione fra le pattuglie impegnate sul territorio, individuavano in lontananza, in località Pian delle Vigne del Comune di Lesina, un uomo a piedi lungo la SP 37 a bordo strada; ai militi non sfuggiva la somiglianza con il soggetto della foto e subito si avvicinavano per controllarlo.
Accortosi del controllo il CRETU tentava una rocambolesca fuga: i militari lo inseguivano per alcune centinai di metri nelle campagne adiacenti e riuscivano a bloccarlo non senza difficoltà. Indossava ancora i pantaloncini corti di Jeans sporchi di sangue e una t-shirt nera strappata sul petto, segni evidenti della colluttazione avvenuta il giorno prima con il connazionale. Ai militari non rimaneva che “fermare” il CRETU che veniva condotto in caserma. I Carabinieri, dopo l’interrogatorio innanzi al PM, hanno notificato al CRETU Romeo il “decreto di fermo di indiziato di delitto” emesso dalla Procura della Repubblica di Lucera. Il fermato è stato associato presso la casa Circondariale di Lucera, come disposto dall’Autorità Giudiziaria. Sono tutt’ora in corso le ricerche nelle campagne limitrofe al luogo dell’omicidio per rinvenire l’arma del delitto, di cui probabilmente il CRETU se n’era disfatto durante la fuga nelle campagne.
Tutti possiamo sbagliare !!!!
Per ora dategli 150 anni di carcere.